BORGHESE, Orazio
Nacque a Roma il 16 ott. 1553, dal famoso giureconsulto Marcantonio e da Flaminia Astalli. Era fratello di Camillo, poi papa Paolo V. Destinato a continuare la professione paterna, si addottorò in utroque alla Sapienza il 29 marzo 1572. Nel settembre dello stesso anno il padre lo designò suo successore nell'ufficio di avvocato concistoriale, trasmettendogli anche il titolo nobiliare ereditario di milite di S. Pietro, al quale era legata una cospicua rendita sulla presidenza della dogana di Ripa: tali concessioni furono riconosciute nel 1573 da un breve di Gregorio XIII.
In concistoro il B. cominciò effettivamente ad esercitare soltanto dopo la morte del padre, avvenuta nel 1574: fu tuttavia ben lontano dall'emulare le glorie forensi di Marco Antonio, preferendo piuttosto rivolgersi alla ricerca di cariche fruttuose nell'amministrazione ecclesiastica. Infatti il 29 nov. 1575 acquistò da Mario Gabrielli la carica di avvocato del Senato e del popolo romano, per la quale pagò al vecchio titolare la somma di 1.000 scudi d'oro, cui andarono aggiunti altri 4.000 scudi per i diritti fiscali d'uso; nel 1579 faceva parte della commissione preposta alla fabbrica di S. Pietro e l'anno successivo si assunse il compito di una revisione e di una nuova redazione degli statuti della città di Roma; nel 1587 fu eletto rettore della Sapienza dal collegio degli avvocati concistoriali, cui Sisto V, nell'ambito della sua recente riforma amministrativa, aveva delegato la direzione dell'università: non si hanno tuttavia notizie di sue particolari iniziative in questo ufficio. Nello stesso anno assumeva la rappresentanza legale a Roma della corte di Spagna e per questa nuova carica doveva rinunziare a quella di avvocato del Senato e del popolo romano. Non pare tuttavia che dovesse affrontare, nella nuova veste, processi di notevole importanza, poiché la causa di maggior rilievo affidata al suo patrocinio fu quella promossa da Filippo II per la canonizzazione del domenicano di Valenza Filippo Beltrando.
Comunque l'autorevole sostegno del re non gli mancò l'anno successivo, quando il B. presentò la sua candidatura alla fruttuosa carica di uditore generale della Camera apostolica: la ottenne infatti da Sisto V il 24 dic. 1588, acquistandola per 70.000 ducati; questa cifra fu ottenuta dalla vendita alla famiglia Chigi di una superstite proprietà senese dei Borghese, la villa di Bibbiano, presso Buonconvento. Al principio del 1589 il B. ottenne anche la carica di referendario delle due segnature con una speciale dispensa pontificia che gli consentiva di esercitarla - a quanto pare per primo - unitamente a quelle di avvocato fiscale e di avvocato concistoriale. Evidentemente in questo momento la famiglia Borghese era impegnata nel comune interesse a sostenere con le proprie maggiori risorse finanziarie la carriera curiale del B., mentre rimaneva in secondo piano il fratello maggiore Camillo, semplice vicelegato di Bologna. E sembra che da parte di Sisto V vi fosse l'intenzione di corrispondere con larghezza all'attesa: in Curia si riteneva imminente la concessione al B. della porpora cardinalizia.
Ma il B. deluse queste speranze morendo prematuramente nell'ottobre 1590.
La morte del B. costituì un duro colpo per i suoi familiari, che si attendevano le migliori soddisfazioni finanziarie da un lungo esercizio della suprema carica fiscale, nell'acquisto della quale il B. aveva largamente impegnato le disponibilità della sua famiglia e che sembrava adesso perduta, poiché naturalmente quell'ufficio era legato alla persona del titolare. Fu il cardinale Alessandro Peretti, nipote di Sisto V, a intervenire decisamente in favore dei Borghese, ottenendo dal nuovo papa Gregorio XIV che la carica vacante fosse attribuita a condizioni insolitamente miti a Camillo Borghese, il quale infatti ne avrebbe tratto per sé e per i fratelli superstiti ogni possibile vantaggio.
Bibl.: I. Ugurgieri Azzolini, Le pompe sanesi, Pistoia 1649, I, p. 220; G. Carafa, De professoribus Gymnasii Romani, II, Romae 1751, pp. 516 s.; F. M. Renazzi, Storia dell'univ. degli studi di Roma, II, Roma 1804, p. 250; III, Roma 1805, pp. 25 s., 221; P. Visconti, Città e famiglie nobili e celebri dello Stato pontificio, III, s.l.né d., pp. 921-923; N. Borghese, Vita di S. Caterina da Siena... aggiuntovi l'elenco degli uomini illustri dell'eccellentissima casa Borghese, a cura di R. Luttazi, Roma s.d. (ma 1869), pp. 97-99; L. von Pastor, Storia dei papi, IX, Roma 1929, p. 801; XII, ibid. 1930, p. 33; N. Spano, L'univ. di Roma, Roma 1935, pp. 23, 25; G. Moroni, Dizionario di erudizione storico-eccles., VI, p. 38.