GROSSONI, Orazio Costante
Nacque a Milano il 18 ott. 1876 da Giuseppe e da Albina Pulli. Studiò all'Accademia di belle arti di Brera con il pittore accademico R. Casnedi e con lo scultore A. Borghi; ma fu più importante per la formazione del giovane artista la frequentazione dello studio di E. Bazzaro. Il G. svolse la sua attività prevalentemente a Milano, eseguendo statuette, gruppi di genere, medaglioni a rilievo e numerose sculture cimiteriali. Nel 1891 - nel solco del gusto per l'esotico suscitato dalle campagne coloniali, caro anche al maestro Bazzaro - l'artista presentò alla I Triennale di Milano una figura di Schiava, eseguita in gesso a grandezza naturale, insieme con un Busto ritratto, ugualmente in gesso (catal., pp. 5, 19). Nel 1894, alla successiva edizione della mostra, il G. propose un bronzo (Al sole), un ritratto e un gesso di piccole dimensioni dal suggestivo titolo Prime nebbie (Guida…): quest'ultima opera, ancora legata alla temperie del verismo sociale, ormai incline al patetismo, valse all'artista il premio Fumagalli. Nel 1900, lo stesso tema - proposto in bronzo con il titolo di Premiers brouillards - si aggiudicò una medaglia d'argento all'Esposizione universale di Parigi (Exposition internationale universelle de 1900. Catalogue général officiel.Oeuvres d'art, Paris 1900, II, p. 461). Nell'ambito della terza edizione della Triennale di Milano, svoltasi nel 1897, il G. espose la mezza figura in gesso Nell'acqua (catal., p. 34).
In quegli anni, intanto, iniziò un'intensa produzione cimiteriale, destinata soprattutto al Monumentale di Milano, che - con l'apertura, nel 1895, del nuovo cimitero suburbano di Musocco - era divenuto, il sepolcreto, per eccellenza, della ricca borghesia cittadina.
Tra le prime sculture funebri eseguite dal G., si segnala quella in bronzo intitolata La poesia della preghiera (1897), raffigurante una fanciulla dal volto mesto e dall'atteggiamento abbandonato, per la tomba di Margherita Perelli Paradisi; l'anno successivo, un gesso d'identico soggetto fu presentato dall'artista, con il titolo In cimitero, all'Esposizione generale italiana di Torino (catal., p. 33, ripr. a p. 36). Al 1899 risale la Figura di dolente, in bronzo, modellata dal G. per la sepoltura dell'industriale L. Candiani, su commissione della vedova. Nel 1900 il G. iniziò la sua lunga collaborazione con l'architetto G. Boni, con cui realizzò il monumento funebre della famiglia Oldani, eseguendo un gruppo di tema allegorico, dal titolo La fine della vita terrestre confortata dall'Innocenza. Con Boni, il G. lavorò inoltre all'impegnativo monumento funebre della famiglia Bocconi (Pagine d'arte, 15 genn. 1914), uno dei più imponenti sepolcri del Monumentale, realizzato a più riprese tra il 1901 e il 1914, e concepito, secondo la moda dell'epoca, come un'edicola popolata da sculture di grandi dimensioni.
Tra il 1904 e il 1905, il G. collaborò alla realizzazione dell'Edicola Origgi, la cui concezione architettonica, chiaramente ispirata alla Secessione viennese, si deve ancora all'architetto Boni: il G. vi realizzò il ricco e raffinato paramento decorativo ad altorilievo, in marmo di Carrara e anche il rilievo sul portale in bronzo.
Al 1901 risale l'inaugurazione del medaglione (perduto) con il Ritratto del pittore G. Bertini che, inserito in una targa d'impianto classicheggiante, si trovava probabilmente nel portico superiore del cortile dell'Accademia di Brera (V. Vicario, Giuseppe Bertini…, Cremona 1997, p. 192).
Nel 1906 il G. partecipò alla Mostra nazionale di belle arti di Milano, con una scultura in marmo dal titolo Fra i fiori (catal., p. 91). L'anno successivo, ancora per il Monumentale, il G. eseguì la sepoltura del capomastro Giovanni Bottelli ed espose a Brera un Busto ritratto di Giuseppe Rovani (La rivista delle riviste, in Natura ed arte, XVII [1907-08], 2, p. 853), di cui una versione in marmo è andata distrutta (La Galleria d'arte moderna. La scultura, a cura di G. Nicodemi - M. Bezzola, Milano 1938, pp. 130 s.).
Presso la Galleria d'arte moderna di Milano si conservano il Busto ritratto di Carlo Mancini scolpito a grandezza naturale in marmo di Candoglia nel marzo del 1910, e il Ritratto della signora Amelia Solimena di Malta, eseguito nella stessa materia. Proseguì intanto incessante l'attività del G. per il Monumentale.
Nel 1919 eseguì la tomba del giovane tenente Aldo Baj Macario (rimaneggiata nel 1930); mentre al 1920, risale l'esecuzione degli inserti decorativi dell'Edicola Passardi, la cui sobria concezione architettonica si deve ancora a Boni. Nel 1921, insieme con l'architetto A. Cavallazzi, il G. realizzò l'Edicola Sacchetti, che evoca atmosfere liberty non soltanto nella sua parte architettonica (caratterizzata da una spiccata ed elegante linearità), ma soprattutto nell'insistito simbolismo che permea l'opera, in cui una figura femminile in candido marmo rappresenta il distacco dell'anima dalle spoglie mortali. L'interno dell'edicola è decorato da un fregio graffito, con rose e crisantemi stilizzati, ispirato ai raffinati stilemi della Secessione viennese. Ancora nel 1928 fu attivo per il Monumentale, dove lavorò alla tomba del pilota automobilistico Antonio Ascari.
Nel 1926 il G. intanto aveva partecipato alla I Mostra d'arte di artisti milanesi, esponendo Al lavatoio (bronzo: catal., p. 41). Nel 1928 fu presente alla I Mostra regionale d'arte lombarda con Gloria (bronzo: catal., p. 38). Al 1932 risalgono due bassorilievi bronzei, entrambi provenienti dal cimitero di Musocco e conservati presso la Galleria d'arte moderna di Milano: un'estatica Madonna modellata con saldezza "novecentista" e un tondo raffigurante la Vergine con il Bambino, memore dei rilievi di L. Bistolfi, che si riallaccia al lontano periodo della formazione. Nel 1935 il G. fu tra gli artisti chiamati da G. Moretti, l'architetto della Fabbrica del duomo di Milano, a realizzare le sculture mancanti all'interno dell'edificio: così, tra il 1936 e il 1939, venne pagato per una statua raffigurante S. Pier Damiani (un modellino in gesso è presso il Museo del duomo), che nel 1938, venne collocata nel capitello del quarantatreesimo pilone del transetto destro.
Il G. morì a Milano il 18 maggio 1952.
Fonti e Bibl.: Guida del visitatore nelle Esposizioni riunite del 1894 in Milano, Milano 1894, p. 146; L. Chirtani, Esposizione triennale di belle arti. La scultura, in Natura ed arte, III (1893-94), p. 296, tav. a p. 293; L. Fortis, L'arte alle esposizioni riunite di Milano, Milano 1895, p. 100; Mostra del liberty italiano (catal.), Milano 1972, p. 85; L. Caramel - C. Pirovano, Galleria d'arte moderna. Opere dell'Ottocento, II, Milano 1975, p. 334; R. Bossaglia - M. Cinotti, Tesoro e Museo del duomo, II, Milano 1978, p. 54, tav. 776; R. Bossaglia, Rimembranze liberty, in F.M.R., I (1982), p. 72 n. 14; P. Mola, in 1886-1986. La Permanente. Un secolo d'arte a Milano (catal.), a cura di D. Tronelli, Milano 1986, p. 278 n. 10; V. Vicario, Dal neoclassicismo al liberty, I, Lodi 1990, pp. 567 s.; Il Monumentale di Milano. Il primo cimitero della Libertà…, a cura di M. Petrantoni, Milano 1992, p. 333; Il cimitero Monumentale di Milano. Guida storico-artistica, Cinisello Balsamo 1996, pp. 60, 67 s., 85, 88 s., 101, 109, 121, 157; L. Larghi, Guida al cimitero Monumentale di Milano, Milano s.d., pp. 65, 133, 147; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XV, p. 108; A. Panzetta, Diz. degli scultori italiani dell'Ottocento…, Torino 1994, I, pp. 152 s.; II, tav. 438.