ORAZIO Pulvillo Marco (M. Horatius Pulvillus)
Fu secondo la tradizione, console in Roma nel I anno della repubblica che, stando all'usuale cronologia, corrisponde al 509 a. C. Fu sostituito (suffectus) a Spr. Lucrezio Tricipitino, sostituito a sua volta a L. Giunio Bruto, il fondatore della repubblica, morto combattendo. Secondo altri O. sarebbe stato sostituito immediatamente a Bruto. Prima del suo consolato non si ha intorno a lui se non una notizia tarda e poco fededegna presso Dionisio, secondo la quale Tarquinio il Superbo movendo verso Roma dal suo campo sotto Ardea ne avrebbe lasciato il comando a O. e a T. Erminio, i quali avrebbero posto ai voti presso i soldati la destituzione del re. Il solo fatto che viene riferito al suo consolato è la dedica del tempio di Giove Capitolino, costruito dai Tarquinî. Livio d'accordo con Polibio riferisce la dedica a questo primo consolato, Dionisio con Tacito ad un suo secondo consolato, che cade, stando alla cronologia dei Fasti, nel 507. Ma questo secondo consolato, nel quale O. ebbe come collega lo stesso Publio Valerio che gli fu collega nel primo, è ignoto ad altre fonti, per esempio a Livio, ed è forse una reduplicazione del primo consolato dovuta a ragioni cronologiche, cioè al desiderio di conciliare la data di O. con l'asserzione di Cn. Flavio che il tempietto della Concordia da lui costruito nel 304 a. C. era stato eretto 204 anni dopo la dedica del tempio Capitolino. Anche del resto attorno al primo consolato di O., già testimoniato da Polibio (il quale dà però O. come collega e non come successore di Bruto), sono stati messi innanzi dubbî. Si ritiene infatti da taluni che O. e L. Valerio consoli nel I anno della repubblica dopo la cacciata dei re non siano che una replica anticipata di O. e L. Valerio consoli nel I anno dopo la cacciata dei Decemviri (449). Ciò si confermerebbe osservando che le leggi Valerie del 509 potrebbero essere esemplate su quelle Valerie-Orazie del 449. Altri osservano che il nome di O. si doveva leggere sulla fronte del tempio Capitolino prima del suo incendio nell'83 e che questa è garanzia della storicità del consolato di O. nel 509: il quale argomento non è decisivo perché non sappiamo se la primitiva iscrizione del tempio fosse conservata fino all'83 e perché, se vi era il nome di O. non vi era probabilmente alcun titolo di magistratura: il che spiega come secondo un'antica tradizione la dedica fosse fatta da O. in qualità di pontefice massimo (Cicerone).
Bibl.: E. Pais, Storia critica di Roma antica, II, Roma 1915, pp. 9 seg., 104 seg.; G. De Sanctis, Storia dei Romani, I, Torino 1907, p. 410 segg.; F. Münzer, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VIII, col. 2401 segg.