ORCOMENO (ὁ e ἡ 'Ορχομενάς, Orchomĕnus) di Arcadia
Antichissima città greca dell'Arcadia, che Omero chiama anche ricca di greggi (πολύμηλος); il suo territorio, confinante con quelli di Stinfalo e di Feneo a est e a nord, di Cafie e di Metidrio a ovest e di Mantinea a sud, era in gran parte montuoso, comprendendo l'Oligirto a nord, il Trachi a sud e un tratto dell'Anchisia verso il confine meridionale; oltre alla capitale Orcomeno, in tale territorio erano due altri piccoli centri, Amilo ed Elimia; verso sud il tempio di Artemide Imnia era spartito con Mantinea; in tempi più antichi sembra però che Orcomeno avesse esteso il suo dominio su gran parte della Arcadia. La sua acropoli, in posizione formidabile e donde si domina con superba vista tutto il paesaggio centrale del Peloponneso, è la più alta di tutta la Grecia (936 m.); all'epoca di Pausania gli abitanti di Orcomeno si erano trasportati più in basso ai piedi dell'acropoli, per avvicinarsi ai loro campi della pianura. Ruderi di questa città più tarda si conservano ancora presso l'attuale borgo di Kalpáki, e sulla sommità del monte si trovano ruderi della città alta e cospicui tratti delle mura poligonali di questa e dell'acropoli. Orcomeno, retta fino all'epoca della guerra del Peloponneso dalla sua famiglia regia, discendente da Elato, partecipò alle guerre persiane a fianco degli altri Greci, inviando 120 uomini alle Termopile e 600 a Platea; conquistata durante la guerra del Peloponneso dagli Ateniesi, dopo Leuttra per rivalità con Mantinea si staccò dalla Lega arcadica; parteggiò quindi per gli Etoli contro gli Achei, e fu conquistata da Cleomene e da Antigono, finché finalmente entrò nella Lega achea. Pausania nella città nuova menziona santuarî di Posidone e di Afrodite, e nelle vicinanze della città un tempio di Artemide.
Bibl.: E. Curtius, Peloponnesos, I, Gotha 1851, p. 219 segg.; G. Fougères, Mantinée et l'Arcadie orientale, Parigi 1898, passim; F. Hiller v. Gaertringen e H. Lattermann, Arkadische Forschungen, Berlino 1911, p. 18 segg.; G. Blum e A. Plassart, Orchomène d'Arcadie, in Bull. Corr. Hell., XXXVIII (1914), pp. 71 segg., 447 segg.; XXXIX (1915), p. 53 segg.