ordinare
O., verbo di uso prevalentemente filosofico, ricorre assai spesso sia nel Convivio, sia nel latino della Monarchia, ma è presente anche nelle altre opere.
Rifacendosi alla tradizione scolastica dell'ordo artificialis (Quaestio 17) da seguire nell'esposizione di una dottrina, che include, come suo momento fondamentale, la trattazione delle cause (giacché la conoscenza delle cause permette di conoscere veramente una certa cosa, secondo l'insegnamento di Aristotele ricordato in Cv III XI 1), D. indica proprio nelle cause efficiente e finale i principî ordinatori della realtà a tutti i livelli: sono esse che " stabiliscono ", " destinano ", in una parola " ordinano " qualche cosa.
In entrambi i casi, cioè e nella dilucidazione della causa efficiente e in quella della causa finale, egli userà assai spesso il verbo o., seguito per lo più dalla preposizione ‛ a ' (‛ ad ' nelle opere latine). Trattandosi della causa efficiente, il soggetto sarà, il più delle volte, ‛ Dio ' o ‛ la natura ' e il verbo sarà al presente per le verità filosofiche, al passato remoto per i fatti storici. Qualora, invece, si tratti della causa finale, l'oggetto del ragionamento (persona o cosa) sarà il soggetto della proposizione e il verbo, di conseguenza, sarà in forma passiva con analogo regime di tempi: a un ‛ è ordinato ' nel Convivio risponderà stilisticamente un ‛ ordinatur ' nella Monarchia. In non pochi casi, tuttavia, entrambe le cause vengono specificate. Inoltre va notato che D., secondo la tradizione aristotelica (v. Cv I IX 9), porta spesso a conforto della sua argomentazione degli esempi, che, stilisticamente, vengono presentati come gli altri termini. Dello stesso genere, del resto, sono anche diverse occorrenze delle altre opere.
In alcune occorrenze, invece, o. si presenta piuttosto come il semplice derivato verbale di ‛ ordine '. Per queste seguiremo, com'è logico, la divisione stabilita per quella voce (v. ORDINE).
Va rilevato, inoltre, anche qui (v. AFFERMARE), l'abitudine stilistica di D. di accoppiare, per rafforzamento, in costruzione parallela, due o più verbi di significato quasi identico, spesso vera e propria coppia sinonimica; Cv III XV 17 acconciando e ordinando; IV V 20 pensato e ordinato; XXV 11 e 12 ordinato e disposto; XXVI 3 apparecchiato e ordinato; Pd IX 105 ordinò e provide.
Nella prima serie di occorrenze o. si riferisce alla causa efficiente e, di conseguenza, significa " stabilire ", " destinare ".
I passi in cui o. è riferito a Dio preludono alle grandi sintesi della Commedia. Infatti, in Cv III V 21 e 22 lo mondo è si ordinato che... questa palla dove noi siamo in ciascuna parte di sé riceve tanto tempo di luce quanto di tenebre, O ineffabile sapienza che così ordinasti, e in IV IX 6 di queste operazioni [regolate da leggi logiche, fisiche o metafisiche] non fattori propriamente, ma li trovatori semo. Altri l'ordinò e fece maggior fattore, D. discorre intorno alle leggi generali dell'universo, che hanno la loro radice prima nel piano provvidenziale, nell'‛ ordine ' stabilito da Dio; l'argomento sarà ripreso in Pd I 103-141, X 1-21 (v. ORDINE). L'elezione di Roma a sede dell'Impero e la pace universale voluta da Dio al momento della nascita di Cristo vengono trattati in Cv IV V 20 più chiedere non si dee, a vedere che spezial nascimento e spezial processo, da Dio pensato e ordinato, fosse quello de la santa cittade (anche § 9); la prima ripresa in If II 13-24, ed entrambe in Pd VI 34-90. La sapienza divina che s'incarna per amore dell'umanità viene rievocata da D. in un appassionato appello ai suoi contemporanei: Cv III XV 17 innanzi che voi foste, ella fu amatrice di voi, acconciando e ordinando lo vostro processo, passo questo che si ricollega direttamente ad Amor che ne la mente 54 costei fu da etterno ordinata (ripreso in VII 17); l'argomento sarà svolto magistralmente in Pd VII 94-120. La gioia naturale provata dall'uomo nel parlare (VE I V 2 divinitus in nobis esse credendum est, quod actu nostrorum effectuum ordinato letamur) sarà ricordata implicitamente da Adamo in Pd XXVI 130-132. A disposizioni particolari della Provvidenza, infine, si riferiscono Ep V 29 videte quoniam regem nobis coeli ac terrae Dominus ordinavit, e Pd IX 105 qui... si ride / ... del valor ch'ordinò e provide.
Riferito a persone, o. mantiene, pur con estensione limitata, il significato fondamentale di " stabilire ", " destinare ", " disporre ": Cv IV IV 6 a perfezione de la universale religione de la umana spezie conviene essere uno, quasi nocchiero, che ... a li diversi e necessari offici ordinare abbia del tutto universale e inrepugnabile officio di comandare (v. anche IV V 8); Gelosia, nel suo castello, porte caditoie v'avea ordinate (Fiore XXVIII 12). Il significato di " disporre " prevale, quando il soggetto è la natura: Cv III III 3 Le corpora composte... hanno amore a lo luogo dove la loro generazione è ordinata; Mn II VI 1 illud quod natura ordinavit, .de iure servatur, 2 e 3; ovvero quando è il Primo Mobile: Cv II XIV 15 lo detto cielo ordina col suo movimento la cotidiana revoluzione di tutti li altri, e 16, II IV 13.
Nella seconda serie di occorrenze viene specificata la causa finale. Vi distingueremo un primo gruppo di passi a carattere strettamente filosofico in cui o., pur riferendosi sia a persone sia a cose, significa " essere destinato di sua natura a compiere un determinato officio ".
I passi si trovano per lo più nel primo trattato del Convivio in cui D. tratta della natura e dello scopo dell'opera (cfr. I III 1 e 2), nel quarto in cui discute intorno alla natura imperiale e intorno a quella della nobiltà, e nel primo libro della Monarchia, in cui vengono stabilite le premesse di tutta l'opera: Cv I IV 3 questi cotali [che vivono secondo senso] non conoscono le cose se non semplicemente di fuori, e la loro bontade, la quale a debito fine è ordinata, non veggiono; V 4, 11 Ciascuna cosa è virtuosa in sua natura che fa quello a che ella è ordinata, e 12 lo sermone... è ordinato a manifestare lo concetto umano; XI 3, III XV 9; IV IV 1 la necessità de la umana civilitade, che a uno fine è ordinata, e 5 quando più cose ad uno fine sono ordinate, una di quelle conviene essere regolante; VI 6 Intra operarii e artefici di diverse arti e operazioni, ordinate a una operazione od arte finale; VI 7 tutte l'umane operazioni domandano uno fine, cioè quello de l'umana vita, al quale l'uomo è ordinato in quanto elli è uomo; IX 5 la nostra ragione a quattro maniere d'operazioni... è ordinata; XI 5, XIII 15, XXIV 8, Mn I III 4 Est ergo aliqua propria operatio humanae universitatis, ad quam ipsa universitas hominum in tanta multitudine ordinatur; IV 2 pax universalis est optimum eorum quae ad nostram beatitudinem ordinantur, e 5, V 3 (che riprende lo stesso principio di Cv IV IV 5 già citato), 4 e 9 (due volte); VI 4, III X 10 (due volte), XVI 6 (due volte) e 17; Quaestio 47 cum omnes formae materiales... requirant materiam et subiectum mixtum et complexionatum, ad quod tanquam ad finem ordinata sunt elementa in quantum elementa.
Significato identico ha o. negli esempi portati a conferma delle argomentazioni svolte in Cv I IV, Mn I: si veda Cv I V 4 sì com'è ordinata al fine de la cavalleria franchezza d'animo e fortezza di corpo, 5 (due volte) e 11 (tre volte); IV IV 5 Sì come vedemo in una nave, che diversi offici e diversi fini di quella a uno solo fine sono ordinati, e 6; VI 6, Mn I XII 11 sic secundum legem viventes non ad legislatorem ordinantur, sed magis ille ad hos, ut etiam Phylosopho placet, III X 10.
Al contrario, il contesto dei seguenti passi è storico. O. significa, pertanto, " destinare positivamente a un certo ufficio ". Il complemento d'agente, talora sottinteso, è Dio: Cv III XIV 13 lo sguardo di questa donna fu a noi così largamente ordinato; Pg XXXI 108 Noi siam qui ninfe... / pria che Beatrice discendesse al mondo, / fummo ordinate a lei per sue ancelle; la Chiesa: Ep I 1 domino Nicholao... paciario per sacrosanctam Ecclesiam ordinato; D. stesso: Cv I VII 11 Questo signore, cioè queste canzoni, a le quali questo commento è per servo ordinato; II XV 12, III II 1, IV 4, Mn I II 6 materia praesens non ad speculationem per prius, sed ad operationem ordinatur.
In alcuni casi, com'è già stato detto, D. indica entrambe le cause. In un primo gruppetto di questi, tutti del Convivio, il soggetto è la scienza morale o una virtù morale particolare.
Il verbo è costruito attivamente e significa " disporre ", " orientare ": II XIV l4 Morale Filosofia... ordina noi a l'altre scienze, e 15; III VIII 13, IV XVII 5 e 6. E carattere filosofico ha anche Mn I III 2 alius est finis ad quem singularem hominem, alius ad quem ordinat domesticam comunitatem... Deus aecternus arte sua, quae natura est. In Cv IV XXVI 3, invece, si ha la doppia costruzione: tutto quanto la nobile natura prepara ne la prima etade, è apparecchiato e ordinato per provedimento di Natura universale, che ordina la particulare a sua perfezione. Anche qui va ricordato un esempio di tipo scolastico: Cv IV IV 5 sì come ciascuno officiale ordina la propria operazione nel proprio fine, così è uno che tutti questi fini considera, e ordina quelli ne l'ultimo di tutti.
In altre occorrenze, com'è naturale, il contesto è storico. O., riferito a Dio (o alla natura) significa " destinare ": Cv IV V 4 ordinato fu per lo divino provedimento quello popolo e quella cittade che ciò dovea compiere, e 5; Mn II VI 4 Romanus populus ad imperandum ordinatus fuit a natura, 6 e 11; XII 6 (in questa sola occorrenza o. è riferito a Tiberio); If VII 78 Colui lo cui saver tutto trascende/ ... a li splendor mondani / ordinò general ministra e duce; Pd , XI 35 La provedenza, che governa il mondo / ... due principi ordinò in suo [ della Chiesa] favore,/ che quinci e quindi le fosser per guida.
In alcune occorrenze, come già si è accennato, appare assai stretto il nesso tra o. e ‛ ordine ' (v.).
Così in Cv III XV 11 così come la bellezza del corpo resulta da le membra in quanto sono debitamente ordinate, a ordinate nella prima parte del paragone risponde nella seconda parte ordine (l'ordine de le virtudi morali). Parimenti in IV XXV 11 e 12 la nostra anima conviene grande parte de le sue operazioni operare con organo corporale, e allora opera bene che 'l corpo è bene per le sue parti ordinato e disposto. E quando elli è bene ordinato e disposto, allora è bello per tutto e per le parti, ordinato è solo il derivato di ordine, che ricorre pure due volte nello stesso contesto (§§ 12 e 13). In entrambi i passi o. significa " disporre " e si riferisce all'ordine che la ragione non fa, ma solo considera.
In altre occorrenze o., riferito direttamente o indirettamente a ‛ canzone ', riguarda, di conseguenza, quell'ordine che la ragione fa nel proprio atto ordinando i suoi concetti e i loro segni, e significa " mettere per ordine ", " distribuire ": Vn XIX 3 cominciai una canzone con questo cominciamento, ordinata nel modo che si vedrà di sotto ne la sua divisione; XXIII 16, Cv I I 14 La vivanda di questo convivio sarà di quattordici maniere ordinata. Qui trova il suo posto anche VE II V 6 Post hoc pentasillabum et deinde trisillabum ordinamus.
Finalmente, in Cv I II 1 Nel cominciamento di ciascuno bene ordinato convivio, e in Pd XVIII 95 Poscia ne l'emme del vocabol quinto [le vocali e consonanti] / rimasero ordinate, o. significa " disporre ". In Cv III XIV 7 Etternalmente ordinata sono è traduzione di Prov. 8, 23.