ordinazione
Ricorre in Cv I V 2 E da ciò [l'aver D. scritto in volgare] brievemente lo [il pane, cioè il commento] scusano tre ragioni, che mossero me ad eleggerre innanzi questo che l'altro: l'una si muove da cautela di disconvenevole ordinazione, e al § 6 Dunque, a fuggire questa disordinazione, conviene questo comento, che è fatto in vece di servo a le 'nfrascritte canzoni, esser subietto a quelle in ciascuna sua ordinazione. Nel primo caso disconvenevole ha valore attributivo e il significato di o. risulta chiaro dalla spiegazione fornita da D. stesso nei §§ 4 e 5 (Quella cosa che più adorna... l'umana operazione ... si è l'abito di quelle disposizioni che sono ordinate a lo inteso fine... E così colui che è ordinato a l'altrui servigio dee avere quelle disposizioni che sono a quello fine ordinate). Nel secondo passo, invece, Busnelli-Vandelli tenderebbero a sostituire a o., pur suffragata dai manoscritti e perciò accolta nel testo critico, la congettura condizione (accolta dalla Simonelli) che, per il fatto che si richiama al § 5, risponderebbe meglio al senso (cfr. la nota ad l.).
Nella forma latina ‛ ordinatio ' ricorre due volte (Ep V 14 e VII 27), in una citazione dell'epistola di s. Paolo ai Romani (13, 2 " qui resistit potestati Dei ordinationi resistit "), da D. riportata solo parzialmente.