benedettino, ordine
Ordine monastico occidentale ispirato alla Regola di Benedetto da Norcia, a sua volta derivata dalla cosiddetta «regola del maestro», incentrata sulla vita in comune e sulla cooperazione, sia spirituale sia materiale; il monastero b. si configura così come una comunità autosufficiente, con a capo un abate. Dal Medioevo le abbazie benedettine hanno costituito importanti centri economici, nuclei di cultura e di civilizzazione, e, tramite i loro scriptoria e biblioteche, centri di conservazione e trasmissione dei testi antichi. Forte impulso fu dato al monachesimo benedettino da papa Gregorio Magno, che fondò monasteri in Italia e inviò Agostino di Canterbury in Inghilterra (596), e da Benedetto di Aniane, il quale, dopo aver comparato le regole monastiche esistenti, riuscì a far imporre, soprattutto grazie a Ludovico il Pio, la Regola benedettina a tutte le comunità di monaci esistenti nell’impero carolingio. Dall’ordine b. nei secoli seguenti si formarono molti ordini riformati tra cui quello cluniacense (da Cluny), il cistercense (dall’abbazia di Cîteaux, Francia), diffuso per opera di Bernardo di Chiaravalle, quello vallombrosano e il camaldolese. I papi cercarono di favorire la centralizzazione, tramite il capitolo generale. Sotto Leone XIII fu costituita (1893) una Confederazione delle congregazioni benedettine, con a capo un abate primate.