SAVOIA, ORDINE MILITARE DI
. Istituito da Vittorio Emanuele I, il 14 agosto 1815, per ricompensare il merito e il valore guerriero "conforme agli statuti annessi"; le decorazioni non potevano essere concesse se non a persone che si fossero distinte in battaglia o in altro fatto di guerra con qualche azione valorosa, prudente, segnalata, personale, evidente "tale che poteva omettersi senza mancare al proprio dovere ed all'onore".
Come per gli altri ordini equestri e militari, il re e i suoi legittimi successori ne furono dichiarati capi e gran maestri. L'ordine fu distinto in quattro classi: cavalieri di gran croce, commendatori, cavalieri e militi. Fu stabilita "una paga" di lire 120 annue per cavalieri e militi non ufficiali, da convertirsi in pensione per le vedove e i figli minori di 15 anni.
La "divisa" dell'ordine prescriveva dovesse consistere: "di una croce piena d'oro o d'argento smaltata sopra una faccia, cioè sulla prima, in figura di una croce bianca contornata di rosso rappresentante la croce d'argento in campo rosso della nostra real casa; l'altra faccia sarà d'oro o d'argento. La croce circondata dalla corona d'alloro smaltata di verde e sormontata da una corona reale d'oro o d'argento, e pendente da un nastro turchino del colore delle coccarde delle nostre armate, volendo così, che il colore che serve a distinguere le persone addette al nostro militare servizio, venga prescelto altresì di fregiare quelle che con prove segnalate di coraggio si renderanno più specialmente benemerite di noi e della patria".
Nella stessa patente era prescritto che, sopprimendosi le medaglie d'oro e d'argento concesse ai militari di truppa secondo i vecchi regolamenti, i fregiati della prima dovevano ricevere in cambio la decorazione di cavaliere del nuovo ordine, e i decorati della seconda, quella di militi. Infine era stabilito che venissero insigniti del nuovo ordine i militari che avessero ottenuto la croce dei Ss. Maurizio e Lazzaro per un'azione militare distinta o per segnalata condotta in un fatto determinato, conservando il distintivo ottenuto, e che ne fosse concesso il cambio, col grado corrispondente, a coloro che per azioni di valore militare nelle passate guerre avevano ottenute le distinzioni militari dell'ordine della Corona di Ferro dell'ex-regno d'Italia o della Legione d'Onore del cessato governo francese.
Essendo rimasta la Croce militare di Savoia "un illustre, ma sterile testimonio di fede e bravura" ed essendo caduta in dissuetudine, offrendo difficoltà sovente insuperabili, per la sua costituzione stessa, per ricompensare a tempo gli atti di valore, né servendo a premiare quei servizî che un militare poteva rendere in tempo di pace, né potendo, per le grandi restrizioni imposte, esser conferita a quelli che si erano distinti nelle campagne del 1848-49, Vittorio Emanuele II decideva la riforma totale dell'ordine, che veniva compiuta col regio decreto 25 settembre 1855, su relazione compilata dal generale Durando.
Nel nuovo decreto l'ordine veniva diviso in quattro classi e cioè: gran croci, commendatori di prima e seconda classe, uffiziali e cavalieri, e si fissavano i casi in cui le varie decorazioni potevano essere concesse. Si cambiava il nastro, tramezzando l'azzurro primitivo d'una lista rossa al centro della larghezza del terzo del nastro, innestando così il colore in cui campeggia la croce sabauda al colore azzurro storico di casa Savoia. Anche il modello della croce veniva modificato e stabilito in una croce patente smaltata di bianco, orlata d'oro, i cui bracci terminavano in tre punte formate da due segmenti di circolo. Nel centro della medesima, in un disco tondo rosso campeggiava la croce bianca di Savoia, col motto in oro nel contorno: "Al merito militare"; il disco del rovescio era pure rosso con due spade d'oro in croce di sant'Andrea, con le punte in alto, tra le quali era la data 1855, accantonate dalle cifre V. E. Attorno alla croce girava una collana di alloro e di quercia verde filettata d'oro.
La gran croce doveva riservarsi a eminenti servizî prestati in guerra nell'esercizio di un comando da ufficiale generale. Cancelliere e tesoriere dell'ordine doveva essere il ministro della Guerra. L'ordine doveva avere un consiglio di sette membri nominati dal re fra gli ufficiali in servizio attivo o a riposo che appartenessero all'ordine; la presidenza era assunta dal più elevato in grado dell'ordine o anziano e il consiglio doveva decidere sulle proposte inoltrate. Per meritare le ricompense dell'ordine militare di Savoia non occorreva rimanere ferito in guerra, come le ferite non davano diritto a ottenere la croce militare di Savoia.
In guerra, la ricompensa poteva essere conferita dal generale in capo, da un comandante di piazza investita, o anche da un generale di divisione, sempre che autorizzati con regio decreto, ma doveva essere conferita subito dopo il fatto d'arme, cessando questa facoltà dopo tre giorni. L'anzianità veniva fissata dal giorno della concessione.
In tempo di pace sulla proposta del ministro della Guerra e sentito il parere del consiglio dell'ordine, si poteva conferire a chi avesse compiuto qualche azione segnalata di valore e ai militari benemeriti per invenzioni, perfezionamenti, lavori insigni di comprovata utilità. In casi speciali poteva esser conferita ai principi del sangue, ai sovrani e principi stranieri, e anche a militari stranieri per servizî resi in guerra. I militari decorati avevano diritto agli onori militari secondo la rispettiva classe. Nello stesso decreto venivano pure fissati i casi per i quali l'ufficiale decorato perdeva il diritto di fregiarsi delle insegne e insieme il soprassoldo.
Con successivo decreto del 23 marzo 1857, le classì dei decorati venivano portate a cinque, cioè: di cavaliere di gran croce, grandi ufficiali, commendatori, ufficiali e cavalieri. Così i commendatori di 1ª classe prendevano il titolo di grandi ufficiali, ritenendo le stesse insegne; i commendatori di 2ª classe quello di commendatori. Infine con r. decr. dicembre 1861, erano assegnate ai decorati pensioni, che venivano in seguito aumentate.
Bibl.: L. Cappellitti, Storia degli ordini cavallereschi, Livorno 1904; D. Guadagnini, Storia degli ordini equestri, Venezia 1926; R. E. Ceschina, Gli ordini equestri, Milano 1925; L. Rangoni Machiavelli, Onorificenze e medaglie nazionali, in Bollettino dell'ufficio storico del comando del corpo di stato maggiore, 1927; Ministero della guerra, L'Ordine mil. di Savoia durante la guerra 1915-18, Roma 1927; Ruolo dei decorati dell'Ordine mil. di Savoia, Firenze 1934.