ordine sacro
Sacramento che investe dell’esercizio del ministero sacro il diacono, il sacerdote o il vescovo. Nella Chiesa cattolica e ortodossa gli o.s. conferiscono al sacerdote il potere di agire «in persona di Cristo». Tre sono gli o.s. d’istituzione divina: il diaconato, il presbiterato e l’episcopato, tutti gli altri sono d’istituzione ecclesiastica, quale preparazione ai primi. Precisamente perché d’origine divina, il diaconato, il presbiterato e l’episcopato si trovano in tutti i tempi e presso tutte le Chiese, sia di rito latino sia di rito orientale. Gli altri ordini invece, perché d’origine umana, subirono diverse mutazioni presso i vari riti. Nella Chiesa latina gli o.s. erano otto: ai tre suddetti si debbono aggiungere l’ostiariato, il lettorato, l’esorcistato, l’accolitato, e il suddiaconato. La tonsura non è un ordine, ma soltanto un rito di ascrizione al ceto di persone che riceve gli ordini. La Chiesa latina distingue i suoi otto ordini in maggiori e minori; maggiori sono il suddiaconato, il diaconato, il presbiterato e l’episcopato; minori gli altri (il Concilio vaticano II ha ridotto gli ordini minori a quelli dell’accolito e del lettore, ma ridefinendo questi ultimi ministeri e non più ordini). I maggiori sono anche chiamati sacri, perché più direttamente servono al ministero dell’altare, al quale servizio dispongono con una consacrazione perpetua e irrevocabile, e importano l’obbligo del celibato. Nelle Chiese protestanti, gli o.s., duramente criticati da M. Lutero in nome del sacerdozio universale dei credenti, hanno il mero valore di servizio di annuncio della parola di Dio.