ORDINES ROMANI
. Raccolta di rubriche cerimoniali (non di preghiere, le quali invece sono contenute nei sacramentarî, antifonarî, salterî) che descrivono e documentano lo sviluppo della liturgia papale in Roma dai sec. VI al XV. Gli Ordines sono in numero di 15, non tutti omogenei né inalterati nel contenuto, ma preziosi ad ogni modo perché sono la più autorevole documentazione della liturgia romana nel Medioevo.
Ordo I. - Descrive le cerimonie della messa papale con processione alle chiese stazionali e cerimonie relative. I paragrafi 1-21 sono i più antichi e secondo H. Grisar si possono far risalire a Gregorio Magno; i paragrafi 22-51 sono posteriori (vi sono nominati papa Adriano I e Carlomagno) e risultano di diversa origine.
Ordo II. - Dipende dal I per la descrizione della messa papale. Contiene anche elementi d'origine gallicana (Credo nella messa, benedizione dopo il pax Domini). Risale all'epoca di Carlomagno, quando la liturgia romana cominciò a introdursi in Gallia.
Ordo III. - Contiene anch'esso le rubriche della messa papale. È posteriore al II ma anteriore al sec. XI. È stato largamente usato dal compilatore dell'Ordo Romanus vulgatus (v. sotto).
Ordo IV. - È frammentario. Contiene le rubriche della messa papale. È posteriore ai precedenti, come prova la circostanza che il papa vi è fatto comunicare all'altare e non al trono.
Ordo V. - Contiene anch'esso le rubriche della messa papale con la descrizione dei paramenti che il papa e il clero indossano. Il papa vi riceve la comunione al trono e dopo il vangelo si canta il Credo.
Ordo VI. - Contiene le rubriche d'una messa solenne pontificale, ma non strettamente papale. Risale alla prima metà del sec. X.
Ordo VII. - È il più antico e rimonta forse al sec. VI. Descrive le cerimonie dell'iniziazione cristiana (catecumenato, scrutinî, battesimo). I battezzandi vi appaiono di età infantile, perché un accolito deve prenderli sul braccio sinistro e recitare per essi il Credo.
Ordo VIII. - Contiene nella prima parte il cerimoniale delle sacre ordinazioni (accoliti, suddiaconi, diaconi, preti) e della consacrazione dei vescovi. Non vi sono menzionati gli altri tre ordini minori. Questa prima parte è più antica e può risalire alla prima metà del sec. VI. La seconda parte svolge i "quattro capitoli" o delitti che escludono dall'ordinazione: sodomia, bestialità, adulterio, stupro di vergine consacrata.
Ordo IX. - Contiene, con maggiori particolari, il cerimoniale dell'ordinazione dei diaconi e dei preti, della consacrazione dei vescovi e della coronazione del papa, ed è perciò intitolato: De gradibus Romanae Ecclesiae. Risale alla prima metà del sec. VIII, ma la parte che riguarda la tiara papale (regnum) di stoffa bianca a forma di elmo va riportata al sec. XI e precisamente a Leone IX.
Ordo X. - Documento miscellaneo, non vero ordo, che contiene le cerimonie della settimana santa, e quelle relative ai sacramenti della penitenza e dell'estrema unzione: insomma una specie di rituale. La data n'è incerta; forse appartiene alla fine del sec. XII.
Ordo XI. - Contiene le rubriche del cerimoniale papale per tutto l'anno ecclesiastico. Fa parte di una più larga compilazione, redatta da Benedetto canonico di S. Pietro (detta Liber politicus), relativa all'organamento della corte pontificia e terminata nel 1143.
Ordo XII. - Contiene anch'esso una descrizione delle cerimonie papali nel corso dell'anno, con particolare riguardo alle elargizioni pontificie (presbyteria) che avevano luogo in date circostanze. Dipende dal Liber censuum del cardinale Cencio Savelli, poi Onorio III.
Ordo XIII - Scritto per ordine di Gregorio X, contiene la procedura dell'elezione papale in relazione alla costituzione Ubi periculum emanata da quel pontefice.
Ordo XIV. - Detto Ordinarium, è stato compilato originalmente in Roma, da N. Orsini e dal cardinale G. Caetani Stefaneschi, poco prima del trasferimento della sede pontificia in Avignone, dove venne ampliato nella prima metà del sec. XIV. Il cap. 45 è stato aggiunto dopo il ritorno dei papi da Avignone.
Ordo XV. - Contiene la descrizione delle cerimonie compiute a Roma con l'intervento del papa, dall'Avvento al ciclo pasquale e alla commemorazione dei defunti. Prescrive anche quello che si deve fare nella malattia e morte del papa, conclave e consacrazione del nuovo pontefice.
Come si ricava da questa sommaria esposizione, gli Ordines I-XIII corrispondono a quei libri liturgici che oggi si chiamano Pontificale Romanum, e Caeremoniale episcoporum; mentre gli Ordines XIV-XV corrispondono all'odierno Caeremoniale Romanum.
Si chiama poi Ordo Romanus vulgatus la compilazione d'un autore gallicano, fatta nella seconda metà del sec. X sugli Ordines I, II, III, VI, contenente in più i riti della coronazione imperiale, della benedizione d'un cavaliere, della convocazione d'un concilio generale o particolare. Fu stampato a Colonia prima nel 1561 e poi da Hyttorp nell'opera De divinis catholicae Ecclesiae officiis (1568).
Ediz.: L'edizione completa degli Ordines fu fatta da Mabillon nel Musaeum italicum (1689) riprodotta in Patrol. Lat., LXXVIII, col. 851 segg. In seguito sono stati pubblicati: l'Ordo di Einsiedeln, che contiene gli ultimi tre giorni della settimana santa, da G. B. De Rossi in Inscriptiones christianae, II,1, p. 34; il codice di Saint-Amand che contiene, oltre alla messa papale e alle cerimonie della settimana santa, le ordinazioni dei Quattro Tempi, la dedica delle chiese, la Candelora, pubblicato da L. Duchesne, Origines du culte chrétien (Parigi 1889).
Bibl.: Probst, Die ältesten röm. Sakramentarien und Ordines, Münster 1892; H. Grisar, Analecta romana, Roma 1899, p. 198 segg.; Aschley, Ordo Romanus Primus, Londra 1905; Kösters, Studien zu Mabillons röm. Ordines, Münster 1905.