Vedi ORDONA dell'anno: 1963 - 1973 - 1996
ORDONA (v. vol. V, p. 725 e s 1970, p. 566)
Dal 1970 campagne annuali di scavo sono state effettuate a O. sotto l'egida del Centre belge de recherches archéologiques en Italie centrale et méridionale. La mancanza di strutture moderne sovrapposte offre la rara possibilità di studiare globalmente l'occupazione del sito, a partire dall'Età del Ferro sino al sec. XV della nostra era.
L'abitato indigeno preromano. - Solo un piccolo settore del vasto abitato preromano è stato sino a ora studiato: esso presenta l'aspetto abituale degli insediamenti daunî, dalla pianta estremamente irregolare, in cui le tombe sono frammiste alle abitazioni. Le case hanno in genere una pianta rettangolare, con un unico vano; i muri sono costruiti in mattoni crudi, e talvolta poggiano su fondazioni di ciottoli. Tre sono i tipi di tombe ricorrenti: a) la tomba a tumulo, circondata da un cerchio di pietre, con la deposizione collocata al centro, entro una fossa poco profonda, che risale al IX-VIII sec. a.C.; b) la tomba a fossa, scavata nel terreno o nella roccia e ricoperta da una grande lastra di calcare: è il tipo più frequente, databile nel VII-IV sec., in cui il defunto è deposto in posizione rannicchiata; c) la tomba a una o più camere, scavate entro la breccia rocciosa, in cui il defunto è disteso in posizione supina (IV-III sec.). In tutte le sepolture i morti sono accompagnati da un corredo, il più delle volte abbondante, costituito essenzialmente da vasi di ceramica. Rari sono gli oggetti in metallo; le armi si trovano solo nelle tombe più antiche. Praticamente assente è la ceramica greca d'importazione; meglio rappresentati sono i vasi apuli e campani. Sono state localizzate numerose fornaci ceramiche, che attestano l'esistenza di un artigianato locale di una certa importanza.
La città romana. - Verso la fine del IV sec., nel momento in cui nel mondo italico nascono le prime concentrazioni urbane, un settore ridotto dell'abitato indigeno viene isolato e delimitato da una cinta di mura costruita in mattoni d'argilla sopra una fondazione in pietra. I sondaggi al suo interno hanno rivelato l'esistenza di un impianto urbano assai irregolare. La via principale, che in seguito diverrà la Via Traiana, è caratterizzata da un andamento sinuoso, lungo il quale sorgono i principali edifici di carattere pubblico, in particolare le terme, la basilica, il foro. Delle terme rimangono solo i mosaici e alcune decorazioni in stucco, provenienti dal crollo delle volte.
Il settore meridionale dell'area urbana fu oggetto di scarsi interventi edilizi nel corso dell'età imperiale e conserva ancora importanti tracce dell'abitato repubblicano che si sovrappose alle case daunie. Gli scavi al centro della città hanno rivelato una straordinaria successione di strutture che testimoniano una sorprendente attività edilizia.
Il foro di età traianea e gli edifici a esso adiacenti sono stati completamente riportati alla luce; degno di nota, nell'angolo meridionale, è un mercato-macellum con cortile centrale circolare circondato da tredici ambienti, con pareti decorate da affreschi.
Le ricerche effettuate sotto la basilica augustea hanno rimesso in luce numerose strutture di periodi precedenti, in particolare una serie di botteghe precedute da un porticato che costituiva il lato occidentale di una grande piazza, con ogni probabilità il foro originario, il cui accesso è segnato dalle sostruzioni di un arco monumentale.
Di fronte, tra il macellum e la cinta muraria, importanti lavori di scavo hanno consentito di seguire da vicino l'evoluzione planimetrica e stratigrafica di questa parte della città, a partire dal III sec. a.C. Dopo l'insediamento originario, la città fu abbandonata nel 210 a.C., quando la popolazione fu deportata da Annibale. Essa però fu ben presto ripopolata e un nuovo impianto urbano si sovrappose ai precedenti resti, che vennero livellati: questo consiste in una vasta piazza di forma trapezoidale, circondata da un porticato, sul quale si aprono delle botteghe. Verso la fine del II sec. a.C., a seguito di un incendio, diverse botteghe vennero restaurate e rimodernate. A S della piazza, nel corpo delle mura di cinta, è ricavato un piccolo ambiente di forma allungata, con una nicchia rettangolare, probabilmente una fontana.
Sul lato Ν della piazza sono disposti grandi ambienti sotterranei, con copertura a volta, forse destinati a deposito di grano. Nel corso del I sec. a.C. tutta la parte orientale della piazza viene livellata e ricoperta da un interro nel quale si inserisce una tomba a incinerazione, databile alla metà del secolo. Davanti alla tomba si innalza un imponente monumento funerario quadrangolare: si tratta probabilmente di un heròon. Questa zona monumentale viene in seguito rialzata e delimitata da un muro di cinta, che si conclude a E con una grande esedra: la piazza, per la quale sembra valida la definizione di campus, misura m 6o x 3o. Inoltre a o, di fronte al tempio italico (fine del II sec. a.C.), al di sopra delle sale sotterranee rinterrate e livellate, viene eretto un interessante complesso, forse termale, che ne mantiene l'orientamento. Il centro dunque viene gradualmente monumentalizzato. Sotto Traiano però il tutto viene ancora una volta livellato e sostituito dal foro di età imperiale.
Tra il foro e la porta NE, lungo la Via Traiana, è stato riportato alla luce un intero quartiere residenziale, con alcune grandi abitazioni signorili, poste accanto alla cinta muraria. In posizione extraurbana, vicino alla porta NO, rimangono in fondazione alcuni resti dei piloni di un acquedotto, rinvenuto anche a S della città.
Le prospezioni effettuate nell'ager herdonitanus hanno consentito di localizzare numerosi impianti di carattere agricolo, uno dei quali, in località Posta Crusta, è stato scavato per intero: esso presenta una pianta assai tipica, con cortile interno e porticati, con un'occupazione che va dal II sec. a.C. sino al IV d.C. Alcune presse per olio attestano l'importanza del Tavoliere dal punto di vista agrario.
Degni di nota, tra la documentazione archeologica relativa all'O. di età romana, sono una pregevole testa femminile in marmo databile al II sec. d.C. e un ritratto in pietra vulcanica, di età repubblicana.
Il villaggio tardoromano e medievale. - La generale crisi dell'impero, provoca, nel corso del III sec. d.C., anche quella della città romana. Il centro monumentale viene progressivamente distrutto; gli edifici pubblici cambiano funzione o vengono utilizzati come necropoli; talvolta in essi vengono inserite piccole cappelle. Le distruzioni del VII sec. segnano la cesura definitiva con l'antichità.
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