BIMBONI, Oreste
Nato a Firenze il 15 nov. 1846, fu avviato allo studio della musica in giovanissima età dal padre Giovanni, che divenne anche il suo maestro. Al termine degli studi si dedicò alla composizione e alla direzione d'orchestra, iniziando una fortunata e intensa carriera direttoriale sia in Italia sia all'estero. Nel 1882 fu chiamato a Berlino a dirigere la stagione operistica nel Westendtheater e per l'occasione compose l'opera La modella, su libretto di G. E. Donati e E. Fiorentino (30 maggio); passò poi a Praga e quindi, nel 1883, a Bucarest, ove fece rappresentare al Teatro Reale l'opera Hainuk (libretto proprio, tradotto in romeno da D. Zamfirescu, 19 gennaio). La stima che il B. godeva negli ambienti artistici della città aumentò dopo il successo della rappresentazione: nel marzo dello stesso anno fu nominato ufficiale dell'Ordine romeno. Nel 1884, insieme con H. Richter, fu chiamato a dirigere le opere del repertorio italiano al Teatro Imperiale di Vienna, dove probabilmente rimase fino al 1888. Tornò poi in Italia e nel 1889 si recò a Venezia e quindi al Teatro Lirico di Barcellona. Fu poi al Teatro Principe Amedeo di San Remo e nel febbraio 1890 vi diresse La modella; nel 1891 apparve sul podio del Politeama Rossetti di Trieste e, dopo varie tournées in città italiane, nel 1893 partì per il Portogallo, invitato a dirigere la stagione operistica del Teatro S. Carlos di Lisbona. Nel 1895, non trascurando la sua attività di compositore, fece rappresentare a Palermo l'opera Santuzza, su libretto proprio (Politeama Garibaldi, 8 gennaio), che, presentata come seguito della Cavalleria rusticana di P. Mascagni, riscosse un buon successo di pubblico. Nello stesso anno si recò ad Amburgo con l'orchestra della Scala e organizzò una serie di concerti in occasione dell'Esposizione italiana: i "Bimboni Konzerte" per cinque mesi furono al centro dell'interesse degli ambienti musicali amburghesi ed ebbero il merito di far conoscere composizioni di maestri italiani. Nel 1902 il B. si recò negli Stati Uniti e divenne professore di canto al New England Conservatory of Music di Boston, ove insegnò fino al 1903. Al ritorno in patria, gli venne affidata la direzione del Centro lirico del conservatorio di Firenze. Morì a Firenze il 4 ag. 1905.
Restano a testimoniare la sua attività di compositore, oltre alle opere citate, varie liriche, musica da camera e composizioni di gusto salottiero, tra le quali si ricordano: American and English album of Songs per canto e pianoforte (Firenze s.d.); Bacio d'amore, valzer popolare per canto e pianoforte, su testo proprio (ibid. s.d.); Occhioni neri, serenata per canto e pianoforte, testo di U. Silvestrini (Milano-Bologna s.d.); Deux romances pour piano et chant, su testo di A. de Musset (Milano s. d.).
Fonti e Bibl.: Notizie, in L'Illustrazione italiana, 18 giugno 1882, p. 428; Gazz. mus. di Milano, XXXVIII(1883), p. 119; Almanacco italiano, 1896, p. 371; 1906, 1). 592; U. Manferrari,Diz. univ. delle opere melodrammatiche, I, Firenze 1954, p. 128; C. Schmidl,Diz. univ. dei Musicisti, I. p. 196; Encicl. della Musica Ricordi, I, Milano 1963, pp. 262 s.