organismo transgenico
Organismo vegetale o animale il cui genoma è stato sottoposto a particolari modificazioni artificiali; meno propriamente, viene definito anche geneticamente modificato o geneticamente ingegnerizzato. Può essere generato promuovendo l’integrazione di un frammento di DNA esogeno, il transgene, nel genoma di un organismo ospite: ciò è reso possibile dalle tecnologie dell’ingegneria genetica (o del DNA ricombinante), che permettono di isolare e clonare i geni. L’integrazione del transgene normalmente avviene in regioni casuali del genoma dell’ospite. Negli animali, tale integrazione consegue all’inserimento (o iniezione) del DNA esogeno nel nucleo di un uovo fecondato (mammiferi: topo, maiale, pecora e così via), negli spermatozoi prima della fecondazione (anfibi), in embrioni a stadio molto precoce di sviluppo (insetti, pesci). Spesso, anche se questa non è la regola, il transgene deriva da una specie distinta rispetto a quella dell’organismo ricevente. La transgenesi ha permesso di comprendere la funzione di molti geni attivi nello sviluppo e nel differenziamento e ha importanti risvolti nella ricerca biomedica di base e applicata. Geni per proteine fluorescenti per es., possono essere espressi in specifiche popolazioni cellulari di organismi transgenici per facilitare la ricerca sui meccanismi che provocano il cancro e altre malattie. Possono essere generati inoltre organismi in grado di produrre molecole per uso farmaceutico (insulina, ormone della crescita, fattore IX di coagulazione, e altre). Impiegando opportuni accorgimenti, l’integrazione del transgene può essere diretta verso siti specifici del genoma ospite: tale integrazione può abolire l’attività di geni endogeni bersaglio, generando modelli animali in cui è possibile studiare gli effetti della mancata azione di un determinato gene (knock out genico). Questo approccio è ampiamente utilizzato nella ricerca sia di base sia applicata per studiare e comprendere a fondo la funzione di specifici geni.