Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche
L’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opcw) rappresenta l’organo attuativo della Convenzione sulla proibizione dello sviluppo, produzione, stoccaggio e uso delle armi chimiche e sulla loro distruzione. Quest’ultima è stata ratificata nel 1993 da 165 firmatari ed è entrata ufficialmente in vigore nel 1997.
La storia dei tentativi concertati di ridurre gli armamenti da parte degli attori internazionali risale alla fine dell’Ottocento con la prima Conferenza dell’Aia sul disarmo (1899), cui seguì quella del 1907. Nel 1925 la comunità internazionale adottò il Protocollo di Ginevra sulla messa al bando di alcune tipologie di armamenti e solo negli anni Novanta del secolo scorso si arrivò alla ratifica della suddetta Convenzione sulle armi chimiche che, insieme a quella relativa alle armi biologiche e al Trattato di non proliferazione nucleare (Npt), rappresenta uno dei pilastri su cui si basa la politica del disarmo e contro le armi di distruzione di massa. L’Opcw risulta quindi strettamente legata alla Convenzione da cui di fatto è generata e ne rappresenta il braccio esecutivo, essendo preposta alle ispezioni di verifica nei paesi membri per assicurare l’adempimento del trattato.
L’Opcw – che lavora a stretto contatto con le Nazioni Unite – oltre a vigilare sul rispetto della Convenzione sulle armi chimiche fornisce un foro di dialogo e di consultazione fra i paesi membri nell’impegno alla lotta contro la proliferazione. Come stabilito dalla Convenzione, l’Opcw provvede a un sistema di verifiche internazionali, non soltanto dei siti conosciuti per la produzione di armi chimiche, ma anche di tutte quelle sostanze chimiche ad uso civile che potenzialmente potrebbero essere utilizzate anche per fini bellici, mettendo in atto una procedura di controllo simile a quella esistente nel campo della tecnologia nucleare. Tutti i firmatari della Convenzione sulle armi chimiche sono membri dell’Opcw e, attualmente, vi sono ancora sette paesi che hanno rifiutato di aderire: Angola, Corea del Nord, Egitto, Israele, Myanmar, Siria e Somalia. A tal proposito, l’Opcw sta seguendo il recente dibattito internazionale sulle presunte riserve di armi chimiche in territorio siriano. Tuttavia, non essendo la Siria uno stato firmatario della Convenzione, l’Organizzazione non è in possesso di un mandato legale per sostenere ispezioni sul territorio al fine di verificare la possibile esistenza di tali armi o attività ad esse correlate. Dunque, l’Opcw si astiene dal commentare la veridicità di queste affermazioni, pur continuando a inviare rappresentanti sul territorio siriano per incoraggiare lo stato ad aderire alla Convenzione.
Struttura istituzionale
La Conferenza dei paesi membri è l’organo plenario dell’Organizzazione, in cui sono rappresentati tutti gli stati che hanno aderito alla Convenzione. Come organo principale dell’Opcw, la Conferenza delinea le politiche generali dell’istituzione e fa raccomandazioni ai membri, oltre a prendere decisioni su tutte le questioni affrontate. Si riunisce una volta l’anno all’Aia e si esprime tramite votazioni in cui è necessaria la maggioranza assoluta. Solo in alcuni casi, ritenuti di particolare importanza, è richiesta la votazione per consensus. La Conferenza ha due organi sussidiari: la Commissione per la risoluzione delle dispute e il Consiglio scientifico consultivo.
Il Consiglio esecutivo è l’organo governativo dell’Organizzazione ed è formato da 41 membri, ognuno rappresentante di un paese facente parte dell’Opcw. I paesi che nominano un proprio rappresentante all’interno di questo organo sono eletti dalla Conferenza e la loro carica è di due anni. Ogni paese membro ha diritto, in accordo con il principio della rotazione, di farne parte. Si rispetta inoltre un principio di equa distribuzione geografica dei seggi: l’Europa occidentale ha diritto a dieci membri, l’Africa e l’Asia entrambe a nove membri, l’America Latina e i Caraibi insieme a sette membri e l’Europa orientale a cinque. In aggiunta, vi è un quarantunesimo rappresentante scelto a rotazione tra i paesi dell’Asia o dell’area dell’America Latina e dei Caraibi.
L’ordinaria amministrazione dell’Opcw è affidata al Segretariato tecnico, guidato dal direttore generale, che è nominato dalla Conferenza e resta in carica per quattro anni, con la possibilità di essere scelto per un secondo mandato. Quest’organo è suddiviso in nove uffici, preposti alla gestione dell’amministrazione, le relazioni esterne, l’ispettorato, l’assistenza e la cooperazione internazionale, gli affari interni, le questioni legali, i progetti speciali e gli organi decisionali. Ognuna di queste sezioni fa capo a un proprio direttore, sottoposto all’autorità del direttore generale.
Tutti i paesi membri dell’Organizzazione delle Nazioni Unite hanno siglato la Convenzione sulla proibizione dello sviluppo, produzione, stoccaggio e uso di armi chimiche e sulla loro distruzione. Uniche eccezioni sono rappresentate da Angola, Egitto, Corea del Nord, Siria e Somalia. Israele e Myanmar, per quanto firmatari della Convenzione, non hanno ancora ratificato il documento.