L’Organizzazione della Cooperazione islamica (Oic) è nata nel 1969 in seguito alla redazione della Carta costitutiva nella capitale marocchina Rabat. L’atto costitutivo è avvenuto nel clima che ha fatto seguito al conflitto arabo-israeliano del 1967 – la Guerra dei sei giorni – in un momento storico in cui, complice la questione palestinese, i paesi arabo-musulmani sentivano l’esigenza di rivendicare l’appartenenza ai valori dell’islam nei confronti della comunità internazionale. L’Oic si rifà all’idea di Umma, la comunità dei credenti musulmani, che trascende l’appartenenza nazionale e si basa su quella confessionale. L’organizzazione riunisce dunque tutti i paesi a maggioranza musulmana e si prefigge lo scopo di proteggere e salvaguardare i valori socio-economici della cultura musulmana, promuovere la solidarietà tra gli stati membri, migliorare la cooperazione culturale, scientifica, politica, sociale ed economica, sostenere la pace e la sicurezza internazionale, approfondire gli sforzi per la fruizione di un’istruzione avanzata.
I paesi fondatori dell’organizzazione furono 25, mentre oggi i membri dell’Oic sono 57 – facenti parte di tutti i continenti del globo con la sola eccezione dell’Oceania. Tale numero rende l’Organizzazione la seconda più grande tra gli osservatori delle Nazioni Unite – status concesso all’Oic nel 1975. Nel 1990 gli allora 45 ministri degli esteri dei membri dell’Oic si sono riuniti nella capitale egiziana del Cairo per redigere la Dichiarazione del Cairo sui diritti umani nell’islam. In seguito alle revisioni statutarie del 2008 – attraverso le quali sono stati inseriti tra gli obiettivi dell’organizzazione la promozione dei diritti umani, delle libertà fondamentali e del buon governo in tutti gli stati membri – è stato rimosso dalla Carta qualsiasi riferimento alla variante musulmana della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo per abbracciare solo quest’ultima, la versione adottata dalle Nazioni Unite.
L’Oic ha anche rilasciato diverse dichiarazioni e redatto convenzioni che riguardano la lotta al terrorismo e la definizione stessa di terrorismo, in particolar modo tramite la Convenzione adottata in materia nel 1999. Tale documento ha attirato le critiche di alcuni osservatori internazionali – tra cui Human Rights Watch – per l’ambiguità della definizione di terrorismo, sufficientemente ampia da giustificare la repressione di movimenti politici interni ai singoli paesi.
L’organo più rilevante dell’Oic è il Summit islamico. Costituito da tutti i capi di stato e i monarchi dei paesi membri, il Summit si riunisce ogni tre anni e fissa gli scopi e i progetti da perseguire da parte dell’Organizzazione. Accanto a tale organo vi è la Conferenza islamica dei ministri degli esteri dei paesi membri, la quale si riunisce invece ogni anno per esaminare i progressi fatti nel portare avanti gli obiettivi posti dal Summit. Entrambi questi organi si riuniscono ogni volta in una sede diversa, nonostante il quartier generale dell’Oic sia situato nella città saudita di Gedda. Il Segretariato permanente rappresenta invece il ramo esecutivo dell’Organizzazione e si trova proprio a Gedda, a testimonianza dell’importanza simbolica che l’Arabia Saudita – che ospita le due città sante dell’islam, La Mecca e Medina – riveste all’interno del mondo islamico. Il Segretariato ha il compito di attuare le decisioni prese dal Summit e dalla Conferenza dei ministri degli esteri. Dal 2014 questo ruolo è assegnato al saudita Iyad bin Amin Madani. L’Oic ha anche quattro Commissioni permanenti, che si occupano di: risoluzione del conflitto israelo-palestinese; informazione e affari culturali; cooperazione economica e commerciale; cooperazione scientifica e tecnologica. L’Organizzazione ha inoltre istituito altri organi e istituzioni, come la Banca islamica di sviluppo (Idb).
Afghanistan, Albania, Algeria, Arabia Saudita, Azerbaigian, Bahrain, Bangladesh, Benin, Brunei, Burkina Faso, Camerun, Ciad, Comore, Costa d’Avorio, Emirati Arabi Uniti, Gibuti, Egitto, Gabon, Gambia, Guinea, Guinea-Bissau, Guyana, Indonesia, Iran, Iraq, Giordania, Kazakistan, Kuwait, Kirghizistan, Libano, Libia, Malaysia, Maldive, Mali, Mauritania, Marocco, Mozambico, Niger, Nigeria, Oman, Pakistan, Palestina, Qatar, Senegal, Sierra Leone, Somalia, Sudan, Suriname, Siria, Tagikistan, Togo, Tunisia, Turchia, Turkmenistan, Uganda, Uzbekistan, Yemen.
Membri osservatori: Bosnia-Erzegovina, Repubblica Centrafricana, Repubblica Turca di Cipro Nord (Kktc), Russia, Thailandia.
Dal 2002 attendono la piena adesione all’Oic la Repubblica di Mauritius e la Repubblica Centrafricana, mentre diversi altri paesi richiedono da allora lo status di osservatore.