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organo

Enciclopedia Dantesca (1970)
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organo


Ricorre 10 volte, nel Convivio e nella Commedia, in significati tuttora vivi.

O. è innanzi tutto ciascuna delle parti che concorrono a formare il corpo dell'essere vivente (ma in D. il. vocabolo, con quest'accezione, compare solo con riferimento all'uomo) e che adempiono a compiti specifici nell'ambito della vita vegetativa e di relazioni: Cv IV XXV 11 la nostra anima conviene grande parte de le sue operazioni operare con organo corporale; l'immagine di una stella può apparire ‛ transmutata ' per l'organo visivo, cioè l'occhio (III IX 13); e così I I 12, II IV 17, III VIII 2, IV XXI 4, Pg XXV 66.

Analogamente, gola e bocca. sono gli o. della voce: Pg XXXI 9 Era la mia virtù tanto confusa, / che la voce si mosse, e pria si spense / che da li organi suoi fosse dischiusa, dove la " scientizzata precisione " (Mattalia) del linguaggio liberamente rielabora spunti virgiliani (Aen. II 774 e III 48 " vox faucibus haesit "; VI 492-493 " pars tollere vocem / exiguam: inceptus clamor frustratur hiantes "); e si veda anche If XVII 92. Dopo la resurrezione dei corpi, non potrà tanta luce, qual è quella che irradia dalle persone dei beati, affaticarne: / ché li organi del corpo saran forti / a tutto ciò che potrà dilettarne (Pd XIV 59); il senso generale della terzina è chiarito dal commento dell'Ottimo: " come crescerà la luce e lo splendore, dopo il dì del giudicio, all'anime con li corpi; così agli organi e virtù sensitive a proporzione crescerà virtù e forza a piena sufficienza ". È questo il dono dell'impassibilità, per il quale si veda Tommaso Sum. theol. III Suppl. 82 4 ad 5 " Claritas autem corporis gloriosi non aufert diaphanitatem a pupilla: quia gloria non tollit naturam. Unde magnitudo claritatis in pupilla magis facit ad acumen visus quam ad eius defectum ".

‛ O. del mondo ' sono detti, analogicamente, i cieli, in Pd II 121 Questi organi del mondo così vanno, / come tu vedi omai, di grado in grado, / che di sù prendono e di sotto fanno, perspicuamente chiarito dal commento del Mattalia: " organismo armoniosamente ordinato e unitariamente funzionale, il mondo ha i suoi organi nei cieli i quali, dall'alto in basso, procedono in un perenne equilibrio di attivo-passivo: prendono dall'alto, ma operano attivamente verso il basso ". La tradizione conosce anche la variante Questi ordini, ma, come osserva il Petrocchi (ad l.; Introduzione 225), è plausibile che " qui D. abbia voluto porre l'accento sulla funzione dei cieli come ‛ strumenti ', ‛ organi ' di quel gran corpo , che è l'universo... non come ‛ ordini ', ‛ gerarchie ' del cielo ", in armonia con la dottrina esposta in Mn II II 2 Est enim naturain mente primi motoris, qui Deus est; deinde in coelo, tanquam in organo quo mediante similitudo bonitatis aecternae in fluitantem materiam explicatur. Del resto, la lezione organi, nota e chiarita dalla chiosa di Benvenuto (" tamquam naturalia instrumenta suorum motorum "), corrisponde alla " filosofia arabica e neoplatonica " (Nardi), cui D. attinge.

In Pg IX 144 e Pd XVII 44 o. indica lo strumento musicale ad aria: v. la voce seguente.

Bibl. - B. Nardi, Saggi di filosofia dantesca, Firenze 1967², 24.

Alessandro Niccoli

Vocabolario
òrgano
organo òrgano s. m. [lat. ŏrgănum, dal gr. ὄργανον (affine a ἔργον «opera»)]. – In senso ampio ed etimologico, strumento, da cui discendono tutti gli altri sign. particolari. 1. In biologia, unità anatomica, fisiologica e funzionale costituita...
òrgano-
organo- òrgano- [tratto da organico]. – In chimica, prefisso usato per indicare che l’elemento o il radicale al quale esso è anteposto è presente in un composto organico; così o.-alluminio, o.-stagno, o.-fosforo, o.-tiocianato, ecc.
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