ORGANO (gr. ὄργανον "strumento")
Anatomia. - In anatomia sono chiamati organi le parti le quali concorrono a formare il corpo dell'uomo e degli animali, distinte per caratteri morfologici, i quali si ripetono in animali diversi, per la sede, per la forma, per l'intima struttura, per le modalità con cui si formano durante lo sviluppo embrionario. Ciascun organo consta quasi sempre di materiali costitutivi o di tessuti diversi (v. tessuto). Però l'organo è un'unità piuttosto fisiologica anziché anatomica.
Non sempre un organo dell'adulto trova il suo equivalente nell'embrione; e un organo è spesso decomponibile in altre unità d'ordine decrescente lobi, lobuli, canalicoli, se si tratta di ghiandole; i muscoli si suddividono in fascetti di fibre muscolari, terziarî, secondarî, primarî. Il criterio della forma è spesso inadeguato per definire un organo; è soprattutto la funzione differente che ci permette di distinguere i varî organi l'uno dall'altro. Noi consideriamo, p. es., la laringe, strumento della funzione fonetica, come un organo, sebbene dal punto di vista strettamente morfologico non rappresenti un tutto unitario, bensì consti di parti diverse: muscoli, elementi scheletrici, cartilaginei, ecc. Così è un organo il polmone sebbene vi si riconoscano parti di forma diversa: bronchi, alveoli polmonari, le quali tutte collaborano a un'unica funzione.
La parola organo viene pure usata in citologia per indicare le parti microscopiche che costituiscono la cellula: il nucleo, i centrioli, i con driosomi, ecc. (v. ciitologia).