ORIENTAMENTO PROFESSIONALE
PROFESSIONALE Per o. p. s'intende quel complesso di iniziative, di programmi e d'istituti indirizzati al fine di agevolare il giovane nella scelta di quella professione che meglio risponda agli ideali che il giovane avverte, spesso inconsciamente, in sé, e che comunque meglio possano realizzare le doti individuali e meglio si inseriscano in una particolare situazione economica, familiare o sociale, in un ambiente determinato. In tal senso l'o. p. si distingue dalla selezione, che è soltanto la scelta che l'individuo adulto compie in vista di due o più lavori che gli si offrono; l'o. p. riguarda i fanciulli o gli adolescenti, e può svolgersi soltanto nell'ambito della scuola, onde più propriamente si parla di orientamento scolastico e professionale, e riguarda non soltanto i mestieri ma anche le carriere intellettuali, sebbene in pratica, almeno in Italia, l'attributo professionale soglia essere riferito ai mestieri e alle scuole che avviano ai mestieri.
L'inserimento dell'o. p. nell'ambito delle istituzioni scolastiche pone in primo piano la figura dell'educatore, che dovrà accertare le attitudini psico-fisiche dell'allievo, valutandone l'intelligenza e la personalità e compiendo una serie di accertamenti anche fuori dell'ambiente scolastico, e cioè nella famiglia, e avvalendosi della collaborazione dello psicologo e del medico: questi dovrà assicurarsi delle condizioni fisiche dell'allievo in rapporto al contenuto del mestiere e all'ambiente sociale dove detto mestiere verrà ad essere esercitato, mentre lo psicologo accerterà il tipo di personalità dell'allievo, correderà tale accertamento con una varia valutazione d'ordine psicologico generale, applicando se è il caso i metodi della psicotecnica. L'educatore raccoglierà tutti i dati e istituirà un proficuo colloquio con l'allievo, invogliandolo a condurre un altro e più importante colloquio: con sé stesso, fidando sugli elementi della propria esperienza e conoscenza. L'o. p. è dunque un aspetto e un momento del processo educativo, e con questo collaborano anche istituzioni estranee alla scuola, come i centri di o. p. e di consulenza scolastica. Infatti l'opera dell'educatore non si arresta alla formulazione di un giudizio riassuntivo, offerto all'allievo sotto forma di consiglio, da seguire o da scartare, ma egli dovrà garantirsi che, pur nei limiti della personale libertà, l'intuizione della vocazione professionale non sia casuale e affrettata, ma il frutto di un lento processo formativo, così che in quel dato mestiere il giovane ritrovi integralmente tutte le sue sollecitazioni interne, i suoi interessi, il suo mondo spirituale, il facile espletamento di un'attività che sia in perfetta armonia coi requisiti pratici indispensabili.
L'esame di o. p. può essere considerato non solo in senso psicofisiologico, ma anche come indagine caratteriologica oppur clinica, o invece come studio del rapporto tra allievo e ambiente sociale nel quale è nato e si ritiene continui a vivere. Trasportare l'o. p. dal piano individuale a quello sociale vuol dire attribuire un valore eminentemente sociologico alla specifica esperienza vitale del soggetto; e infatti l'educatore dovrà avere a disposizione un'aggiornata analisi delle condizioni del mercato di lavoro; si dovranno inoltre incoraggiare inchieste condotte su tutta l'estensione sociale di un paese per conoscere le incertezze, le perplessità, le difficoltà dei giovani a proseguire in un determinato tipo di lavoro, e infatti oggi funzionano quali grandi centri di raccolta delle opinioni e degli atteggiamenti dei giovani anche i partiti politici, i sindacati, le industrie, taluni organismi governativi. Inoltre alcuni aspetti caratteristici del progresso industriale, come il problema dell'automazione, debbono essere riesaminati alla luce di una vasta conoscenza dei rapporti che essi istituiscono con l'o. p.; la psicologia del lavoro è senza dubbio apportatrice di elementi importantissimi per una nuova metodologia e didattica della selezione attitudinale. Altrettanto importante è la conoscenza di alcuni problemi storici, quali ad esempio l'andamento delle correnti emigratorie o lo sviluppo dell'economia nel mondo.
Il problema dell'avvenire dei giovani si è posto contemporaneamente a quello della divisione del lavoro. Già Platone, Montaigne, Pascal, Herbart, Henry Mackenzie e molti altri avevano scritto in proposito; e il tema della scelta di un mestiere era divenuto anche motivo letterario, come si può vedere in Bleak House di Dickens, là dove si narra della casualità di selezione di un mestiere senza alcun pratico orientamento. Ma solo alla fine del sec. 19° l'o. p. si sviluppò come argomento degno di un'indagine scientifica e come vero e proprio problema sociale, causato dal progresso della tecnica e della meccanizzazione. Il fattore industriale fu la causa determinante della ricerca delle attitudini; sorse così la psicologia applicata al lavoro, e la nuova ricerca si sviluppò contemporaneamente in varî paesi europei ed extraeuropei. Negli S.U.A. dapprima la ricerca attitudinale fu intrapresa a iniziativa di filantropi, ma nel 1908 Frank Parsons diede vita a un vero e proprio servizio di indagine dell'o. p., a Boston, mentre a Parigi Alfred Binet pubblicava la sua "scala d'intelligenza"; successivamente varie imprese industriali e commerciali e anche organismi municipali assunsero l'iniziativa di rendere familiare ai giovani l'idea che in una scuola avrebbero trovato il luogo adatto per la scoperta e lo sviluppo della loro attitudine al lavoro. Solo nel 1929 si organizzò a New York un vero servizio di "vocational guidance" a spese dello Stato, e dopo la grande crisi del 1930 molte scuole pubbliche sentirono l'urgenza del problema. Attualmente un numero considerevole di università e di colleges preparano gli educatori, i cosiddetti consiglieri di orientamento; è pure sviluppata la correlazione tra o. p., direzione scientifica aziendale e analisi delle mansioni (ingl. job analysis); esistono anche uffici di riadattamento professionale, funzionanti come organi di collocamento di individui già esaminati e istruiti al fine della scoperta dell'attitudine. In Inghilterra, prima della seconda guerra mondiale, il ricorso all'opera di centri di o. p. dipendeva in gran parte dalla collaborazione tra famiglie e organismi scolastici; ma ben presto si addivenne alla creazione di un Consiglio centrale dell'impiego (Youth Employment Service), presso il dicastero del Lavoro, e si disponeva che tutti i giovani, all'atto di uscire dalle scuole dell'obbligo, venissero segnalati dall'autorità scolastica ai centri di o. p., i quali avrebbero provveduto ad invitarli a studiare nei centri la propria attitudine ad un mestiere. In Germania la Bundesanstalt für Arbeitsvermittlung und Arbeitslosenversicherung stabilisce le direttive per l'organizzazione professionale pubblica nella Repubblica Federale, organizza corsi gratuiti che si concludono col collocamento degli apprendisti in quell'azienda industriale o commerciale ritenuta più adatta al singolo. In Francia funzionano ben 209 centri pubblici di o. p., accanto a molti privati, e i centri partecipano ai concorsi di ammissione nelle varie scuole tecniche; i varî centri sono raggruppati in segretariati di o. p., in numero, attualmente, di diciannove. Nella URSS l'o. p. nacque dalle ricerche dell'Istituto di fisiologia cerebrale di Leningrado, nel 1924; più tardi (1930) si giunse alla creazione di un Istituto centrale, che diresse tutte le iniziative in questo campo, finché (1934) tutto il compito venne devoluto al Laboratorio Centrale per l'o. p. e il collocamento dell'Unione Generale dei Lavoratori, il cui Consiglio Centrale è responsabile del buon andamento della ricerca attitudinale in tutto il territorio sovietico.
In Italia, l'art. 4 della Costituzione sancisce l'obbligo dello Stato "a promuovere le condizioni che rendano effettivo" il diritto di tutti i cittadini al lavoro; in tal modo la carta costituzionale della Repubblica Italiana veniva a rendere un dovere dello stato ciò che prima era devoluto all'iniziativa di privati o di enti di ricerca scientifica. Il problema dell'o. p. era sorto in Italia con la costituzione di lavoratori di psicotecnica, quali l'Istituto civico di psicologia sperimentale fondato nel 1918 da C. Doniselli, l'Ufficio di o. p. del Governatorato di Roma, istituito nel 1921 per iniziativa di M. Diez Gasca, il servizio di o. p. della Società Umanitaria di Milano, ecc.; più tardi si costituì (1935) un ufficio per l'o. p. presso il Ministero dell'Educazione Nazionale, e nel 1942 venne nominata una commissione di studî per preparare la formulazione di un progetto di legge per istituire l'o. p. Nel dopoguerra si assunsero varie iniziative, ma sempre nell'ambito di singoli enti e senza una legge specifica. Nel 1952 l'ENPI (Ente Naz. Previdenza Infortunî) ha costituito centri di psicologia del lavoro; nello stesso periodo si sono diffusi varî centri di orientamento nell'ambito dei consorzî provinciali per l'istruzione tecnica, sovente collegati con i laboratorî di psicologia delle università, i quali sono in grado di fornire personale docente specializzato; i centri dei consorzî svolgono attiva opera di propaganda e di informazione, studiano e organizzano il pre-orientamento, apprestano corsi per l'orientamento vero e proprio; tali corsi sono naturalmente gratuiti. È da augurarsi che l'attività benemerita di tali centri sia organizzata su vasta scala e in tutte le province della nazione, goda di un più fattivo interessamento da parte dello stato, e fruisca di una sempre maggiore collaborazione da parte dell'ambiente scolastico, pubblico e privato, il quale d'altronde si va rendendo sempre più sensibile al problema dell'o. p., come senza dubbio mostrerà la legge in corso sulla scuola media unificata, cui saranno devoluti tutti o molti dei compiti di selezione attitudinale dei giovani in età d'obbligo scolastico.
Bibl.: F. J. Keller-M. S. Vieles, Vocational guidance through the world, New York 1937; A. Gemelli, L'o. p. dei giovani nelle scuole, Milano 1947; L'orientation professionnelle, Bureau Intern. du Travail, San Francisco 1948, Ginevra 1949; A. Marzi, Problemi ed esperienze di psicologia del lavoro. Orientamento e selezione, Firenze 1953; A. Marzi-S. Chiari, L'o. scolastico e p. in Italia e nel mondo, con scritti inoltre di L. Ancona, A. Gemelli, A. Massucco Costa, M. Ponzo, L. Volpicelli, Roma 1960.