ORIENTAZIONE
. È il volgersi, nella preghiera o in altri atti del culto, verso Oriente. Ma talvolta può trattarsi anche di altro punto cardinale, così come si può avere anche una forma di orientazione, che consiste nel volgersi in direzione di una determinata località, particolarmente sacra. L'orientazione si può avere altresì nella costruzione dei templi, e anche delle abitazioni, e persino nella sepoltura. Non è dunque dimostrato che essa sia sempre e dovunque collegata con l'adorazione del sole, almeno come culto vero e proprio.
Se ne trovano esempî diversissimi, in tutte le religioni e in tutte le parti del mondo, dal Messico precolombiano all'America Settentrionale (dove, p. es., presso gli . Omaha l'ingresso dell'accampamento, specie all'epoca delle grandi cerimonie di carattere tribale, dev'essere a E.), alla Polinesia, all'India, alla Grecia antica (dove la maggior parte dei templi è orientata, nel senso che l'ingresso è ad E., e verso questo punto guardava il sacerdote nel sacrificare volgendo le spalle al tempio), ecc. Per ciò che riguarda la sepoltura, la disposizione del cadavere in una determinata direzione può essere dovuta alla credenza che così venga facilitato (o impedito) il viaggio dell'anima verso il regno d'oltretomba (spesso favoleggiato in Occidente). Dell'orientazione dei cristiani nella preghiera parlano varî antichi scrittori, quali Tertulliano (Apol., 16), S. Agostino (De serm. Dom. in monte, II, 18) e altri: può trattarsi di sopravvivenza di un uso giudaico (v. sotto) e può avervi influito, come sulla determinazione del Natale, la raffigurazione di Gesù come Sol iustitiae.
Nelle chiese cristiane, l'orientazione è abbastanza comune, nel senso che l'asse longitudinale sia in direzione E.-O.; talvolta (come nella maggior parte delle chiese antiche di Roma) ad E. è la porta (e l'altare a O.): più spesso, specie in Oriente, accade il caso contrario. Non mancano esempî di chiese la cui disposizione venne modifieata, per collocare l'altare ad E., conforme all'uso già accennato di pregare.
Presso gli Ebrei, non mancano indizî di orientazione vera e propria (p. es., il fondo del Tabernacolo collocato verso occidente, Esodo, XXVI, 22); ma prevalse il concetto che la preghiera si dovesse fare, guardando verso Gerusalemme e il Tempio (p. es., Daniele, VI, 11): cioè, in quasi tutti i paesi del mondo mediterraneo, verso Oriente. In questo senso furono orientate anche le sinagoghe: in quella di Dura-Europo si nota una specie di baldacchino, che sembra corrispondere alla qiblah, la quale nelle moschee indica la direzione della Mecca (v. moschea).
Bibl.: H. Nissen, Orientation, Berlino 1906; T. D. Atkinson, Points of the compass, in Hastings, Encycl. of Religion and Ethics, X, Edimburgo 1918, pp. 73-88.