BONARLI, Orlando (Buonarli, Rolandus de Bonarlis)
Nacque a Firenze, da Giovanni, nel 1399.
Nulla si sa sulla famiglia Bonarli prima del 1343, anno in cui il bisnonno del B., Meglio, fece parte dei Sedici gonfalonieri, organo collegato alla suprema magistratura fiorentina, la Signoria. Anche se in seguito tre Bonarli furono membri della Signoria, la famiglia non raggiunse mai una preminenza politica.
Il B. nel corso degli anni '20 studiò diritto civile e canonico a Bologna, conseguendo nel 1428 il dottorato in diritto canonico e la licentia docendi nel civile. Certamente era a quell'epoca troppo povero per presentarsi ai costosi esami del dottorato in diritto civile, che avrebbe però conseguito più tardi. Nell'arco di tempo dal 1427 al 1438 insegnò, a più riprese, a Bologna: usus feudorum nel 1427-28, e diritto canonico negli anni successivi. Sebbene dal 1420 al '30 non risiedesse continuativamente a Firenze, pagò le tasse al catasto della città. E nello Studio fiorentino insegnò diritto canonico nell'anno 1439-40 e nei tardi anni '40.
Nell'aprile 1440 lo troviamo iscritto all'Arte dei giudici e notai: il che mostra la sua intenzione di esercitare l'avvocatura in Firenze. In stretti rapporti con i circoli pontifici si trasferì per qualche tempo a Roma intorno al 1450; qui prese gli ordini e nel 1451 divenne uditore alla Sacra Rota. I Commentarii di Pio II lo tratteggiano come stimato e retto giurista, e ne sottolineano il tenore di vita molto modesto, il che viene in effetti confermato dalla prima "portata al catasto" (1427), che il B. compilò insieme con il fratello Migliore, residente a Venezia, dove probabilmente fungeva da agente per conto di un mercante fiorentino. Alla morte dell'arcivescovo S. Antonino (maggio 1459) furono i Fiorentini a richiedere al pontefice che il B. fosse chiamato a succedergli. Da quel momento, stando alla testimonianza di Pio II, il B. cambiò improvvisamente: cominciò a brigare per ottenere il cardinalato e tale desiderio lo avrebbe consunto al punto da portarlo ben presto alla tomba.
Morì nel febbraio del 1461. Sotto certi aspetti la sua carriera è un esempio tipico della facilità con cui i giuristi rinascimentali potevano affermarsi sia in campo professionale sia in quello sociale.
Del B. ci è giunto un consiglio legale, relativo ad una causa civile tra due laici (Bibl. Naz. di Firenze, cod. Magl., XXIX, 173, f. 107); un altro voto legale, da lui redatto intorno al 1447 insieme con Zanobi Guasconi, circa l'uscita dall'Ordine domenicano e poi il ritorno in esso di fra Sebastiano di Iacopo, è stato edito dall'Orlandi, "Necrologio...", II, p. 488.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Firenze, Catasto, 69, c. 584; Ibid., Arte dei giudici e notai, 126, c. 53; Ibid., Manoscritti, 265, ff. 3 s.; Ibid., Priorista Mariani, III, f. 708; Pio II, Commentarii, Frankfurt 1614, p. 56; L. G. Cerracchini, Cronologia sacra de'vescovi e arcivescovi di Firenze, Firenze 1716, pp. 161-163; Id., Fasti teologali, Firenze 1738, p. 157; Statuti della Univ. e Studiofiorentino, a cura di A. Gherardi, Firenze 1881, pp. 443, 456, 461; Il "Liber secretus iurisCaesarei" dell'Univ. di Bologna, a cura di A. Sorbelli, II, Bologna 1942, p. 78; E. Cerchiari, Capellani papaeet Apostolicae Sedisauditores causarumSacri Palatii Apostoliciseu Sacra Romana Rota, II, Roma 1921, p. 60; U. Dallari, I Rotulidei lettori... dello studio Bolognese, IV, Bologna 1924, pp. 54, 58, 60, 62, 64, 66; S. Orlandi, "Necrologio" di S. Maria Novella, II, Firenze 1955, ad Indicem; Id., S. Antonino. Studi bio-bibliografici, I, Firenze 1959, pp. 45, 128, 184; L. von Pastor, Storia dei Papi, II, Roma 1961, pp. 44 s. Nell'Arch. arcivesc. di Firenze si trovano documenti riguardanti il B., ma non ne è stata concessa la consultazione.