ORLÉANS, Louis-Philippe-Joseph, duca d' (Philippe-Égalité)
Nacque a Saint-Cloud il 13 aprile 1747 da Luigi Filippo (1725-1785), figlio di Luigi (1703-1752), figlio del Reggente. Ancora duca di Chartres, combatté valorosamente a Ouessant (27 luglio 1778) nella flotta del conte d'Orvilliers. Più tardi, Gran Maestro della massoneria, anglomane e filantropo alla moda, appoggiò il parlamento di Parigi contro il De Brienne (1787) e difese le ragioni del Terzo Stato nell'Assemblea dei notabili (1788) e negli Stati Generali (1789). Era poco ben visto alla corte, della quale amava deridere pubblicamente le abitudini e i pregiudizî; ma per questo appunto, non meno che per le distribuzioni di grano che faceva alla plebe, acquistò una popolarità quasi uguale a quella del Necker. Nel suo giardino, divenuto pubblico dacché aveva affittato ad uso di negozî i portici del Palais-Royal (1786), si raccolse la folla, che, il 14 luglio, marciò contro la Bastiglia. Forse, almeno intimamente, egli aspirò allora, come il suo proavo, alla corona. Dopo le giornate di ottobre, cresciuti i sospetti della corte, fu allontanato da Parigi col pretesto di una missione in Inghilterra, e allora brigò, si dice, per farsi re dei Paesi Bassi, ch'erano in subbuglio per le riforme dell'imperatore Giuseppe II. Tornato da Londra nel luglio 1790 e respinto dai Foglianti, si fece amico del Danton e dei Cordiglieri, rinunziò a tutte le prerogative di principe del sangue e infine assunse il nome di Filippo Égalité (15 settembre 1792). Nella Convenzione sedette alla sinistra, con la quale votò - gesto moralmente ripugnante - l'immediata esecuzione di Luigi XVI; ma nulla valse a dissipare i dubbî dei giacobini sul vero scopo della sua condotta. Il tradimento del Dumouriez e la fuga del suo primogenito, duca di Chartres, determinarono la sua rovina. Il 6 aprile 1793 fu tratto in arresto nel suo palazzo, trasferito subito a Marsiglia e ricondotto poi di nuovo a Parigi e rinchiuso alla Conciergerie (3 settembre). Nessun'accusa poté essere provata, ma il tribunale rivoluzionario lo condannò egualmente alla ghigliottina. Morì senza mostrare paura il 6 novembre 1793.
Non ebbe la capacità e forse neppure la vera volontà d'organizzare e guidare un partito. Più tardi il Talleyrand scrisse di lui: "Le Duc d'Orléans est le vase dans lequel on a jeté les ordures de la révolution".
Bibl.: A. Nettement, Ph. Égalité, Parigi 1842; G. Du Boscq, de Beaumont e M. Bernos, La famille d'Orléans pendant la révolut. d'après sa corresp. inédite, ivi 1913; A. de Maricourt, Madame Adélaïde de Bourbon Penthièvre, duchesse d'Orléans, mère du roi Louis-Philippe, ivi 1913-14, voll. 2; A. Britsch, La maison d'Orléans à la fin de l'ancien régime, ivi 1926.