ORONTE (᾿Ορόντης, Orontes)
Dio dell'omonimo fiume della Siria (oggi Nahr el-῾Asi), detto dalle fonti antiche figlio di Oceano e di Teti.
Tzetzes (Lykophr., 697 ss.) narra che il fiume si innamorò della ninfa Meliboia (personificazione dell'isola che sorge presso la sua foce) e avrebbe travolto ogni cosa con i suoi flutti se Zeus non lo avesse trattenuto.
La più celebre rappresentazione dell'O. è nel gruppo della Tyche di Antiochia, ricordato anche da Pausania (Perieg., vi, 2, 7) come opera di Eutychides di Sicione, scolaro di Lisippo (v. eutychides, 1°). La dea della città, con corona turrita in capo, è raffigurata seduta su una roccia, con un fascio di spighe in mano; ai suoi piedi emerge dalla rupe il busto di un giovane ignudo, con lunghi capelli, che allarga le braccia nuotando: è il dio del fiume dal corso parzialmente sotterraneo che qui è rappresentato nell'atto di tornare alla luce, ovvero, come vogliono alcuni, di scaturire dalle sue sorgenti montane.
Del grande favore goduto da questo gruppo statuario, che dovette essere eseguito poco dopo il 300 a. C. (data di fondazione di Antiochia ad opera di Seleuco I), fanno testimonianza le numerose repliche. Anche le monete, soprattutto di città microasiatiche della Cilicia, Pamphylia, Galazia (Aspendos, Tarso, Mallo, Ancyra, Tyana) e della Siria (Laodicea, Damasco) mostrano, durante tutto il corso della età imperiale, uno schema iconografico, con la divinità fluviale che esce dalla base rocciosa su cui è assisa la dea della città. La Tyche di Antiochia e l'O. sono effigiati però già sulle monete di Tigrane I d'Armenia (97-56 a. C.); l'Imhoof-Blumer parla dell'O. che appare su queste monete come di una figura "cornuta": benché questo attributo sia frequente nelle rappresentazioni tardo-ellenistiche delle divinità fluviali, sembra essere attestato soltanto in questo caso per l'iconografia dell'Oronte. Da notare che su alcune monete della tarda età imperiale romana il gruppo della Tyche e dell'O. compare entro un tempietto tetrastilo sulla cui sommità è un cervo corrente. In qualche rarissimo esemplare di monete cilicie i fiumi personificati scaturenti dalla roccia vengono duplicati, mentre talora il gruppo si accresce di qualche figura accessoria, come la Fortuna con cornucopia o un personaggio in abito militare incoronante la Tyche. Quest'ultima scena si mostra anche su alcuni cammei, mentre del pari rarissima è la figura del fiume, da solo, a mezzo busto, che tiene con la destra un'aquila (moneta di Hierapolis).
Bibl.: Höfer, in Roscher, III, i, 1897-909, c. 1056-1057, s. v., n. 3; Lehnerdt, ibid., I, 2, 1493, s. v. Flussgötter. Sulla statua di Eutychides: J. Overbeck, Geschichte der griechischen Plastik, II, Lipsia 18944, pp. 172-3, fig. 184; p. 186, nota 11; H. Hekler, Die Antiken in Budapest. I. Die Sammlung antiker Skulpturen, Budapest 1929, pp. 63-7, n. 52 e fig.; P. Ducati, L'arte classica, Bologna 19392, p. 485, fig. 619; R. Hinks, Myth and Allegory in Ancient Art, Londra 1939, pp. 78-9, tav. XII. Sulle monete: T. E. Mionnet, Description de médailles antiques grecques et romaines, I, Parigi 1806, p. 385; III, 1808, pp. 583-4; 554, 591, ecc.; IV, 1809, p. 378; V, 1811, pp. 156-7; 255-6; F. Imhoof-Blumer, Monnaies grecques, Parigi-Lipsia 1883, pp. 437-8, n. 122; W. Wroth, Catalogue of the Greek Coins of Galatia, Cappadocia and Syria in the British Museum, Londra 1899, pp. 158, n. 57, tav. XIX, 4; 159 n. 59; 166, nn. 131-149, tav. XX, 10, 12-13; 205-08, nn. 450, 469, 473, ecc.; B. V. Head, Historia numorum, Oxford 1911, pp. 778-80. Sui cammei: M. Chabouillet, Catalogue général des camées de la Bibliothèque Nationale, Parigi 1858, pp. 235-6, nn. 1749-1751; H. B. Walters, Catalogue of the Engraved Gems and Cameos Greek Etruscan and Roman in the British Museum, Londra 1926, p. 188, nn. 1757-1759, tav. XXIII.