ORSI, Gian Giuseppe Felice, conte
Letterato ed erudito, nato a Bologna il 19 giugno 1652, morto a Modena il 20 settembre 1733. Dopo avere dimorato lungamente in Francia, fu a Roma al servizio del cardinale Rinaldo d'Este; di qui si trasferì a Bologna.
Lo rende degno di ricordo la partecipazione alla polemica col Bouhours con le Considerazioni sopra un famoso libro franzese intitolato La Manière de bien penser, ecc. (Bologna 1703) e con le quattro Lettere sullo stesso argomento indirizzate a Madame Dacier (Bologna 1705), nei quali scritti egli prende per primo le difese della letteratura italiana contro la critica d'oltralpe, seguito e sostenuto dal consenso e dal plauso di L. A. Muratori, A. Zeno, E. Manfredi, A. M. Salvini e altri.
Nelle Considerazioni e nelle Lettere l'O. fu il difensore del classicismo d'Arcadia contro i Francesi modernes; concepì l'arte classicamente come dilettosa occupazione che deve sottostare alle esigenze della morale e del buon senso e si fece assertore e propugnatore della critica cosiddetta di autenticazione, consistente nell'"autorizzamento" delle immagini per mezzo del confronto con i classici: critica che se fu miope oltre ogni dire, riuscì utile tuttavia là dove mise in evidenza l'ignoranza e la presunzione con cui i Francesi giudicavano delle lettere italiane, e là dove, con i ragionamenti sul vero e sul verosimile e col distinguere nel secentismo un'esagerazione di forma e un'altra di contenuto, concorse ad agitare e a tenere desti importantissimi problemi di estetica. V. anche antichi e moderni; martello, Pier Iacopo.
Bibl.: L. A. Muratori, Vita del marchese O., nel tomo II delle Consid. cit.; G. Fantuzzi, Scrittori bolognesi, VI, Bologna 1781-1790, pp. 120-207; G. Toffanin, L'eredità del Rinascim. in Arcadia, Bologna 1923.