ANGUILLARA, Orso
Nacque a Roma ai primi del XIV secolo da Francesco dell'Anguillara, morto nel 1317, e da Costanza Orsini. Poche notizie si hanno sulla sua attività giovanile; nel 1322 Giovanni XXII, che faceva affidamento sulla fedeltà dei tre fratelli A., Pandolfo, Francesco e Orso, gli concesse un canonicato di Burgos e nel 1323 un altro canonicato in S. Pietro di Roma; un terzo canonicato, questa volta della cattedrale di Siviglia, gli fu attribuito nel 1326. Nel 1331, insieme col fratello Francesco (Pandolfo era nel frattempo scomparso dalla scena politica), l'A. attaccava Sutri, iniziando così in modo clamoroso una politica personale di accrescimento territoriale e di aggressione nei riguardi del Patrimonio della Chiesa, per la difesa del quale il pontefice s'era illuso di poter contare proprio su di lui e sui suoi fratelli. Sutri fu liberata a stento dall'intervento del rettore del Patrimonio Pietro d'Artois e l'A. e Francesco, di colpo, passarono dall'alleanza alla più accanita inimicizia, combattendosi reciprocamente con le armi. A ciò contribuì forse il fatto che l'A., nel 1329 o subito appresso, s'era unito in matrimonio, sia pure dopo molte e gravi esitazioni, e in seguito a energiche pressioni di Giovanni XXII, con una figlia di Stefano Colonna, Agnese. Lo stesso Roberto d'Angiò, il 2 maggio 1332, inviò Landolfo Brancaccio come paciere nella lite sorta fra i due fratelli, ma senza alcun risultato. Il 6 maggio 1333, anzi, Francesco, attratto in un'imboscata preparata dai Colonna, fu ucciso. Questo odioso fatto di sangue rese ancora piu aspra la guerriglia che i nobili romani venivano conducendo fra loro. Il figlio di Francesco, Giovanni, schieratosi apertamente a fianco degli Orsini, rinnovò la ostilità contro lo zio, ostilità che invano Benedetto XII tentò a più riprese di comporre. Nel 1336, in un momento in cui maggiormente nel Patrimonio ribollivano gli odi di parte, il Petrarca fu ospite dell'A. e di sua moglie Agnese nel castello di Capranica e giudicò il conte "amator pacis sine bellorum metu, inter bella securus non sine pacis desiderio"; certo è che il poeta si legò allora di viva amicizia con l'A., che era uomo di notevole cultura e che pare si dilettasse anche di poesia.
Nel novembre del 1340 l'A. fu fatto senatore di Roma insieme con Giordano Orsini ed ovviò immediatamente alla grave carestia che affliggeva allora la città, costringendo con la forza Toscanella a concedere l'estrazione dei viveri. Nella Pasqua del 1341, poi, incoronò personalmente in Campidoglio il Petrarca, nel corso di una fastosa e solenne cerimonia. L'A. fu ancora senatore fra il novembre del 1344 e l'aprile del 1345, insieme con Bertoldo Orsini; in questo periodo tentò di migliorare la propria situazione patrimoniale, mediante il matrimonio di suo figlio Domenico con Elisabetta figlia di Giovanni di Vico (febbraio 1344) e di sua figlia Maria con Bonaventura signore di Cerveteri. Nel 1347, Cola di Rienzo riuscì finalmente a comporre la discordia fra l'A. e suo nipote Giovanni, spartendo fra loro il patrimonio della famiglia; da allora questa si divise in due rami, quello dei conti d'Anguillara propriamente detti, discendenti da Orso, e quelli di Anguillara e Capranica discendenti da Giovanni.
L'A. morì prima del 1366, anno in cui la figlia Maria viene detta "condam magnifici viri Ursini comitis Anguillarie".
Fonti e Bibl.: Benoit XII. Lettres communes, a cura di J.-M. Vidal, I, Paris 1903, n. 5156; II, ibid. 1910, nn. 5401, 8259, 8260, 8278; Jean XXII. Lettres communes, a cura di G. Mollat, IV, Paris 1910, nn. 16325, 16942; VI, ibid. 1912, n. 26764; Francesco Petrarca, Le Familiari, a cura di V. Rossi, I, Firenze 1933, pp. 102-103, 174; M. Antonelli, La dominazione pontificia nel Patrimonio, in Arch. d. soc. romana di storia patria, XXVI (1903), p. 277; V. Sora, I conti di Anguillara, ibid., XXIX (1906), pp. 431-436; A. De Boüard, Le régime politique et les institutions de Rome au moyen-âge, Paris 1920, pp. 269, 270, 272 s., 325 s.; I. Vinogradoff, Miscellanea romana, in The English Historical Review, XLV(1930), pp. 613-617, 620 s.; M. Antonelli, Nuove ricerche per la storia del Patrimonio, in Arch. d. soc. romana di storia patria, LVIII(1935), pp. 136 s.; A. Salimei, I Senatori, Roma 1935, pp. 106, 108; E. Dupré-Theseider, Roma dal Comune di popolo alla Signoria pontificia, Bologna 1952, pp. 492, 501, 508, 515, 529, 701.