CORBINO, Orso Mario
Nacque ad Augusta (Siracusa) il 30 apr. 1876 da Vincenzo, proprietario di un piccolo pastificio, e da Rosaria Imprescia, figlia di un impresario edile. Secondogenito di sette figli, il C. fece i primi studi nel seminario di Siracusa e il liceo a Catania, ove ebbe come insegnante di fisica E. Stracciati, autore insieme con E. Bartoli, di alcuni importanti lavori sulla teoria del corpo nero. Finito il liceo, il C. si iscrisse al primo anno di fisica all'università di Catania, ma l'anno dopo si trasferì a Palermo dove completò gli studi universitari sotto la guida di Damiano Macaluso, autore di un buon testo di termodinamica. Conseguita la laurea in fisica a soli vent'anni, il C. andò a insegnare per qualche mese a Catanzaro, ma tornò presto a Palermo, ove insegnò per cinque anni al liceo "Vittorio Emanuele". Contemporaneamente frequentava il laboratorio del Macaluso, ove svolgeva ricerche sulle proprietà dei dielettrici sottoposti a trazione e sul funzionamento dell'arco. Nel 1898, insieme con il Macaluso, scoprì che il potere rotatorio del vapore di sodio nel campo magnetico diventa anomalmente grande in vicinanza delle righe di risonanza; questo effetto viene indicato come effetto Macaluso-Corbino.
Il C. diede subito l'interpretazione corretta del fenomeno, mettendolo in relazione con l'effetto Zeeman, scoperto due anni prima (cfr. O. M. Corbino-D. Macaluso, Sopra una nuova azione che la luce subisce attraverso alcuni vapori metallici in un campo magnetico, in il Nuovo Cimento, VII [1898], pp. 257 s.; e O. M. Corbino-D. Macaluso, Sulla modiflcazione che la luce subisce attraversando alcuni vapori metallici in un campo magnetico, ibid., IX [1899], pp. 381-84). Grazie a questi lavori egli acquistò una reputazione internazionale. Negli anni successivi pubblicò diversi lavori su argomenti di magnetoottica (cfr. Sulle dipendenze fra il fenomeno Zeeman e le altre modificazioni che la luce subisce dai vapori metallici in un campo magnetico, in Rend. dell'Accademia nazionale dei Lincei, classe di scienze fis., mat. e nat., VIII [1899], pp. 250-54; Reciprocità dei fenomeni magneto-ottici, in Il Nuovo Cimento, IX [1899], pp. 408-19; Sulla relazione tra il fenomeno di Zeeman e la rotazione magnetica anomala dei piano di polarizzazione della luce, in Rend. d. Acc. naz. d. Lincei, classe di scienze fisiche, mat. e nat., VIII [1899], pp. 116-21; Nuove ricerche sulla polarizzazione rotatoria magnetica nell'interno di una riga di assorbimento, in Il Nuovo Cimento, III [1902], pp. 121-32; La rotazione magnetica del piano di polarizzazione nell'interno di una riga di assorbimento, ibid., VI [1903], pp. 55ss.), dimostrando una acutezza e profondità di vedute tale da farsi notare anche all'estero come un ricercatore particolarmente promettente. Questi lavori gli conquistarono anche la stima e l'amicizia di Augusto Righi, allora nella fase culminante della sua attività.
Nel 1901 sposò Francesca Camilleri, sorella minore della moglie di Cristadoro; dal matrimonio nacquero due figli, Iolanda (n. 1902) e Ug0 (1904-1964). Fra il 1901 e il 1904 pubblicò anche vari lavori di elettrotecnica, tanto che, nel 1904, poté partecipare a due concorsi a cattedra universitaria, uno di elettrotecnica, l'altro di fisica sperimentale riuscendo vincitore in entrambi. Avendo optato per la fisica sperimentale, fu nominato professore di questa materia all'università di Messina nel 1905.
Nella nuova sede egli proseguì le sue ricerche sulle macchine elettriche (cfr. Sulle generatrici asincrone, in Il Nuovo Cimento, I [1901] pp. 178-82; Sulla invertibilità dei motori asincroni a campo rotante, Torino 1901; Nuovo generatore di correnti continue a funzioni multiple, Roma 1901; Sulla possibilità di ricavare da un sistema di correnti trifase una differenza di potenziale rigorosamente costante, ibid. 1903; Sulla produzione di campi rotanti per mezzo di correnti di scarica sinusoidale e smorzate, Roma 1903 e in IlNuovo Cimento, VII [1903] pp. 175-201), sulla produzione di oscillazioni elettriche nei condensatori elettroliticì (cfr. Sui condensatori ad alluminio e sulle proprietà degli strati coibenti molto sottili (insieme con S. Maresca), Milano 1906; e in Il Nuovo Cimento, XII [1906], pp. 5-34), e sull'isteresi magnetica ad alta frequenza, servendosi fra i primi dell'oscillografo catodico, detto a quell'epoca tubo di Braun (cfr. Sulla magnetizzazione del ferro a frequenze elevate, Roma 1903).
Il giorno dei terremoto di Messina (28 dic. 1908) la famiglia Corbino aveva già imballato e in parte spedito la mobilia a Roma, ove il C. era stato chiamato (per interessamento di Pietro Blaserna, direttore dell'Istituto di via Panisperna) a ricoprire, per comando, la cattedra di fisica complementare rimasta libera in seguito alla morte prematura, nel 1907, di Alfonso Sella, figlio di Quintino. La casa dei Corbino fu una delle poche, in tutta Messina, a non crollare, cosicché fortunatamente tutta la famiglia rimase incolume.
Uno dei primi lavori fatti a Roma dal C. rappresenta un passo importante nello sviluppo della fotoclasticità, tecnica ormai di uso corrente in molte branche dell'ingegneria, soprattutto ad opera dell'inglese E. G. Coker. Vito Volterra aveva sviluppato (1907) la teoria matematica generale delle distorsioni nei corpi elastici e la aveva applicata ad alcuni casi particolari ma emblematici, come un toro o un cilindro cavo, di cui venivano risaldate le facce rimaste libere per l'asportazione di un sottile spicchio o fettina. Il C. elaborò la teoria della birifrangenza prodotta in un anello di materiale trasparente dalle tensioni meccaniche generate nel modo descritto da Volterra. Giulio Cesare Trabacchi, ancora studente e più tardi assistente prima dì Blaserna e poi del C., fece gli esperimenti relativi servendosi di anelli di'gelatina trasparente (cfr. Le tensioni create in un corpo elastico dalle distorsioni di Volterra e la conseguente doppia rifrazione accidentale, in Rend. d. Acc. naz. d. Lincei, cl. di scienze fisiche, mat. e nat., s. s., XVIII [1909], pp. 437-44, e in IlNuovo Cimento, XVII [1909], pp. 361-70; G. C. Trabacchi, I fenomeni di doppia rifrazione accidentale prodotti dalle tensioni create in un corpo elastico dalle distorsioni di Volterra, nel medesimi periodici rispettivamente alle pp. 444-49 e 371-77).
Altre interessanti ricerche riguardano la determinazione del calore specifico dei metalli ad altissime temperature, quali si raggiungono in filamenti incandescenti di tungsteno o di platino. Il C. scoprì che a temperature così elevate il calore specifico raggiunge valori superiori anche del 30 % a quello previsto dalla legge di Dulong e Petit, come conseguenza del fàtto che le forze che sì esercitano fra gli atomi di un cristallo deviano sensibilmente dalla legge delle forze elastiche quando l'ampiezza delle oscillazioni degli atomi diventa molto grande, (cfr. Variazioni periodiche di resistenza dei filamenti metallici sottili resi incandescenti con correnti alternate e deduzioni delle loro proprietà termiche a temperatura elevata, in Rend. d. Acc. naz. d. Lincei, classe di scienze fis. mat. e nat. , s. 5, XX [1911], 1, pp. 222-28, e in Physikal. Zeitschrift, XII[1911], pp. 292-295; Sul calore specifico del tungsteno a temperature elevate, ibid., XXI[1912], 13 pp. 346-351; Sulla misurazione del calore specifico dei metalli a temperature elevate, ibid., pp. 181-88, e Sul calore specifico dei metalli a temperature elevate, in IlNuovo Cimento, III[1912], pp. 389-406, e in Physikalische Zèitschrift, XIII[1912], pp. 375-83).
Negli anni successivi introdusse, insieme con il Trabacchi, alcuni miglioramenti agli impianti a raggi X per uso medico, in particolare alla loro alimentazione (cfr. 0. M. Corbino-G. C. Trabacchi, Un generatore invertibile per correnti continue senza collettore né contatti striscianti, in Rend. d. Acc. naz. d. Lincei, classe di scienze fisiche, mat. e nat., XXIV [1915], 1, pp. 588-94, e in Il NuovoCimento, IX [1915], pp. 80-94; O. M. Corbino-G. C. Trabacchi, Un indotto per correnti continue senza collettore né contatti striscianti fondati sulle azioni elettromagnetiche di seconda specie, in Rend. d. Acc. naz. d. Lincei, classe di scienze fisiche, mat. e nat., XXIV [1915], 1, pp. 418-24).
Nel 1918, alla morte del Blaserna, il C. gli succedette nella direzione dell'Istituto e nella cattedra di fisica sperimentale. Nonostante i suoi impegni politici, egli pubblicò all'inizio degli anni Venti vari lavori, alcuni in collaborazione con E. Persico (che prima e attorno al 1925 era suo assistente) sui circuiti oscillanti con inserite valvole termoioniche e sull'influenza del campo magnetico sul funzionamento di queste. Fece anche una serie di esperienze sulla conduzione in lamine metalliche poste in un campo magnetico, scoprendo alcuni aspetti nuovi dell'effetto Hall. Al Congresso internazionale di fiskpa nel 1927, svoltosi a Como per celebrare il centenario della nascita di A. Volta, il C. presentò un complesso studio sulla teoria della pila elettrica nel quale le oiigini della forza elettromotrice vengono acutamente analizzate (cfr. L'effetto Volta e la teoria elettronica della pila, in Nel I° centenario della morte di Alessandro Volta, fascicolo speciale de L'Energia elettrica, a cura del C., Milano 1927, pp. 37 ss.; vedi anche: L'effetto Volta e il funzionamento della pila, in Rend. d. Acc. naz. d. Lincei, classe di scienze fisiche, mat. e nat., V [1927], pp. 66-74, e Teoria elettronica della pila, ibid., pp. 74-79).
Delle oltre centosessanta pubblicazioni del C. un centinaio sono lavori di ricerca originali, mentre le altre sono articoli di messa a punto critica e conferenze sempre molto brillanti. Si debbono anche ricordare i discorsi pronunciati dal C. come uomo pubblico: alcuni hanno carattere scientifico, altri riguardano la pubblica istruzione, la politica tributaria, le radiodiffusioni, ecc. (cfr. L'atomo e il nucleo, discorso tenuto il 12 ott. 1931 alla seduta inaugurale del I Congresso di fisica nucleare della Fondazione Volta presso la R. Accademia d'Italia in: Conferenze e discorsi di O. M. Corbino, Roma 1937, pp. 35-49; Risultati e Prospettive della fisica moderna, discorso letto nella seduta reale della R. Accademia dei Lincei, il 3 giugno 1934, ibid., pp. 51-72; L'industria idroelettrica nell'ora Presente, discorso pronunciato al Consiglio superiore delle acque, il 10 febbr. 1919, ibid., pp. 75-90; Lo spirito anti-industriale in Italia, discorso tenuto alla Associazione della stampa di Roma, il 25 febbr. 1921, ibid., pp. 91-112; Politica scolastica e progetti sugli esami, discorso pronunciato al Senato, 21 marzo 1922, ibid., pp. 121-34, e Sulla politica idroelettrica, discorso pronunciato al Senato, 23 giugno 1922, ibid.3 pp. 135-51).
La preparazione scientifica e l'intelligenza del C., anche negli anni dopo il 1930, quando aveva cessato o quasi di produrre scientificamente, essendo assorbito da impegni politici e industriali, lo misero in grado di discutere proficuamente con i fisici della nuova generazione che si erano raccolti attorno a Fermi sotto la sua guida e protezione.
Egli diresse l'Istituto di fisica della università di Roma principalmente a vantaggio degli allievi, tenendo sempre di mira i più elevati interessi della ricerca e della cultura nel nostro paese. La creazione della cattedra di fisica teorica all'università di Roma, e la chiamata di Fermi a ricoprirla (1926) fu voluta e abilmente pilotata dal C. che usò tutta la sua autorità e peso politico per agevolare lo sviluppo in Italia della fisica atomica prima, e della fisica nucleare poi.
Attorno al 1936 soleva dire che, con l'affermazione sul piano internazionale di Fermi e della sua scuola, non c'era più bisogno che egli si occupasse dell'ulteriore sviluppo della fisica nucleare; questa ormai era in ottime mani cosicché il suo futuró era comunque assicurato. C'era però, secondo il C., un altro campo di grande avvenire e che in Italia non era sufficientemente coltivato: quello dell'elettroacustica. Creò così, nel 1936, in seno al Consiglio nazionale delle ricerche l'Istituto di elettroacustica con sede nell'ancor bell'edificio costruito nel 1880 da Blaserna, a via Panisperna, che era rimasto libero in seguito al trasferimento alla città universitaria dell'Istituto di fisica.
Questa fu l'ultima delle sue realizzazioni, suggerita in parte dal suo spiccatissimo interesse e profonda competenza musicale, ma anche da una visione chiara della ricerca nel nostro paese, come si può comprendere ricordando che, a quell'epoca, il termine elettroacustica era quasi sinonimo di elettronica. Riprese anzi a lavorare in questo campo con entusiasmo e, nel 1936, pubblicò un lavoro in cui esponeva un elegante metodo per la taratura dei microfoni (cfr. Un metodo di taratura del microfono elettrostatico fondato sul suo comportamento rispetto a una forza elettromotrice alternata, in La Ricerca scientifica, VII [1936], 2, pp. 491-97). Ma questa attività venne presto interrotta; in seguito ad una polmonite il C. morì a Roma il 23 genn. 1937. meno di due anni prima che il lavoro sui neutroni fatto nell'Istituto in via Panisperna e di cui egli era così fiero, ricevesse il più alto riconoscimento internazionale con l'assegnazione del premio Nobel a Fermi, e che l'evoluzione della situazione politica in Italia e in Europa determinasse la dispersione degli allievi che, con tanta abilità e intelligenza, era riuscito a raccogliere nei due Istituti di fisica romani.
Importante fu anche il ruolo recitato dal C. nella vita politica ed economica del paese. Fin dall'inizio degli anni '10 egli compì anche le prime esperienze nel mondo delle società elettrichei entrando a far parte del consiglio di amministrazione dell'azienda elettrica municipalizzata della capitale. Scienziato ormai di chiara fama (nel 1914 era stato eletto alla presidenza della Società italiana di fisica, carica che conservò fino al 1919), il C. vide aumentare ulteriormente il proprio prestigio nel corso dei conflitto mondiale. Nel 1916 fu nominato membro del consiglio direttivo del Comitato nazionale scientifico-tecnico per l'incremento e lo sviluppo dell'industria, un organismo costituito nel luglio di quell'anno e voluto per il convergente desiderio di alcuni tra i maggiori imprenditori e di una larga schiera di scienziati di predisporre un insieme di strutture, anche organizzative, che favorissero e rendessero stabile nel tempo l'incontro, se non l'integrazione, tra due universi - quello scientifico e quello industriale - che avevano avuto, fino a quel momento, scarsissimi canali di collegamento.
Analoga iniziativa, ma dai più limitati orizzonti temporali, sorse qualche mese più tardi per volontà di un organo governativo. Nel marzo del 1917 venne costituito l'ufficio invenzioni e ricerche presso il sottosegretariato per le Armi e Munizioni. Nato con la finalità di esaminare solo i ritrovati tecnici e scientifici suscettibili di impiego bellico, estese progressivamente il proprio raggio di azione fino a conimissionare esperienze e ricerche originali in campo fisico, chimico, meccanico, fisiologico, ecc. L'ufficio, diretto dal professore di fisica senatore Vito Volterra, si assicurò perciò la collaborazione di alcuni dei maggiori scienziati italiani, tra cui lo stesso Corbino.
Durante il periodo bellico questi assunse anche un'altra serie di impegni di carattere pubblico che avrebbero per molti versi condizionato la sua successiva carriera extraaccademica. Nel novembre del 1916 il ministro dei Lavori Pubblici Bonomi emanò un decreto con disposizioni in materia di derivazione di acque pubbliche che si configuravano come una autentica riforma della legislazione precedente. In luogo delle vecchie norme del 18 84 che concedevano il diritto, di precedenza alle domande presentate per prime, veniva stabilito che la nuova scala di priorità doveva privilegiare quelle che proponessero "una migliore e più vasta utilizzazione idraulica" o che evidenziassero "uno speciale e prevalente motivo di interesse pubblico". L'altro grande principio innovativo era quello che lirnitava la durata delle concessioni a cinquant'anni, trascorsi i quali l'insieme degli Impianti sarebbe passato allo Stato. Negli ambienti delle società elettriche - dove proprio in quei mesi cominciavano a delinearsi 1 prodromi di una contesg destinata a manifestarsi più acutamente nei primi anni '20 e che aveva quale posta in palio una diversa dislocazione delle forze e degli interessi che facevano capo all'area di influenza della Banca commerciale o che gravitavano attorno alla Edison di Carlo Esterle e Giacinto Motta - le reazioni al provvedimento furono molto variegate. Estremamente critiche, finanche isteriche, quelle provenienti dal raggruppamento degli "elettro-bancari"; più articolate e prudenti, inclini alla presentazione di qualche emendamento in sede di dibattito parlamentare, quelle che giungevano dalla Edison. I due gruppi trovarono un unico punto di convergenza nella proposta di una candidatura comune per la presidenza del Consiglio superiore delle acque, il nuovo organismo dipendente dal ministero dei Lavori Pubblici incaricato di esaminare le uoMande di derivazione. La scelta cadde sul C. - e negli anni successivi apparve chiaro quanto fosse stata felice per gli "elettrici" tale decisione - il quale prese possesso ufficialmente del proprio incarico a partire dal 10 febbr. 1917.
Per molti aspetti fondamentali delle successive decisioni governative concernenti il settore elettrico decisivo si può definire l'impegno del C. in vari organismi statali durante la delicata fase di transizione dall'econoniia. di guerra all'economia di pace. Sul finire del 1918 - anno in cui egli successe a Blaserna alla direzione dell'Istituto di fisica dell'università di Roma - prese parte ai lavori della XV sezione della Commissione per il dopoguerra ("Utilizzazione delle forze idriche ed elettriche") dalla quale scaturirono una serie di indicazioni, tra le quali non era impresa ardua individuare molti dei desiderata delle società elettriche. Il passaggio ad un livello operativo per quelli che erano dei semplici voti di una sottocommissione prese corpo all'inizio del 1919. Nei primi mesi di quell'anno il C. nominò due commissioni, delle quali assunse la presidenza, incaricate di predisporre gli schemi dei decreti per il parziale finanziamento statale a fondo perduto della realizzazione di nuovi impianti e per la revisione delle tariffe di vendita dell'energia, decreti che divennero esecutivi nell'ottobre del 1919. L'attività del presidente del Consiglio superiore delle acque non era del resto limitata entro confini nazionali. Negli stessi mesi in cui era in corso a Versailles la conferenza per la pace, partecipò ad una serie di riunioni internazionali di studio che si tennero a Parigi sui problemi dell'elettrificazione ferroviaria.
Segno tangibile della riconoscenza governativa per l'insieme degli impegni profusi dal C. fu la sua nomina a senatore il 3 ott. 1920. E fu in questa veste che diede il proprio contributo ai lavori della Commissione reale per gli studi circa la proprietà del sottosuolo e l'unificazione delle leggi minerarie, costituita il 7 novembre di quell'anno dal ministro dell'Agricoltura, il popolare Giuseppe Micheli, sulla scia di un dibattito che, in corso ormai da lunghi anni, aveva subito una decisa impennata durante la guerra per le forti pressioni provenienti da influenti circoli industriali.
Nel luglio del 1921, al momento della formazione del nuovo gabinetto, Bonomi scrisse personalmente al C. invitandolo ad assumere il dicastero dell'Istruzione Pubblica per risolvere un problema sul quale si era arenato l'ultimo governo Giolitti. Si era infatti venuta a creare una sorta di veto alla riconferma di Benedetto Croce, autore di un progetto di legge per l'introduzione dell'esame di Stato che aveva trovato larghe adesioni tra i popolari e sollevato forti critiche tra i socialisti e i democratici. Non si può dire che la sua nomina incontrasse nel mondo politico gli stessi entusiasmi che aveva suscitato in quello scientifico (il C. era il primo scienziato, sessant'anni dopo il fisico Carlo Matteucci, a ricoprire quell'incarico). Il suo tentativo di mediazione in quella vicenda (personalmente il C. era tutt'altro che favorevole, ma d'altra parte il governo si reggeva sul voto determinante del partito popolare: ne uscì un nuovo progetto che si attirò critiche un po' da tutti i settori) non valse certo a rafforzare la fragile compagine guidata da Bonorni, costrettoi dimettersi alla fine di febbraio del 1922.
La partecipazione all'attività di governo non comportò tuttavia per il C. un allentamento dei propri impegni nell'ambito dell'industria elettrica. Anzi, nei mesi in cui resse il ministero della Istruzione Pubblica, non solo non si dimise dall'incarico di presidente del Consiglio superiore delle acque (e a questa carica aggiunse inoltre quella di presidente di una nuova sezione di questo organismo, cui venne demandato lo studio dei problemi dell'elettrificazione), ma entrò anche nel consiglio di amministrazione della Società generale elettrica della Sicilia e della Società meridionale di elettricità (S.M.E.) e divenne addirittura vicepresidente di un'impresa specializzata nella produzione di macchinario elettrico, la Compagnia generale di elettricità, una società costituita nel marzo del 1921 con il decisivo apporto dei capitali statunitensi della General Electric.
Nel febbraio del 1923 il C. venne nominato presidente del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici, l'organo del ministero omonimo che aveva mansioni decisionali, di gestione e di controllo su tutti i grandi lavori pubblici del paese. L'incarico scadeva alla fine del 1924, ma il C. si dimise al primi di luglio del 1923. Mussolini àveva pensato a lui - pare su consiglio del ministro dei Lavori Pubblici Gabriello Carnazza - quale responsabile del nuovo dicastero dell'Economia nazionale, malgrado gli fosse noto che il C. aveva votato contro il suo primo governo nel novembre del 1922. Il prestigio del personaggio in campo scientifico, le sue indubbie capacità tecniche, il desiderio di Mussolini di alzare il tono della propria compagine governativa con qualche grosso nome e, non ultimi, i solidi legami del C. con gli ambienti delle società elettriche, verso le quali il presidente del Consiglio aveva probabilmente da scontare qualche cambiale per l'appoggio ricevuto nove mesi prima, furono alcuni degli elementi che fecero convergere la scelta sul nome del fisico siciliano.
Gli undici mesi passati dal C. alla direzione del ministero dell'Economia nazionale (1° ag. 1923-30 giugno 1924) coincisero con uno dei periodi di più acuta tensione politica per il paese. Non ultimo anche per alcune vicende (per altro non ancora completamente chiarite) che coinvolsero direttamente questo dicastero. La decisione di firmare il 28 apr. 1924 una convenzione con la società americana Sinclair Exploration Company che autorizzava, in esclusiva e per la durata di cinquanta anni, questa impresa ad effettuare ricerche di oli minerali, gas naturali e idrocarburi in Emilia e in Sicilia scatenò infatti una furibonda battaglia - senza esclusione di colpi - in tutto o in parte orchestrata da potenti raggruppamenti industriali e finanziari uniti solo dal comune obiettivo di sbarrare la strada all'accordo, ma poi magari divisi nel potenziale controprogetto tra chi, come la Banca commerciale, appoggiava semplicemente un'altra compagnia petrolifera straniera e chi, da una parte nell'industria automobilistica (la F. I. A. T.) e dall'altra in quella mineraria (la Montecatinì) prospettava programmi ed interessi di più lungo periodo, e nella quale furono coinvolti giornali filogovernativi e dell'opposizione, branche dell'apparato statale e gerarchi fascisti. Il clima divenne, se possibile, ancora più rovente nel giugno del 1924, quando nei giorni successivi al rapimento di Matteotti ci fu chi mise in relazione la sua scomparsa con delle possibili rivelazioni su collusioni tra la Sinclair ed alcuni personaggi vicini a Mussolini che il deputato socialista avrebbe avuto intenzione di fare in un discorso alla Camera. In una situazione simile al C., che aveva firmato la convenzione a nome del governo e che si era più volte espresso pubblicamente a favore dell'intervento delle tecnologie e dei capitali statunitensi nelle ricerche petrolifere in Italia (oltre che nell'industria elettrica), non restò che dimettersi. Toccò quindi al suo successore, Cesare Nava, compiere gli atti ufficiali per la rescissione dell'accordo, avvenuta nel gennaio del 1925.
Libero da incarichi statali, ridotta al minimo anche l'attività al Senato (salvo qualche sparuta apparizione, come in occasione del dibattito sulla legge contro le associazioni segrete, quando, annunciando la propria astensione dal voto, si sbilanciò - tra le proteste di molti dei presenti - in una difesa d'ufficio del ruolo storico positivo giocato dalla massoneria nei primi decenni di vita dello Stato unitario), il C., oltre a riprendere con rinnovato slancio l'attività in campo scientifico, incrementò i già cospicui impegni di amministratore di società elettriche. A partire dal 1927 divenne consigliere della Edison e della Società esercizi telefonici di Napoli. Dal gennaio del 1928 assunse, inoltre, la direzione della rivista L'Energia elettrica, organo ufficiale dell'Unione nazionale fascista industrie elettriche, Forganizzazione voluta da Giacinto Motta nel 1923 quando guidò, per conto della Edison, la scissione dalla Associazione esercenti imprese elettriche a causa degli stretti legami esistenti tra questa e la Banca commerciale.
All'inizio degli anni '30 il nome del C. figurava in una dozzina di società, tutte di primissimo piano, e spesso con incarichi di massima, responsabilità. Nel 1930 divenne presidente della S.M.E., la più importante impresa elettrica del Mezzogiorno, e l'anno successivo della Società industrie elettriche Rodi e dell'Azienda elettrica bengasina. Alla fine del 1931 risultava tra i membri del primo consiglio di amministrazione dell'Istituto mobiliare italiano, uno dei nuovi strumenti finanziari approntati dal governo in occasione dello smobilizzo delle grandi "banche miste" (il Credito italiano e la Commerciale). In quello stesso anno entrò nell'analogo organismo del Credito italiano, partecipando ai lavori del comitato esecutivo tra l'ottobre del 1932 ed il marzo del 1934, proprio durante la fase in cui erano in corso le trattative che sfociarono nel passaggio all'I.R.I. della banca (l'accordo venne firmato il 6 marzo 1934). A conferma poi dei robusti vincoli, consolidati ormai da tempo, tra il C. ed il gruppo di comando della Edison e del Credito italiano (Motta, Pirelli, Feltrinelli) va ricordata la sua elezione a consigliere di amministrazione della Pirelli nel 1933. Lo stesso anno in cui entrò a far parte del rnassimq organismo dirigente della Assicuratrice italiana di Milano, una delle maggiori società dei settore.
Una sorta di riconciliazione con le alte sfere-del regime dopo la conclusione dell'affaire Sinclair (tutt'altro che di difficile realizzazione, viste le corpose "protezioni" di cui godeva in alcuni influenti ambienti economici) può essere considerata la serie di incarichi ricevuti dal governo all'inizio degli anni '30 nel settore delle trasmissioni radiofoniche. Nel 1931 il C. sostituì il senatore Tittoni alla testa della commissione che aveva il compito di fissare le direttive artistiche e di vigilare sulla parte programmatica delle radiodiffusioni, mandato che gli venne confermato nel 1934 - benché egli non fosse iscritto al Partito nazionale fascista - in occasione della riforma di questo organismo che ne faceva uno strumento sotto il diretto controllo del potere politico. Negli ultimi anni di vita il C. si interessò anche delle prime esperienze televisive a livello mondiale. Partecipò al I Congresso internazionale di televisione tenutosi a Nizza nell'aprile del 1935 e successivamente presiedette il Centro internazionale di televisione fondato a Roma dall'Istituto internazionale per la cinematografia educativa. Nel 1936 si recò negli Stati Uniti per studiare le prime trasmissioni televisive. Al ritorno in Italia predispose le attrezzature per l'installazione a Roma di una stazione trasmittente sperimentale, senza per altro poter assistere alle prime prove.
Opere. Subito dopo la morte del C. venne pubblicato un volume nel quale erano raccolti alcuni dei suoi principali interventi di carattere scientifico: Conferenze e discorsi di Orso Mario Corbino, Roma 1938. In appendice a quest'opera figurano oltre una dozzina tra scritti commemorativi e necrologi (spiccano le firme di Fermi, Trabacchi e Lombardi) comparsi su giornali e riviste del tempo. dai quali è possibile trarre anche numerose notizié biografiche. Trattandosi tuttavia il più delle volte di semplici stralci, è fatto obbligo risalire alle fonti originarie.
Tra gli scritti del C. di carattere economico, non inseriti in quel volume, si possono segnalare l'editoriale con il quale assunse la direzione dell'organo ufficiale dell'Unione nazionale fascista industrie elettriche (cfr. L'Energia elettrica, VI [1928], 1, p. 1); l'articolo dal titolo L'incremento degli impianti elettrici nel decennio 1922-1932, ibid., IX [1932], 10, pp. 852 s; infine il riassuntivo Le industrie elettriche, in Reale Accademia dei Lincei, Dal Regno all'Impero 17 marzo 1861-9 maggio 1936 XIV, Roma 1937.
Fonti e Bibl.: Necrol. in La Nuova Antologia, il febbr. 1937, pp. 313-316; in Il Nuovo Cimento, XIV (1937), pp. 201-210; F. Rasetti, Commemoraz. del socio nazionale O. M. C., in Rend. dell'Accad. naz. dei Lincei, classe di scienze fisiche, s. 6, XXVII (1938), 1, pp. 383-388. Per alcune notizie biografiche generali, per altro non sempre precise, vedi Confederazione fascista dei professionisti e degli artisti, Dizionario dei siciliani illustri, Palermo 1939, pp. 130 s. Decisamente di maggiore utilità il volume autobiografico di E. Corbino, Racconto di una vita, Napoli 1972, nel quale, accanto ad un'ampia messe di informazioni di carattere personale, si trova più di una traccia dei buoni rapporti tra il C. ed alcuni esponenti più in vista delle società elettriche. Sulla sua attività scientifica: E. Segré, E. Fermi fisico, Bologna 1972, pp. 26-30; E. Amaldi, O. M. C., in Scienziati e tecnologi contemporanei, Milano 1974, p. 264; G. Holton, Fermi's Group and the recapture of Italis Place in physics, in The Scientific Imagination-Case Studies, Cambridge, Mass., 1978, pp. 164 s., 177-183, 185 ss., 193 ss. Sulle vicende del settore elettrico durante la prima guerra mondiale e sull'incarico a ssunto dal C. in questo campo a partire dal 1917 cfr. G. Mori, Le guerre Parallele. L'industria elettrica in Italia nel periodo della grande guerra (1914-1919), in Ilcapitalismo industriale in Italia. Processo d'industrializzazione e storia d'Italia, Roma 1977, pp. 141-215. Per la partecipazione dei C. ai lavori della XV sezione della "Commissionissima", Arch. centr. dello Stato, Presidenza del Consiglio dei ministri, Guerra europea 1914-1918, 19. 11. 14-16, fasc. generale. Le conclusioni cui giunse questa sezione si ritrovano in: Commissione per il dopoguerra, I Problemi economici urgenti. Relazione. del deputato Edoardo Pantano Presidente della Sottocommissione economica. Voti e proposte per il Passaggio dallo stato di guerra allo stato di pace, Roma 1919, pp. 74-78. Per l'andamento dell'industria elettrica durante il periodo fascista un punto di partenza può essere E. Scalfari, Storia segreta dell'industria elettrica, Bari 1963, pp. 47-80. Sull'attività del Comitato nazionale scientifico-tecnico per l'incremento e lo sviluppo dell'industria e sul ruolo del C. al momento della sua costituzione cfr. L'Industria, XXX (1916), pp. 445 s., 691. Più in generale sul valore di svolta da assegnare alla grande guerra per il rapporto scienza-industria in Italia si rimanda a R. Macciocchi, Ilruolo delle scienze nello sviluppo ind. italiano, in Storia d'Italia, Annali, III, Scienza e tecnica nella cultura e nella società dal Rinascimento a oggi, a cura di G. Micheli, Torino 1980, pp. 927 ss. Per il peso e le capacità anche organizzative del C. nel mondo scientiflco italiano cfr. G. Cavallo-A. Messina, Caratteri, ambiente e sviluppodell'indagine fisica nel Novecento e la Politica della ricerca, ibid., pp. 1107-1162. Per la presenza del C. nel gruppo degli scienziati coinvolti nella attività dell'Ufficio invenzioni e ricerche del sottosegretariato per le Armi e Munizioni cfr. Arch. centr. dello Stato, Ministero Armi e Munizioni, Comitato centrale di mobilitazione industriale, b. 6. Sui compiti e le caratteristiche organizzative dell'ufficio vedi L. Mascolini, il Ministero per le Armi e Munizioni (1915-1918), in Storia contemporanea, XI (1980), pp. 946 s. Per gli incarichi statali ricoperti dal C. tra il 1917 ed il 1923 cfr. le varie annate di Min. dell'Interno, Calend. gener. del Regno, Roma 1917-1919, e Ministero dei Lavori Pubblici, Bollettino ufficiale del Min. dei Lav. Pubblici, Roma 1920-1924, ad nomen. La notizia dei voto contrario dei C. al primo governo Mussolini è tratta da R. De Felice, Mussolini il fascista, I, La conquista del potere 1921-1925, Torino 1966, p. 545. Sulla vicenda Sinclair cfr. M. Monti, L'Italia e il mercato mondiale del petrolio, Roma 1930, pp. 123 s.; C. Alimenti, La questione Petrolifera italiana, Torino 1937, pp. 34 s.; C. Tumidei, Ricordi sulle vicende petrolifere in Italia negli ultimi trenta anni, in La Nuova Antologia, XC, luglio 1955, pp. 351-355; E. Cianci, Nascita dello Stato imprenditore in Italia, Milano 1977, pp. 74-77; M. Pizzigallo, Alle origini della politica petrolifera italiana (1920-1925), Varese 1981, pp. 115-157, Alcune ipotesi sul ruolo giocato da certe grandi industrie italiane per far fallire l'accordo con la Sinclair (in parte riprese nel testo) sono state avanzate da G. Mori, Materiali, temi ed ipotesi per una storia dell'industria nella regione toscana durante il fascismo (1923-1939), in Ilcapitalismo industriale, cit., pp. 393 s. Sulla nascita dell'Istituto mobiliare italiano e sulla vicenda degli smobilizzi all'inizio degli anni '30 vedi G. Mori, Nuovi documenti sulle origini dello "Stato industriale" in Italia. Di un episodio ignorato (e forse non irrilevante) nello smobilizzo pubblico delle "banche misto" (1930-1930), ibid., pp. 251-312 ed E. Cianci, op. cit., pp. 96ss. Per l'attività del C. negli organismi di controllo dell'E.I.A.R. vedi F. Monteleone, La radio italiana nel periodo fascista. Studio e documenti 1922-1945, Venezia 1976, p. 93 e A. Monticone, Ilfascismo al microfono. Radio e Politica in Italia (1924-1945), Roma 1978, pp. 44-52. Per la presenza del C. nei consigli d'amministrazione delle varie società citate si rinvia alle diverse annate della pubblicazione curata dalla Associazione fra le società italiane per azioni, Società italiana per azioni. Notizie e statistiche, Roma 1922-1934. Ugualmente utili per un quadro riassuntivo, relativo però a due soli anni, E. Lodolini, Biografia finanziaria italiana. Guida degli amministratori e dei sindaci delle società anonime, Roma 1929, p. 152, e E. Lodolini-A. Welczonsky, Guida degli amministratori e dei sindaci delle società anonime. Biografia finanziaria italiana, Roma1933, p. 218.