orso (orsa; orsatto)
Il nome dell'animale ricorre in una perifrasi usata per designare Eliseo: If XXVI 34 colui che si vengiò con li orsi (per l'episodio biblico, v. IV Reg. 2, 23-24).
L'altro esempio si riallaccia a un uso del linguaggio familiare: Rime CIII 71 non sarei pietoso né cortese, / anzi farei com'orso quando scherza, chiarito dal proverbio " Non ischerzare con l'orso, se non vuogli esser morso ", invito a non affrontare imprese rischiose, ricordato anche da F. Sacchetti Trecentonovelle CL.
Con un gioco etimologico sulla denominazione della sua famiglia, in documenti medievali latinamente indicata come " domus de filiis Ursi " (v. I Del Lungo, Dal secolo, p. 469), Nicolò III dice di sé di esser stato veramente... figliuol de l'orsa, / cupido di ricchezze per avanzar li orsatti (If XIX 70-71): la forma ‛ orsatto ' è derivativa e diminutiva insieme. Poiché l'o. ha fama di vorace, è evidente l'applicazione della norma, ricordata anche in Vn XIII 4, secondo cui nomina sunt consequentia rerum.
Il plurale ‛ orse ' indica le due costellazioni del cielo boreale: Pg IV 65 tu vedresti il Zodïaco rubecchio / ancora a l'Orse più stretto rotare; in senso figurato, in Pd II 9 nove Muse mi dimostran l'Orse, " mi guidano drittamente al fine del mio viaggio " (Chimenz).
Bibl.-I. Del Lungo, Dal secolo e dal poema di D., Bologna 1898, 469.