ORTOPEDIA (XXV, p.635)
La radiologia, permettendo la conoscenza intra vitam delle alterazioni scheletriche, ha notevolmente contribuito ai progressi della ortopedia. La guerra ha portato una enorme somma di osservazioni e ha obbligato l'ortopedia a rivedere le posizioni dottrinali e ad aumentare i mezzi di cura.
Per quello che riguarda i monconi di amputazione si può dire che le cineplastiche ideate da L. Vanghetti hanno avuto dal punto di vista teorico una grande risonanza in tutto il mondo, ma che, in pratica, vengono eseguite soltanto determinate operazioni che hanno lo scopo di utilizzare i monconi di avanbraccio, di carpo o delle dita. Oltre alle forcipizzazioni, si debbono ricordare i monconi carpici (F. Delitala) perché possono dare movimento ad apparecchi di protesi utilizzabili nei lavori pesanti. Si ricordano inoltre le sostituzioni di un pollice mancante mediante una plastica e la mobilizzazione del corrispondente metacarpo (falangizzazione). Qualsiasi residuo di dito viene utilizzato (v. fig.).
Tra le deformità congenite occorre ricordare quanto si è fatto in questi ultimi anni per prevenire la lussazione congenita; la cura precoce della prelussazione, mediante un cuscino divaricatore, rappresenta il metodo ideale: basta giungere alla diagnosi entro i primi sei mesi, applicare per qualche mese un semplice apparecchio che tenga le gambe divaricate ed ecco che la testa femorale torna al suo posto nella cavità cotiloidea.
Per il piede torto congenito si è riconosciuto il grande valore dell'operazione proposta da A. Codivilla per un trattamento cruento che supera di gran lunga tutti gli altri metodi e consente guarigioni rapide e definitive.
Sulla tubercolosi osteo-articolare il problema della prevenzione e della cura è stato in gran parte risolto aumentando le possibilità di ricovero negli ospedali marini e di alta montagna, ed associando le cure chirurgiche alle cure generali. Pur giudicando pericoloso allargare il campo delle cure chirurgiche nella tubercolosi ossea, si è riconosciuto che alcune resezioni quali quelle della spalla, del gomito, del ginocchio rappresentano un vero progresso. Molte speranze si fondano sulla streptomicina.
La poliomielite anteriore acuta, che compare qua e là nei diversi paesi a focolai endemici, richiama sempre più l'attenzione degli ortopedici che hanno perfezionato sia le tecniche chirurgiche, sia gli apparecchi meccanici (docce, corsetti, ecc.). I trapianti tendinei nelle paralisi del radiale dànno eccellenti risultati; è stata migliorata la cura della spalla ciondolante mediante l'artrodesi, sono stati abbandonati i trapianti complicati del piede e l'attenzione si è fissata su alcuni tipi d'intervento. Anche le paralisi spastiche sono state studiate da tutti i punti di vista e si sono ottenuti risultati soddisfacenti dalle tenotomie, neurotomie e soprattutto dalle radicotomie posteriori alla Foerster.
Uno dei campi nei quali si mietono maggiori successi è quello delle artroplastiche allo scopo di guarire le anchilosi dell'anca, del gomito e del ginocchio. Si tratta ormai di operazioni correnti alle quali arride un buon successo. S'incominciano ad ottenere concreti successi delle endoprotesi metalliche (F. Delitala).
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