ORZESZKO (Orzeszkowa), Eliza, nata Pawłowska
Scrittrice polacca, nata a Milkowszczyzna presso Grodno, il 25 maggio 1842, morta a Grodno il 18 maggio 1910. A soli 16 anni sposò Piotr Orzeszko e si stabilì a Ludwinów presso Kobryńsk, nei possedimenti del marito.
Quando questi per la sua partecipazione alla rivolta del 1863 fu esiliato in Siberia, la O. ritornò a Milkowszczyzna e vi rimase, dedita allo studio e nel più completo isolamento, sei anni, finché le peggiorate condizioni economiche la costrinsero a cercare impiego a Varsavia e a ritirarsi, nel 1870, a Grodno, dove, sorvegliata dalla polizia (aveva tentato di costituire a Vilna una società editrice), visse sino alla morte.
Indotta dalle stesse vicissitudini della sua vita - anche il suo matrimonio era stato molto infelice - a ripiegarsi su sé stessa e a osservare intorno a sé i difetti e le colpe della società, la O. volse anzitutto la sua attenzione al problema femminile (Ostotnia miłość, Ultimo amore, 1866; Pamietnik Wacławy; Le memorie di W., 1867; Pan Graba, 1869; Marta, 1873) e a quello, più grave ancora nella Polonia di quegli anni, della necessità per i Polacchi di conservare, contro tutte le difficoltà, i proprî possedimenti, specialmente nelle terre etnograficamente marginali (Rodzina Brochwiczów, La famiglia B., 1876; Pompalińscy, 1875). Vivendo a Grodno, in una zona cioè fortemente frammista di popolazione ebraica, essa affrontò anche, con grande comprensione e schietta umanità, il problema della convivenza di Polacchi ed Ebrei, tracciando di questi ultimi ritratti riuscitissimi (Eli Makower, 1875; Mejr Ezofozticz, 1878) e dando quadri vivissimi dei ghetti della Polonia orientale. In tutte queste opere, ma più ancora in quelle successive, la facile vena narrativa dell'O. è sostenuta da un senso pratico della vita e dei doveri che essa impone nel campo sociale (Widma, Spettri, 1880; Bańka mydlana, Bolla di sapone, 1882) e patriottico (Australczyk, L'australiano, 1895; Argonauci, 1897); ma è soprattutto permeata di un caldo amore per le offese che individui, società e pregiudizî arrecano agli umili (Niziny, Bassure, 1883; Dziurdowie, 1885).
Lentamente, ma sicuramente maturando, la Orzeszko scrisse le sue opere migliori intorno al 1890: il grande romanzo Nad Niemnem (Sul Niemen, 1887); Cham, 1889; Bene Nati, 1891; Data Bieguny (Due poli, 1892).
Personaggi, situazioni e intrecci appaiono qui liberati da ogni tendenziosità troppo accentuata e pervasi e trasfigurati dalla grande umanità dell'autrice. Negli ultimi anni della sua vita, la O. predilesse la breve novella, ma ancora alla vigilia della morte, al nutrimento principale della sua vita e della sua arte - ai tragici ricordi della rivolta nel 1863 - essa diede un'espressione commovente nel racconto Gloria victis (1910).
Bibl.: A. Drogoszewski, E. Orzeszko, Varsavia 1912; Z. I. Zaleski, E. Orzeszko, ivi 1914.