osare
È vocabolo esclusivo del linguaggio poetico, a bassa frequenza (appena cinque esempi in opere certamente dantesche, due nelle Rime dubbie e quattro nel Fiore).
Nell'accezione più frequente, specie dopo negazione, ha un valore più tenue di quello dell'italiano moderno, né include in alcun modo l'idea dell'ardimento o dell'audacia, tanto da assumere il significato di " potere ", " essere in grado di ", " riuscire a ", largamente attestato in tutta la lirica due-trecentesca, dal Notaio (Madonna ha 'n sé vertute 8 " ché nulla apare[g]giare a lei non osa ") a Guittone (Deo, che non posso 6 " ch'altresì, com'è bon diritto, sorte / che l'uno come l'altro essere osa "), dal Cavalcanti (Quando di morte 19 " sì ch'amar già non osa / qual sente come servir guiderdona ") a Cino (Per una merla 11 " sol voler mia libertà non oso "). Esempi di quest'uso si hanno in Vn XX 3 3 Amore e 'l cor gentil sono una cosa / ... e così esser l'un sanza l'altro osa / com'alma razional sanza ragione; Rime dubbie VIII 8, XIV 8.
Il Contini attribuisce lo stesso valore al verbo per Rime L 46 Dar mi potete ciò ch'altri non m'osa, che invece Barbi-Maggini interpretano " non tenta, non si arrischia a darmi "; la stessa divergenza si ha tra Contini e Barbi-Pernicone per XC 37.
Tutti i commentatori più recenti sono concordi nel ritenere che in If XV 43 Io non osava scender de la strada / per andar par di lui, il verbo esprima l'esitazione di D. ad affrontare il pericolo della pioggia di fuoco; solo il Casini, in una nota al passo poi soppressa da S.A. Barbi quando ne rielaborò il commento, spiega " non poteva scendere, a cagione del fuoco ", aggiungendo un esplicito riferimento all'uso di o. nel senso di " potere ".
Significato più vicino a quello attuale il verbo sembra invece avere in Rime XLVIII 15 ti guido esta pulcella nuda / … ch'a torno gir non osa, e nei quattro esempi del Fiore, dove allude a peritanza nelle forme negative e a mancanza di esitazione nelle positive: CLXXV 11 a questa donna una roba bisogna, / ma sì vi teme che nol v'osa dire; e così pure in LXXXVI 9, XCI 10, CXLIII 2.
Cfr. anche OSO.