BECKER, Oskar
Filosofo tedesco, nato a Lipsia il 5 settembre 1889, morto a Bonn il 13 novembre 1964. Dopo aver compiuto studi di filosofia e matematica a Lipsia, dove si laureò nel 1914, conseguì (1922) la libera docenza in Filosofia a Friburgo con E. Husserl, con uno scritto sul fondamento fenomenologico della geometria e le sue applicazioni alla fisica. Dal 1923 al 1931, quando si trasferì a Bonn come professore di Filosofia, collaborò con Husserl alla pubblicazione dello Jahrbuch für Philosophie und phänomenologische Forschung. L'opera di B. presenta un'unità estremamente complessa di temi e di interessi, che vanno dalla problematica dei fondamenti della matematica, a quella degli ultimi sviluppi della logica modale, dalla ricostruzione della storia del pensiero matematico, al confronto con la filosofia di M. Heidegger e all'estetica.
B. stesso ha indicato la peculiarità della sua posizione filosofica nello sforzo di rivendicare fenomenologicamente il carattere perenne, iterativo, ritmico della realtà come natura, la presenza insomma di un ordinamento cosmico di struttura analoga a quella del cristallo e dove pertanto anche la più piccola scheggia ripresenta e riproduce la struttura dell'intero. In questo quadro rientrano tanto la rivalutazione del nucleo fenomenologico-filosofico dell'antico principio pitagorico, quanto la polemica contro le riduzioni formalistiche della matematica, quanto la critica alla concezione heideggeriana della natura e degli enti matematici in quanto vi si configurano come qualcosa di derivato e privativo rispetto alla originarietà ed inclusività dell'esistenza.
L'uomo stesso, infatti, non è soltanto daseiend, ma è anche dawesend, non esiste soltanto in modo storico e spirituale, ma è anche ''presente'' in modo corporeo, e tanto l'una quanto l'altra dimensione sono due "fenomeni originari" in senso goethiano, della cui peculiarità e irriducibilità bisogna dar conto adeguatamente. In questo senso accanto alla "ontologia" deve essere sviluppata una "parontologia", ossia una dottrina della "par-ousia", anche se questa distinzione non deve in alcun modo essere irrigidita o intesa come assoluta, poiché ha piuttosto la funzione di un prisma destinato a rendere visibili le diverse componenti di quel raggio unitario di luce che è la vita.
Opere principali: Beiträge zur phänomenologischen Begründung der Geometrie und ihrer physikalischen Anwendungen, in Jahrbuch für Philosophie und phänomenologische Forschung, 6 (1923), pp. 385-560; Mathematische Existenz. Untersuchungen zur Logik und Ontologie mathematischer Phänomene, ibid., 8 (1927), pp. 439-809; Von der Hinfälligkeit des Schönen und der Abenteuerlichkeit des Künstlers, in Husserl-Festschrift, Ergänzungsband des Jahrbuchs für Philosophie und phänomenologische Forschung, Halle 1929, pp. 27-52; Para-Existenz. Mensch liches Dasein und Dawesen, in Blätter für deutsche Philosophie, 27 (1943), pp. 62-95; Einführung in die Logistik, vorzüglich in den Modalkalkül, Meisenheim/Glan 1951; Untersuchungen über den Modalkalkül, ivi 1952; Grundlagen der Mathematik in geschichtlicher Entwicklung, Friburgo-Monaco 1954, 19642; Das mathematische Denken der Antike, Göttingen 1957, 19662; Grösse und Grenze der mathematischen Denkweise, Friburgo-Monaco 1959; Dasein und Dawesen. Gesammelte philosophische Aufsätze, Pfullingen 1963.
Bibl.: O. Pöggeler, Hermeneutische und mantische Phänomenologie, in Philosophische Rundschau, 13 (1965), pp. 1-39, rist. e ampliato nella raccolta miscellanea, Heidegger. Perspektiven zur Deutung seines Werk, a cura di O. Pöggeler, Colonia-Berlino 1970, pp. 321-57.