Oslo
Città capitale della Norvegia e capol. di due contee: quella omonima, coincidente con l’area urbana, e quella di Akershus. La città fu fondata dal re Harald III nel 1050 ca., in una località che già in epoca pagana era punto d’incontro commerciale e religioso. Verso la fine del sec. 11° fu eretta in sede vescovile; con re Haakon V (1299-1319) divenne la fortezza principale (Akershus) e la capitale del regno. Con la carta di privilegi del 1286 lo sviluppo commerciale e industriale di O. (lavorazione delle pelli e del cuoio) restò affidato ai mercanti tedeschi di Rostock, che vi esercitarono l’assoluto monopolio economico sino al 1508, quando re Cristiano II estese ai norvegesi gli stessi diritti. Dalla fine del sec. 16° O. costituì, a opera del suo clero riformato, uno dei centri principali dell’Umanesimo in Norvegia; distrutta da un incendio nel 1624, fu riedificata interamente e ribattezzata Cristiania (nome che tenne fino al 1925) in onore di re Cristiano IV; dalla seconda metà di quel secolo, come massimo centro norvegese della lavorazione del legno (che veniva esportato in Inghilterra), la sua economia assunse i caratteri del capitalismo industriale e commerciale. Quando i regni uniti di Danimarca e Norvegia furono trascinati nelle guerre napoleoniche, Cristiania fu la residenza del governo provvisorio norvegese (1807); dopo la separazione dalla Danimarca (1814) divenne la capitale del regno, residenza del governo e sede del Parlamento. Tuttavia a quell’epoca la sua popolazione non superava i 60.000 ab.; lo sviluppo industriale e demografico della città è posteriore al 1850.
Dichiarazione di principi sottoscritta nel 1993 dal primo ministro israeliano Y. Rabin e da Y. ‛Arafat, capo dell’OLP, con la quale s’istituiva un’Autorità nazionale palestinese ad interim su Cisgiordania e Gaza, e si prevedeva il graduale ritiro militare israeliano dai territori occupati e il trasferimento dei poteri civili alla nuova entità amministrativa. Degli Accordi faceva inoltre parte una dichiarazione con la quale Israele riconosceva come rappresentante del popolo palestinese l’OLP, il quale riconosceva il diritto d’Israele a esistere. L’attuazione solo parziale degli Accordi, la mancata definizione dei confini, l’espansione degli insediamenti israeliani e l’ascesa politica di Hamas hanno tuttavia fortemente ridimensionato la portata storica della dichiarazione.