OSOPPO (in friulano Osôv; A. T., 24-25-26)
Grosso borgo del Friuli situato a 185 m. s. m., nell'alta pianura, dalla quale emergono alcuni rilievi isolati; ai piedi del principale tra essi, a sommità tabulare (305 m.) dominante lo sbocco del Tagliamento, si trova l'abitato, che ha aspetto lindo e civile con qualche buon palazzo e una vastissima piazza. Sull'alto del colle è la fortezza, vera rocca naturale a guardia della valle, la cui storia passata è collegata strettamente con quella del centro abitato. Ma oggi questo è divenuto un paese agricolo: il territorio del comune (22 kmq.), quasi tutto pianeggiante (Piano di Osoppo), si stende lungo il Tagliamento, in gran parte qui arginato, e, sebbene magro e ghiaioso, è stato in parte notevole ridotto a coltura (vite, mais), in parte è a pascoli, onde abbondante è la produzione del latte, del burro e del formaggio. Fiorisce anche a Osoppo l'industria delle ceste. Il comune di Osoppo aveva nel 1901 2750 ab., nel 1921, 3005, nel 1931, 2937, per più di 4/5 concentrati nel paese. Notevole importanza ha a Osoppo l'emigrazione, soprattutto temporanea (invernale e primaverile). Osoppo ha una stazione ferroviaria sulla linea che, proveniente da S. Vito al Tagliamento, raggiunge a Gemona la linea principale per Udine. Dista km. 33 da questa città.
Il forte. - Il forte di Osoppo è situato su di un masso, che si erge per oltre 100 metri isolato e dirupato sulla pianura friulana allo sbocco del Tagliamento dai monti. Il luogo, naturalmente forte, dal quale si comanda la via pontebbana, principale comunicazione fra Venezia e la Germania orientale, servì fino dai più antichi tempi come appoggio in guerra per la difesa e l'offesa. Dopo le oscure vicende dell'alto Medioevo, durante le quali andò distrutto, il forte venne ricostruito da un Federico Savorgnano, che ne ebbe dal patriarca di Aquileia l'investitura nel 1328.
Un suo discendente, Girolamo, vi sostenne nel 1514, con soli 80 cavalli e cento fanti provvisti di pochi falconetti, ma di molte munizioni da fuoco e da bocea, un lungo assedio contro le truppe imperiali, che erano scese nel Friuli a dare il colpo di grazia ai possessi veneti di terraferma, e avevano occupato Udine. La lunga resistenza di Osoppo diede tempo alla Serenissima di mettere insieme un nuovo esercito e di farlo giungere sul posto; il che decise della campagna in favore di Venezia. Il memorando evento fiu ricordato con un'epigrafe nella sala dello scrutinio del palazzo dogale: Osopi defensio totius patriae recipiendae causa fuit.
L'importanza di Osoppo non diminuì con l'accrescersi della potenza delle artiglierie, e fu rilevata da Napoleone con apposite istruzioni. In una lunga nota del gennaio 1807 al principe Eugenio Napoleone fissava per Osoppo un compito difensivo, prescrivendo che non soltanto il sommo dell'altura fosse fortificato, ma si costruissero anche opere basse per azioni di sortita. Durante le guerre dell'impero, combattendosi fra gli eserciti franco-italico e austriaco, Osoppo sostenne altri due assedî: nel 1805 e nel 1813. Caduto il Friuli nuovamente in possesso dell'Austria nel 1814, Osoppo perdette importanza per la sua ubicazione lontana dai confini. Riprese una funzione guerriera, e questa volta italiana, durante la rivoluzione nazionale del 1848, quando un manipolo di cittadini del luogo, prevenendo la decisione del governo provvisorio insediatosi a Udine, si armò per difendere il vecchio forte. Quel manipolo fu poi rinforzato da cannonieri volontarî, ebbe dotazione di vecchie artiglierie (che furono montate su affusti improvvisati) e munizioni. Così attrezzato alla meglio, ma presidiato da gente risoluta, il forte compì miracoli. Allorché l'austriaco Nugent, avanzando dall'Isonzo verso il quadrilatero veneto per andarvi a rinforzare il Radetzky, ottenne la capitolazione di Udine, il morituro governo provvisorio della capitale friulana inviò anche ai difensori di Osoppo il consiglio di arrendersi, consiglio che i difensori respinsero con energia. Il forte fu investito dagli Austriaci, i quali con altre forze proseguirono la riconquista del Veneto. Caddero nei giorni seguenti Palmanova, Treviso, Vicenza e Padova; ma Osoppo durò per mesi nella difesa; e a fiaccare l'eroismo dei difensori non valse neppure l'annuncio che l'armistizio austro-piemontese di Salasco (6 agosto 1848) aveva stipulato anche la resa di Osoppo. Risposero gli eroici volontarî che l'ordine doveva venire da Venezia e continuarono la lotta. Alfine, dopo più di sei mesi di vani sforzi, gli Austriaci riuscirono (9 ottobre) ad appiccare il fuoco al borgo sottostante. Quattro giorni dopo il forte, completamente in rovina, fu costretto alla resa. I pochi superstiti, affamati e laceri, uscirono fieramente (14 ottobre) col tricolore spiegato e con l'onore delle armi.
Bibl.: E. D'Agostini, Memorie militari del Friuli, II, Udine 1881; Anonimo, Memorie storiche del comune e della fortezza di Osoppo, Belluno 1876; Anonimo, Storia dell'assedio di Osoppo, ms. nell'Archivio di stato dei Frari, Venezia; D. Barnaba, Mem. autobiogr.; Sbuelz, Il Quarantotto, Osoppo, sua resistenza, sua bandiera, in Il Friuli, marzo-aprile 1898; P. della Stua, Mem. sulle vicende di Osoppo, in Pagine friulane, maggio 1898; E. Barbarich, Mem. stor. sull'assedio di Osoppo (1848), Udine 1902; San Raudino, Osoppo, in Esercito e nazione, giugno-luglio 1926.