OSSALURIA
. Disturbo del metabolismo caratterizzato da aumentata produzione ed eliminazione di acido ossalico.
Essa può apparire con le note di una malattia diatesica legata o meno ad altre alterazioni del ricambio (diatesi ossalica), oppure quale espressione di errori metabolici a carico delle sostanze formatrici dell'acido ossalico o di difetti funzionali degli organi che presiedono al suo metabolismo, nel qual caso sarebbe più giusto parlare di ossaluria sintomatica. È questa la forma più frequente e meglio studiata di ossaluria.
L'acido ossalico rappresenta un costituente normale dei tessuti e del sangue, e viene eliminato come ossalato di calcio con le urine, nelle quali è reperibile anche senza ricerca chimica in forma di caratteristici cristalli a busta di lettere. Nell'organismo ha una duplice origine, esogena dagli alimenti, endogena dal normale metabolismo di alcuni costituenti dell'organismo. L'acido ossalico esogeno deriva da alimenti che lo contengono preformato come tale o come ossalato di calcio (alimenti ossalocori: verdure, specie l'acetosella e gli spinaci, legumi, cacao, cioccolato, tè), oppure da alimenti che nel corso dei processi di digestione, assimilazione e consumo dànno luogo ad acido ossalíco (alimenti ossaligeni, soprattutto quelli ricchi in carboidrati). L'acido ossalico endogeno deriva essenzialmente dal metabolismo dei carboidrati; solo in condizioni patologiche da altre sostanze (amminoacidi e nucleoproteidi). Quello del sangue è di natura endogena. Le fermentazioni batteriche intestinali hanno importanza nella formazione di acido ossalico.
Ossalurie con i caratteri delle ossalurie sintomatiche associate spesso a iperossaluria s'osservano in diverse condizioni morbose: nel diabete, nelle malattie epatiche, nella tubercolosi, nello scompenso cardiaco, nelle malattie articolari croniche, nell'infezione reumatica, nelle parassitosi intestinali, ecc. Iperossalemia con o senza ossaluria si ha inoltre nelle nefriti, in affezioni endocrine, anemie e in numerosi altri stati patologici. In una parte di questi casi, come avviene per il diabete, l'ossalemia e l'iperossaluria sono legate al disordine metabolico dei carboidrati; in altri, come per es. nelle malattie epatiche, alle alterazioni funzionali del fegato, organo sicuramente predominante nei processi di formazione, di scissione e di regolazione dell'acido ossalico. In casi più rari, come nelle nefriti, può trattarsi di una ritenzione di acido ossalico per insufficienza renale; in altri ancora, come nelle malattie infettive, nella tubercolosi, ecc., di una iperproduzione di acido ossalico, forse anche di un'abnorme formazione da altri costituenti dell'organismo oltre ai carboidrati.
L'ossaluria e (l'ossalemia) come malattia diatesica non ha ancora avuto il controllo dei moderni mezzi di indagine. Pertanto resta dubbio se la svariatissima sintomatologia che le veniva attribuita un tempo, quando la diagnosi era basata solo sulla dimostrazione di un'abnorme quantità di cristalli nelle urine, sia direttamente espressione dello stato diatesico o non piuttosto di qualcuna delle molte affezioni nelle quali iperossaluria e iperossalemia possono apparire come manifestazioni sintomatiche. Sembra peraltro dimostrata in individui iperossalurici e iperossalemici l'esistenza di disturbi a carico delle vie urnarie, a volte a carattere infiammatorio, a volte invece di coliche renali (senza calcoli) col tipo della cosiddetta ossaluria accessionale. Frequenti sarebbero i disturbi dispeptici, nevralgie, dolori reumatoidi, i disturbi nervosi e quelli a carico delle condizioni generali.
Per la cura si consiglia una dieta povera di alimenti ossalofori e ossaligeni, l'uso dei mezzi che favoriscono la solubilità dell'acido ossalico, nonché di quelli (insulina) atti a influenzare il ricambio degli idrati di carbonio.