osservatorio epidemiologico
Insieme di servizi che, pur diversi per tipologia organizzativa e complessità delle attività, sono accomunati dall’esercizio di funzioni epidemiologiche.
I primi o. e. nacquero, come struttura dell’Istituto superiore di sanità e in alcune regioni del centro-nord, nei primi anni Ottanta del secolo scorso. Erano qualificati come strumenti operativi del Sistema sanitario nazionale disegnato dalla riforma sanitaria del 1978; a essi seguirono quelli delle altre regioni. Gli o. e. italiani costituiscono un’esperienza originale per la specificità del modello operativo, basato sulla collaborazione (validazione consensuale) tra tecnici e soggetti interessati nell’individuare i problemi, definire gli obiettivi di prevenzione, valutare i risultati degli interventi; la rivista Epidemiologia e prevenzione fondata da G. Maccacaro nel 1977 ne ha costituito il principale riferimento culturale. Nella realtà il modello partecipativo si è realizzato solo in rari casi a causa del mutato clima politico e sindacale dopo gli anni Ottanta. Negli ultimi anni, alcuni o. e. hanno acquisito compiti più complessi di supporto al governo regionale e si sono trasformati in Agenzie regionali di sanità.
Le principali attività degli o. e. sono la sorveglianza sanitaria su eventi acuti (malattie infettive, inquinamenti ambientali, fenomeni atmosferici), lo studio dei fattori di rischio per la salute nell’ambiente di lavoro e di vita, la valutazione dei servizi sanitari. La sorveglianza sanitaria sulle malattie infettive, che si basa sulla tempestività della rilevazione dei casi e dell’intervento per limitarne la diffusione epidemica, costituisce il modello classico più convalidato di attività, perché ha il vantaggio di produrre risultati a breve termine facilmente verificabili. I suoi precedenti storici documentati più lontani sono le Magistrature di sanità nate nelle principali città del centro-nord Italia dopo la peste del 1348, mentre il modello di riferimento operativo è il Center for -Disease Control and prevention (Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie, CDC) che, nato come servizio militare e sperimentato nelle aree ad alta endemia malarica coinvolte nella seconda guerra mondiale, fu trasformato in servizio civile nel 1946. Tale modello costituisce il riferimento anche per l’European Centre for Desease prevention and Control (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, ECDC), istituito nel 2005.