ossiacidi
Composti chimici inorganici contenenti almeno un atomo di ossigeno e un atomo di idrogeno dotato di proprietà acide (cioè con tendenza a essere ceduto come protone H+). Secondo le prescrizioni della IUPAC, andrebbero denominati più propriamente ossoacidi. Possono essere descritti con la formula generale HaXbOc, dove X è un elemento diverso da idrogeno e ossigeno o, talora, un gruppo di più atomi (per es., -NC nell’acido isocianico). Gli ossiacidi rappresentano la categoria più vasta di acidi inorganici, tanto che agli albori della chimica si riteneva che l’ossigeno ne fosse componente essenziale. Tra loro rientrano alcuni dei più noti e diffusamente impiegati composti chimici, quali l’acido solforico, H2SO4 (il primo composto chimico in assoluto per produzione mondiale), nitrico, HNO3, fosforico, H3PO4. Gli acidi inorganici che non fanno parte della categoria sono quelli binari (idracidi), formati da idrogeno e da un atomo di alogeno o di zolfo (H2S, HF, HCl ecc.). Gli ossiacidi possono essere forti o deboli a seconda della elettronegatività dell’atomo centrale e del numero di atomi di ossigeno presenti. Spesso la loro struttura consta di un numero di gruppi -OH pari agli atomi di idrogeno, legati all’atomo non metallico centrale, al quale sono pure legati i rimanenti atomi di ossigeno. Questa regola non è però generale: per es., il composto H3PO3 (acido fosforoso) in soluzione acquosa è presente prevalentemente nella forma HP(O)(OH)2, in cui uno degli atomi di idrogeno è legato direttamente all’atomo centrale e quindi non mostra comportamento acido (l’acido risulta perciò diprotico, non triprotico). La denominazione tradizionale degli ossiacidi fa uso di prefissi e suffissi (ipo-, -oso, -ico, per-) che servono a distinguere i diversi ossiacidi di uno stesso elemento in base al suo numero di ossidazione. Così, gli acidi ossigenati del cloro assumono i seguenti nomi: acido ipocloroso (HClO, numero di ossidazione del cloro +1), cloroso (HClO2, +3), clorico (HClO3, +5), perclorico (HClO4, +7). Nella nomenclatura sistematica proposta dalla IUPAC (poco diffusa) l’acido viene denominato alla stregua dei sali. Per es., l’acido solforico è il tetraossosolfato di diidrogeno. Accanto a questa nomenclatura, la IUPAC (che comunque ammette ancora l’uso dei nomi tradizionali per gli acidi più comuni) ne propone un’altra basata sull’uso del prefisso osso- preceduto da un altro prefisso che indica il numero di atomi di ossigeno, mentre la desinenza è sempre -ico; così, l’acido solforico va indicato come acido tetraossosolforico.
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