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POLENTA, Ostasio da

di Enrico Angiolini - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 84 (2015)
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POLENTA, Ostasio da

Enrico Angiolini

POLENTA, Ostasio da. – Nacque verosimilmente a Ravenna verso il 1283-84, figlio di Bernardino (morto nel 1313) e di Maddalena Malatesti.

Sposò in data imprecisata Lieta di Marchese Argogliosi (morta nel 1352), da cui ebbe otto figli: Caterina, che sposò Verterio Balbi; Pandolfo (morto nel 1347), che sposò Bartolomea Alidosi dei signori di Imola; Antonio; Giovanna (morta nel 1378), avviata alla vita monastica; Bernardino (morto nel 1359), che sposò in prime nozze Monaldesa Brunforte e in seconde nozze Maddalena Balbi; Samaritana (morta nel 1353), che sposò Stefano di Bertolo conte di Signa; Vitale e Lamberto (morto nel 1347).

Ostasio intraprese la carriera di magistrato itinerante nell’area romagnola, un fatto consueto per i da Polenta: fu capitano del Popolo a Cesena nel 1314, dove era podestà il cugino Guido Novello, assieme al quale il 9 novembre si trovò a fronteggiare l’attacco portato alla città dalle forze filopapali e ad abbandonare il campo. Alla morte dello zio Lamberto, nel 1316, ebbe per sé (in condominio con lo zio Bannino) il controllo di Cervia, mentre Guido Novello ebbe la supremazia su Ravenna; quindi ebbe la meglio con spietata determinazione nel quadro delle rivalità intrafamiliari.

Approfittando dell’assenza di Guido Novello, che prestava servizio a Bologna come capitano del Popolo e aveva lasciato al governo il fratello Rinaldo, arcivescovo eletto in attesa della conferma papale, la sera del 19 settembre 1322 annunciò a Rinaldo l’intenzione di recarsi l’indomani a caccia a cavallo e ne ottenne il consenso. All’alba Ostasio poté così chiedere le chiavi delle porte cittadine senza destare sospetto, facendo entrare in città gli armigeri dei conti di Cunio e dei Malatesti suoi alleati, con i quali raggiunse Rinaldo, subito ucciso. Guido Novello non riuscì più a rientrare a Ravenna, costretto all’esilio come il fratello Giovanni; il potere di Ostasio divenne del tutto incontrastato nel 1325, quando riuscì a far uccidere anche lo zio Bannino e l’altro cugino Guido. Una simile ferocia lasciò sicuramente uno strascico di sorde resistenze nell’ambiente ravennate; l’uccisione di Rinaldo segnò anche i rapporti con il clero locale e la Chiesa di Roma.

Nondimeno Ostasio si mosse con determinazione a consolidare un potere oramai signorile, che aveva oltrepassato la semplice occupazione delle cariche comunali, pur assumendo a volte la carica di podestà di Ravenna (nel 1324, 1326-27, 1336-39). Impose così nel 1327 la riforma degli statuti cittadini, facendovi inserire la sua elezione a «capitaneus et deffensor civitatis» per un decennio, con pieni poteri per la «custodia» della città e con la riserva per sé e per i suoi discendenti dei poteri di nomina e di conferma dei magistrati e di convocazione del Consiglio generale. Simili formulazioni furono in buona parte inserite, l’anno successivo, anche negli statuti di Cervia.

Di fronte alle effimere riprese di controllo del papato avignonese sulla provincia Romandiole, Ostasio oscillò fra posizioni di ossequio formale e di ribellione, soprattutto per il controverso controllo sulla produzione del sale di Cervia. Appoggiò così la rivolta contro il legato, il cardinale Bertrando del Poggetto, che nel 1328 gli tolse per breve tempo il controllo su Ravenna. Ostasio da Polenta si riavvicinò allora al potere papale: il 25 marzo 1329 in Bologna ricevette il perdono, ottenuto con concessioni su Cervia; il 22 agosto seguente gli fu condonata anche l’uccisione dei familiari. La tradizione avviata da Boccaccio vuole che allora Ostasio si sia adoperato con successo per sottrarre le spoglie di Dante Alighieri al rogo postumo cui Bertrando le aveva condannate per le posizioni espresse nel De Monarchia.

Anche nei periodi in cui rimase escluso da Ravenna, egli riuscì a far avanzare il controllo polentano nell’entroterra verso Bagnacavallo, Cotignola e Lugo, che contese ai Pepoli e a Bologna fino al 1338. Quando, il 14 aprile 1333, rimase coinvolto nella sconfitta subita delle forze di Bertrando del Poggetto a Ferrara e fu fatto prigioniero, il legato si adoperò per la sua liberazione, lo riconciliò con il nipote Lamberto e consentì loro di rientrare a Ravenna come «fideles Ecclesie»; tuttavia Ostasio appena tornato in città si ribellò di nuovo alla Chiesa e riprese il potere.

Dubbi persistono sulle notizie di tradizione erudita locale per cui egli avrebbe ottenuto una concessione di vicariato imperiale da parte di Ludovico il Bavaro nel 1340.

Ostasio da Polenta morì a Ravenna nel novembre 1346, mentre la città era percorsa da crescenti spinte antipolentane; con il suo testamento mirò soprattutto a cercare di garantire la sicura trasmissione ereditaria del potere, insignorendo i figli Bernardino e Pandolfo rispettivamente di Ravenna e Cervia.

Fonti e Bibl.: H. Rubei [G. Rossi], Historiarum Ravennatum libri decem, Venetiis 1572, pp. 447, 527-531, 534, 539, 541, 543, 554, 559, 562 s., 566; M. Fantuzzi, Monumenti ravennati de’ secoli di mezzo per la maggior parte inediti, Venezia 1802-04, II, pp. 244, 339, III, 1802, pp. 300, 325, 401, IV, 1082, p. 434, V, 1803, pp. 180 s., VI, 1804, p. 210; Statuto ravennate di O. da P. (1327-1346), a cura di U. Zaccherini, presentazione di A. Vasina, Bologna 1998; Annales Caesenates, a cura di E. Angiolini, Roma 2003, pp. 98-100, 103, 109, 112 s., 116 s., 123, 131, 136, 140 s., 149 s., 158.

F. Crosara, I poteri di O. da P. «capitaneus et defensor civitatis» nel codice inedito degli statuti di Ravenna, in Felix Ravenna, s. 3, 1951, n. 55, fasc. 4, pp. 67-75; ibid., 1951, n. 56, fasc. 5, pp. 65-80; Id., La «Concordia inter clericos et laycos de Ravenna» negli statuti di O. da P., in Studi romagnoli, III (1952), pp. 31-61; U. Foschi, Gli Statuti Polentani di Cervia, in Almanacco ravennate, 1961, pp. 515-525; R. Caravita, Rinaldo da Concorezzo arcivescovo di Ravenna (1302-1321) al tempo di Dante, Firenze 1964, pp. 83, 180; A. Vasina, I Romagnoli fra autonomie cittadine e accentramento papale nell’età di Dante, Firenze 1965, pp. 297, 320, 329, 333, 335, 340, 414 s., 437; A. Torre, I Polentani fino al tempo di Dante, Firenze 1966, pp. 156, 158 s., 186, 188, 191 s., 198 s., 203, 210-214, 228 s.; J. Larner, The lords of Romagna, London 1965 (trad. it. Signorie di Romagna. La società romagnola e l’origine delle signorie, Bologna 1972, pp. 93, 96, 113-115, 199, 214, 219); A. Vasina, Dai Traversari ai Da Polenta: Ravenna nel periodo di affermazione della signoria cittadina (1275-1441), in Storia di Ravenna, III, Dal Mille alla fine della signoria polentana, a cura di A. Vasina, Venezia 1993, pp. 555-603; E. Pasquini, Dante e la sua prima fortuna, ibid., pp. 605-620; Fonti per la storia di Ravenna (secoli XI-XV), a cura di C. Curradi, ibid., pp. 753-839 (in partic. pp. 835-837); Repertorio degli statuti comunali emiliani e romagnoli (secc. XII-XVI), a cura di A. Vasina, Roma 1997, pp. 307-310, 317-321; S. Pari, La signoria su Cervia tra Polentani e Malatesti, in Storia di Cervia, II, Il Medio Evo, a cura di A. Vasina, Rimini 1998, pp. 167-212 (in partic. pp. 167, 181 s., 190-200, 202, 211); U. Zaccarini, I Polentani e la città del sale dalla podesteria di Bernardino al dominatus di O. (1283-1346), in Ravenna studi e ricerche, VI, 1 (1999), pp. 157-173; Th. Boespflug, L’esportazione degli ufficiali comunali ravennati, in I podestà dell’Italia comunale, I, Reclutamento e circolazione degli ufficiali forestieri, fine XII secolo - metà XIV secolo, a cura di J.-C. Maire Vigueur, I, Roma 2000, pp. 447-449; V. Carrari, Istoria di Romagna, a cura di U. Zaccarini, prefazione di A. Vasina, I, Ravenna 2007, pp. 532, 540, 551, 553, 555, 559, 574, 581 s., 586; Repertorio delle esperienze signorili cittadine, http://www. italiacomunale.org/resci (16 settembre 2015).

Vedi anche
Bernardino da Polènta Figlio (m. 1359) di Ostasio I, gli successe (1346) nella signoria di Ravenna insieme ai fratelli, che fece morire l'anno dopo rimanendo unico signore; dovette domare (1357) una rivolta del popolo ravennate. Guido Novello da Polènta Figlio (m. Bologna 1330) di Ostasio di Guido Minore; successe (1316) allo zio Lamberto nella signoria di Ravenna. Il suo governo rappresentò un periodo di pace per la città. Capitano del popolo a Bologna (1322), lasciò il governo al fratello Rinaldo, ma questi fu assassinato dal cugino Ostasio I, che ... Giovanni Boccàccio Scrittore (Certaldo o Firenze 1313 - Certaldo 21 dic. 1375). Tuttora sostenuta da alcuni la nascita a Parigi, da un'ignota francese, certo è comunque che il Boccaccio, Giovanni nacque da un amore illegittimo d'un mercante certaldese stabilitosi a Firenze, Boccaccio di Chelino, e che il poeta circondò ... da Polènta Famiglia signorile di Ravenna; prese nome dal castello di Polenta, da presso Bertinoro; i Polentani, creati visconti dagli arcivescovi di Ravenna, ottennero (1282) con Guido Minore (v.) la signoria della città, cui aggiunsero poi, con Bernardino (v.), Cervia. Si successero quindi Lamberto (v.), poi Guido ...
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    Figlio (m. 1346) di Bernardino, fu (1314) capitano del popolo a Cesena e (1316) signore di Cervia. S'impadronì della signoria di Ravenna (1322) assassinando il cugino Rinaldo lasciato da Guido Novello al governo della città e rendendo vano il tentativo di quest'ultimo di riprendere il potere. Riformò ...
Vocabolario
polènta
polenta polènta (tosc. pop. pulènda e ant. polènda) s. f. [lat. polĕnta «farina d’orzo, polenta», affine a pollen -lĭnis «fior di farina» e a puls pultis «pappa»]. – 1. a. Vivanda di origine rustica che si prepara con farina di granoturco...
giallo polenta
giallo polenta loc. s.le m. e agg.le inv. Tonalità calda del colore giallo simile a quello della polenta; di questa tonalità. ◆ «Dopo il Tour, dove spero di stabilire quali sono i miei limiti sulle grandi salite – ha detto «Vdb» [Frank...
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