OSTEOSCLEROSI (dal gr. ὀστέον osso" e σκληρός "duro")
Processo che determina un ispessimento dell'osso conseguente ora a processi infiammatorî (osteite ossificante), ora ad azioni meccaniche, ora a insorgenza spontanea senza causa apparente. Costituisce il quadro opposto all'osteoporosi (v.): l'osso colpito si presenta più denso e compatto per la formazione di nuovo tessuto osteoide che s'arricchisce di sali calcarei e riempie, assottigliandoli sempre più, gli spazî midollari per apposizione di nuove lamelle ossee.
L'osteosclerosi conduce all'aspetto eburneo dell'osso (eburneizzazione). La forma da osteite ossificante o reattiva è la più frequente: è dovuta a stimoli infiammatorî cronici; spesso coesiste alla periostite ossificante. Si ha nelle vicinanze di ascessi delle ossa, di processi ulcerativi cronici (ulceri varicose), di artriti croniche, di tumori distruttivi ossei (osteomielite osteoclasica); all'osteosclerosi si deve l'occlusione del cavo midollare nei monconi di amputazione delle ossa. Molto rara è l'osteosclerosi essenziale che si presenta per lo più nella sifilide, negli avvelenamenti da fosforo, nelle leucemie.