OSTIACHI
. Popolazione della Siberia occidentale, insediata sul corso medio dell'Ob e dei suoi aflffluenti, in numero di circa 20.000 individui. Essa va distinta dai Keto o Jenisseiani che furono in passato erroneamente chiamati Ostiachi dello Jenissei. Gli Jenisseiani (v.) s'imparentano ai Mongoloidi un po' più degli Ostiachi e costituiscono il legame morfologico fra i Samoiedi del Mare Artico e le popolazioni dei monti Saiani (dove le lingue samoiede non sono estinte). Essi hanno, d'altra parte, una cultura assai primitiva, mentre gli Ostiachi presentano un aspetto ancora meno mongolizzato, parlano una lingua finnica che non è probabilmente la loro lingua originaria, e hanno una cultura superiore a quella degli Jenisseiani.
Gli Ostiachi sono con i Voguli, loro immediati vicini a O., i più antichi abitanti della Siberia occidentale. Sotto ogni punto di vista le due popolazioni formano un tutto unico, il gruppo Ugro, che è tuttavia rappresentato nei Voguli in uno stato ancora più puro che negli Ostiachi. Prima di passare sotto la dominazione russa gli Ostiachi furono sotto quella dei Turco-Tatari. La regione dell'Altai è ancora oggi in mano di numerose tribù turco-tatare, nelle quali l'elemento turanico non è giunto a obliterare del tutto un fondo etnico che possiamo chiamare ostiachiforme e che in passato doveva esservi dominante. Tale elemento ha lasciato tracce somatiche specialmente fra i Kumandini e i Lebedini.
Gli Ostiachi sono pescatori, cacciatori e allevatori di renne; tessono tele di fibra d'ortica su un telaio orizzontale che ricorda quello indonesiano, probabilmente ricevuto dai Tatari. Erano in passato divisi in clan, comandati da capi; fra clan e clan i rapporti erano molto scarsi e solo durante le lotte sostenute, in origine contro i Samoiedi, poi contro i Tatari, infine contro i Russi, si ebbe una maggiore unità. Come i Voguli e i Samoiedi, gli Ostiachi praticavano la scotennatura del nemico abbattuto e le loro leggende parlano anche di scene di cannibalismo durante le quali veniva mangiato il cuore dei nemici uccisi. Sono poligami, quando i mezzi lo permettono. Il fidanzato paga una certa somma al suocero, ma la fidanzata porta una dote di renne e pellicce. La donna ha l'obbligo di sbrigare i lavori più duri; essa però non può essere battuta e qualora lo sia ha diritto di ritornare presso la sua famiglia.
Particolari usanze d'interdizione esistono fra ciascuno degli sposi e i membri della famiglia dell'altro congiunto: per es., l'interdizione temporanea o a vita di rivolgersi la parola, di stare accanto, ecc. Tali limitazioni s'incontrano presso altre popolazioni artiche, tanto fra le tribù turcomongole (Calmucchi, Buriati, Tatari, ecc.) quanto presso gli Jukaghiri e certi gruppi di Jenisseiani, mentre sembrano mancare ai Tungusi.
Come tutte le popolazioni del nord, gli Ostiachi praticano lo sciamanesimo, magia animistica propria delle popolazioni della regione boreale. Il principale strumento dello sciamano è il tamburo, la cui pelle è coperta di disegni e divisa a metà, come presso i Lapponi e i Tatari sciamanisti. da una linea: quello che è disegnato da una parte rappresenta il mondo al di sopra della terra, quello che è al di sotto il mondo inferiore.
Il sistema di sepoltura varia a seconda che si tratta degli Ostiachi meridionali o di quelli settentrionali. Presso i primi la tomba è nel complesso semiinterrata, cioè il feretro viene posto a piccolissima profondità (meno di un metro), la fossa è ricoperta da un tetto di tavole ed è sormontata da una piccola impalcatura emergente sul terreno. La tomba accoglie anche i piccoli oggetti del defunto, mentre quelli grandi, come i remi, gli sci, ecc., sono posti al di sopra di essa. Presso gli Ostiachi settentrionali il feretro è semplicemente posto sul suolo e ricoperto con gli sci rovesciati del defunto. Tanto nel nord quanto nel sud le tombe sono raggruppate in cimiteri situati nelle foreste.
Lingua. - L'ostiaco, insieme col vogulo, forma il gruppo "Ugrico dell'Ob" della famiglia linguistica ugrofinnica. Secondo K. F. Karjalainen si distinguono sette dialetti, sulla base della mutua comprensibilità: 1. il dialetto dell'Irtyš (lungo i fiumi Irtyš, Demjanka, Salym e lungo l'Ob fra Samarovo e il Salym); 2. il dialetto Kondinski (sull'Ob fra Samarovo e Berezov); 3. il dialetto di Berezov (lungo il Kazym, la Vogulka e lungo l'Ob da Berezov fino alle vicinanze del villaggio Muž); 4. il dialetto Obdorski, lungo l'Ob e gli affluenti a nord di Muž; 5. il Surgutico, dalla foce del Salym verso sud, fino a circa 250 verste a oriente di Surgut, come pure lungo gli affluenti Pym, Jugan, Agan e Tremjugan; 6. il dialetto di Vach, parlato lungo il Vach, e lungo l'Ob; 7. il dialetto dell'Ob superiore o Vasjugan, parlato lungo l'Ob da Lumpokol′ fino al confine del governatorato di Tomsk e lungo il Vasjugan.
Come caratteristiche dell'ostiaco nel seno della famiglia ugrofinnica ricordiamo: l'esito l, l, λ, t e i per *s protougrofinnico, p. es.: λan, tòn, i̯an "tendine"; cfr. finnico suone-, mordv. san, ungh. ín; lol, λîλ, tît, i̯ol "tesa"; cfr. finn. syle-, lapp. di Svezia salla, ungh. öl. I dialetti ostiachi presentano anche una coniugazione subiettiva e obiettiva come l'ungherese e il vogulo. Fra le caratteristiche dei singoli dialetti ricorderemo: a t, d dell'ostiaco meridionale, corrispondono nell'ostiaco settentrionale l, ḷ (p. es.: ost. sett. ḷou, ḷovi, ost. mer. tau, tav "cavallo", cfr. ungh. ló; ost. sett. lu, ost. mer. teu, tu "egli", cfr. ungh. ö, lapp. di Svezia son).
I dialetti orientali o surgutici hanno per caratteristica uno speciale λ, ḷ che corrisponde a t, d dell'ostiaco mer., e un χ alla fine di parola che negli altri dialetti escono in vocale; p. es.: all'ostiaco sett. ḷou, mer. tau "cavallo", citato, nel surgutico merid. corrisponde la forma ḷauχ, surg. sett. ḷoχ. La caratteristica principale dell'ostiaco meridionale è la presenza di t, d, che corrispondono a l, ḷ, e (Λ) degli altri dialetti. Questo mutamento così importante e caratteristico non è però molto antico e risale a poco più di un secolo (cfr. Paasonen, Finnisch- Ugrische Forschungen, II, 101). Il lessico ostiaco contiene molti elementi samoiedi, turco-tatari, sirieni e russi. Avvertiamo infine che non hanno nulla a che fare con l'ostiaco ugro-finnico di cui ci occupiamo, il cosiddetto ostiaco dello Jenissei (per cui v. jenisseiani: Lingue) e il samoiedo-ostiaco (per cui v. samoiedi: Lingue).
Bibl.: S. Pallas, Travels through Siberia and Tartary, Londra 1788; S. Sommier, Un'estate in Siberia, Firenze 1885; N. Gondatti, Tracce di paganesimo fra gli indigeni della Siberia nord-occidentale (in russo), Mosca 1888; S. Patkanov, La vita d'una volta fra gli Ostiachi (in russo), in L'antico tempo vivente (riv. russa), 1891; S. Rudenko, Esplorazione antropologica degli indigeni della Siberia nord-occidentale (in russo), in Boll. dell'Accad. imperiale russa delle Scienze, Pietroburgo 1914. - Per la lingua, v.: M. A. Castrén, Versuch einer ostjaksichen Sprachlehre nebst kurzen Wörterverzeichniss, 2ª ed., Pietroburgo 1858; P. Hunfálvy, Az éjszáki osztják nyelv (La lingua ostiaca settentrionale), in Nyelv. Közl, XI (1875); A. Ahlquist, Ueber die Sprache der Nord-Ostjaken, Helsingfors 1880; N. Anderson, Wandlungen der anlautenden dentalen Spirans im Ostjakischen, Pietroburgo 1893; K. F. Karjalainen, Zur ostjakischen Lautgeschichte, in Mém. Soc. F. Ou., XXIII, Helsingfors 1905; S. Patkanov, Irtisi-Osztják Szójegyzék (Vocabularium dialecti Ostjakorum regionis fluvii Irtysch), Budapest 1902; S. Patkanov e D. R. Fuchs, Laut-und Formenlehre der süd-ostjakischen Dialekte, Budapest 1911 (estr. da Keleti Szemle, VII, X-XII; importante); H. Paasonen, Ostjakisches Wörterbuch, nach den Dialekten an der Konda und am Jugan, Helsingfors 1926.