ostruzionismo parlamentare
Sistema impiegato dalle minoranze parlamentari per impedire od ostacolare le deliberazioni della maggioranza. Con l’o.p. tecnico le minoranze ostacolano le deliberazioni delle assemblee attenendosi alla lettera, se non allo spirito, delle norme regolamentari e degli usi parlamentari; esso si concretizza nel proporre sospensive e pregiudiziali, in numerosi interventi di oratori che tengono lunghissimi discorsi a scopo dilatorio, nella presentazione di una gran quantità di emendamenti e ordini del giorno, in frequenti richieste di verifica del numero legale, con contemporaneo allontanamento dall’aula in modo da costringere i componenti della maggioranza a essere presenti ecc. L’o.p. fisico invece consiste in forme di resistenza alla volontà della maggioranza che violano le norme regolamentari o gli usi parlamentari (interruzioni ingiustificate, rumori, tumulti, talvolta violenze fisiche). L’o.p. tecnico è stato spesso giustificato politicamente, in quanto considerato arma di difesa delle minoranze parlamentari, e considerato legittimo in partic. quando mira a costringere la maggioranza a un esame più ponderato di provvedimenti importanti, oppure a evitare la violazione di norme costituzionali. L’o.p. si è verificato in Gran Bretagna in particolare a opera del partito irlandese dal 1877 al 1891, nel senato statunitense (con il nome di filibustering) fin dal 1841, nonché nei parlamenti di molti paesi (Belgio, Austria, Francia, Spagna, Canada). Nel Parlamento italiano il primo clamoroso episodio di o.p. si ebbe nel giugno 1899 sui provvedimenti di stampa e di pubblica sicurezza presentati dal ministero Pelloux. Un altro caso si riscontrò nel 1914 in occasione dei provvedimenti tributari presentati dal ministero Salandra. In tempi più recenti l’opposizione è ricorsa all’o.p. durante le discussioni sulla partecipazione dell’Italia al Patto Atlantico (marzo 1949), sulla legge elettorale (dic. 1952-marzo 1953), sulla legge elettorale regionale (ott. 1967), su diversi argomenti da parte del gruppo parlamentare radicale nel corso di varie legislature, sul decreto legge sul costo del lavoro (marzo-maggio 1984).