OSUNA
. Ramo della casa d'Acuña, assunse il nome di Girón con don Rodrigo Gonzáles, che salvò dalle mani dei Mori il suocero Alfonso VI re di Castiglia; ed ebbe il titolo comitale di Osuna il 5 febbraio 1562 da Filippo II re di Spagna, che ne decorò Pietro Téllez Girón conte di Ureña (1537-1590), il quale fu tra coloro che accompagnarono la regina Isabella di Valois, ambasciatrice di pace presso sua madre Caterina de' Medici e suo fratello Francesco II; poi prese attiva parte alle guerre civili del regno di Granata nel 1569 e alla conquista del Portogallo, e finalmente dal novembre 1582 al novembre 1586 fu viceré del regno di Napoli, dove molto si adoperò per reprimere il prepotere della nobiltà e con qualche abilità seppe soffocare una rivolta popolare che era costata la vita all'eletto del popolo Giovan Vincenzo Starace. Altri membri della famiglia furono Giovanni Téllez Girón duca d'O. (1597-1656), viceré di Sicilia nel 1655 e nel 1656, e Gaspare Téllez Girón de Sandoval duca di O. (1625-1694), governatore di Milano dal 21 maggio 1670 al giugno 1674, dove lasciò fama di pessimo amministratore. Ma il duca di O. più noto, cui fu dato il soprannome di "gran duca" è Pietro Téllez Girón, che ebbe anche il titolo di marchese di Peñafiel, figlio di Giovanni, a sua volta figlio del primo duca di O., e di Anna Maria di Velasco (1574-1624). Molte avventure di vario genere che resero movimentata la sua gioventù lo fecero cadere in disgrazia presso il sovrano, ed egli fu costretto a peregrinare per l'Europa: così combatté in Fiandra, e fu alle corti di Enrico IV di Francia e di Giacomo I d'Inghilterra; ma i viaggi gli diedero chiara esperienza dell'arte di governo e delle necessità politiche della Spagna in quel turbinoso periodo di lotte che stavano per iniziare la decadenza della sua patria. Così, riconciliatosi con il re Filippo III nel 1607, fu tra coloro che sostennero la necessità d'accordare l'indipendenza all'Olanda per porre termine in tal modo a un conflitto che infiniti danni aveva recato alla Spagna. E poi come viceré di Sicilia (1612-16) e di Napoli (1616-20) non si limitò a riordinare l'amministrazione dei due regni affidati alle sue cure - e per essi il periodo del suo governo è dei meno infelici -, ma, poggiando sulle loro forze, e specialmente su quelle di Napoli, tentò di farsi iniziatore d'una vasta politica estera, diretta a distruggere nel Mediterraneo la potenza turca - e la sua marina, per la quale profuse tesori, acquistò grande fama - e a rafforzare la potenza spagnola in Italia fiaccando la repubblica di Venezia, che cercò di colpire a morte con la congiura del Bedmar e con la penetrazione armata nel Mare Adriatico, che quella repubblica considerava come suo dominio assoluto. Ma, accusato come un secolo prima il gran capitano, di mirare a farsi sovrano índipendente del regno di Napoli - e che si trattasse d'una infondata accusa di fellonia ormai è dimostrato - fu privato della sua carica e sottoposto a severo processo, nelle cui more fu colpito dalla morte.
Bibl.: D. A. Parrino, Teatro eroico e politico dei governi de' viceré del regno di Napoli, Napoli 1692; Di Blasi, Storia del regno di Sicilia, Palermo 1830; D. Muoni, Governatori di Milano, Milano 1858; Collección de documentos para la historia de España, XLIV segg.; C. Fernández Duro, El Gran Duque de Osuna y su marina, Madrid 1885; M. Schipa, La pretesa fellonia del duca d'Ossuna, Napoli 1911-12.