UNGERS, Oswald Mathias
Architetto tedesco, nato a Kaisersesch (Renania-Palatinato) il 7 dicembre 1926. Si è formato presso la Technische Hochschule di Karlsruhe sotto la guida di E. Eiermann (1947-50) e dal 1950 si è dedicato alla professione privata (Colonia, Berlino) privilegiando una concezione dello studio di architettura antitetica a quella tipica del ''grande studio professionale''. Dal 1963 al 1968 è stato professore ordinario presso la Technische Hochschule di Berlino. Trasferitosi negli Stati Uniti nel 1969 ha assunto l'incarico di preside del Department of Architecture presso la Cornell University (Ithaca, New York), incarico svolto fino al 1975. Ha anche insegnato alla Harvard University (1973) e alla University of California di Los Angeles (1974-75), prima di tornare stabilmente all'attività professionale nel suo studio di Colonia.
Particolarmente attento alla qualità del disegno e alle tecniche di rappresentazione dei suoi progetti, ha anche tenuto numerose mostre (San Paolo, Mosca, Zurigo, Londra, New York, Venezia) aggiudicandosi vari premi internazionali. Al periodo dedicato all'insegnamento U. ha associato un'intensa attività progettuale: vanno ricordati i progetti di concorso per la sede dell'ambasciata tedesca a Roma (1964); per il complesso dei musei (1965) e per il piano generale di sistemazione di Tiergarten (1973), a Berlino; il concorso per il Wallraf-Richartz Museum di Colonia (1975); quello per il complesso universitario di Brema (1976); il progetto per la Corte di giustizia di Berlino (1979) o il concorso per il Palazzo del Cinema al Lido di Venezia (esposto alla Quinta mostra internazionale di architettura della Biennale di Venezia, 1991).
Alle teorie portate avanti nelle sue pubblicazioni (Geschichtspunkte der Planung beim Wohnungsbau, in Neue Landschaft, 1966, 4, pp. 189-94; Architettura come tema/Architecture as theme, 1982; trad. tedesca, 1983) U. ha affiancato, oltre alle iniziali opere di architettura degli anni Cinquanta (Casa unifamiliare a Oderweg, Colonia, 1951; Istituto per studi scientifici, Oberhausen, 1953-58; blocco di appartamenti, Wuppertal, 1959), realizzazioni di più ampio rilievo quali i complessi di appartamenti sulla Schillerstrasse (1978-82), sulla Miquelstrasse (1980-82) o sulla Lützowplatz (1980-83) a Berlino. L'Institut für Polarforschung di Bremerhaven (1979-80); la ristrutturazione della sede della Fiera di Francoforte (1980-83) e il locale Deutsches Architekturmuseum (1979-84); la Landesbibliothek a Karlsruhe (1980-84); il Torhaus Gleisdreieck per fiere ed esposizioni a Francoforte (1983-84); la residenza dell'ambasciatore tedesco a Washington, D.C. (1982-94), e, tra le altre opere, l'ampliamento della sua casa privata, realizzata nel 1959, impreziosita da locali destinati a un'ampia biblioteca (1991), concorrono a dare forma ad almeno uno dei principi cari all'architetto tedesco: "la tematica e il contenuto dell'architettura può essere soltanto l'architettura stessa": poetica tautologia tesa a sottolineare l'ansia di U. di porre le sue architetture al riparo da sterili sociologismi o riduttive esigenze funzionali. Vedi tav. f.t.
Bibl.: U. Conrads, Focus VI: O.M. Ungers, in Zodiac, 9 (1962); I protagonisti dell'architettura contemporanea: O.M. Ungers, in Rassegna dell'Istituto di Architettura e Urbanistica, Roma, dicembre 1965; V. Gregotti, Oswald Mathias Ungers, in Lotus, 11 (1976), p. 12; Progetti, ibid., pp. 14-41; V. Magnago Lampugnani, Looks at the roots of O.M. Ungers. Frankfurt Museum, The Architectural Review, 1050 (1984), pp. 30-38; O.M. Ungers 1951-1984 Bauten und Projekte, a cura di H. Klotz, Francoforte 1985; D. Dunster, Oswald Mathias Ungers: the romance of the grid, in Architecture of Today, 7 (1990), pp. 38-43; Il quartiere modello di Forellenweg, in Salisburgo la verde, a cura di R. Capezzuto e M. Lupano, "Lotus Quaderni", Milano 1993, pp. 99-119.