OTOMANI
Villaggio a N di Oradea, da cui prende nome una cultura dell'Età del Bronzo (il cui centro trovasi sul territorio della CriŞana), diffusa nella Romania occidentale, nella Cecoslovacchia e nell'Ungheria. Ai margini del villaggio, su un altura denominata Cittadella, sono state messe in luce (scavi del 1925, 1958, 1959) una stazione difesa da un vallo e da un fossato e, in prossimità, nella vallata acquitrinosa del fiume Er, una stazione in forma di atollo, con case disposte in file circolari sì che le loro deposizioni formano rialzi simili alle onde del mare intorno alle isole vulcaniche del Pacifico. Sulla terrazza del villaggio esiste anche una stazione non fortificata.
A O. si sono potuti identificare i tre principali tipi di stazione fin'ora riscontrati sull'area di diffusione della cultura: stazioni fortificate su promontori (ad esempio Barcă, in Cecoslovacchia, PauliŞ, Săcuieni), stazioni in forma di atollo (esempio Sintana, Socodor, VăeŞand) e stazioni non fortificate (esempio Carei, Curtici, Grăniceri, Valea lui Mihai, ecc.). Per quanto riguarda le abitazioni esse sono sia interrate, sia in superficie, con netto predominio di queste ultime, a volte con più camere (Barcă). Le deposizioni di queste abitazioni costituiscono, nelle varie stazioni, strati di cultura che raggiungono a volte lo spessore di 2 m (Barcă, O.) e si suddividono in più livelli che, in base alla ceramica, si possono raggruppare in tre fasi principali:
O. I nella quale predomina una ceramica più primitiva ornata da striature, di preferenza grandi vasi per provvigioni, tipo pìthoi; è in questo momento che cominciano ad essere abitate le stazioni fortificate su promontorî. L'inizio della cultura può collocarsi nel primo periodo dell'Età del Bronzo (fase A2, secondo la cronologia di Reinecke): forse erano ancora in uso utensili di rame (accetta doppia con le due lame in croce di O.).
La fase media O. II è caratterizzata da una ceramica più evoluta. Le forme diventano più variate, i motivi ornamentali più ricchi - spirali, ghirlande, triangoli, fasce di linee spezzate, ecc. La prossimità di giacimenti minerali favorisce lo sviluppo dell'industria del bronzo, della quale sia le forme e i depositi delle varie stazioni (Barcă, VărŞand), sia i depositi isolati di Apa e Valea Chicarului in Romania o Hajdu Símson in Ungheria provano l'eccezionale importanza. Le armi di bronzo specifiche per questa cultura quali spade, asce di combattimento e grandi bracciali di protezione si diffondono su vasti territorî dell'Europa e offrono un punto fermo per la cronologia di questa II fase nel periodo B del Bronzo.
Nella fase 0. III, le piccole cittadelle fortificate già insufficienti nella fase ii, vengono generalmente sostituite da stazioni in forma di atolli. La ceramica, oltre agli elementi decorativi della fase precedente, presenta ora nuovi motivi ornamentali: le scanalature e le spirali realizzate nella stessa tecnica che permettono di datare questa fase nel Bronzo tardo e preannunziano gli inizî dell'epoca hallstattiana. Sul territorio dell'Ungheria la fase O.III è denominata cultura Füzesabony. L'intensa lavorazione del bronzo continua ed è documentata nei depositi di GäloŞpetrău in Romania e Zsajty in Ungheria. Le falere d'oro di Grăniceri, Săcuieni e VărŞand provano la ricchezza di questa cultura. I numerosi ornamenti laterali di morsi in osso (Socodor, VărŞand, Füzesabony) ci indicano che il cavallo era intensamente utilizzato. In questa fase la cultura di O. entra in un contatto più diretto con la cultura Wietenberg (v. wientenberg) della Transilvania, si diffonde verso l'E lungo le valli del CriŞ Repede e del MureŞ, e, nelle stazioni di CriŞana, usa vasi d'importo della cultura Wietenberg. Identici rapporti esistono, verso S, con la cultura Periam-Pecica, Vattina, ecc.
Il rito di seppellimento predominante della cultura di O. è l'inumazione, in posizione rannicchiata (necropoli di Pir in Romania, di Barcă in Cecoslovacchia e di Megyaszó in Ungheria). Esistono però anche tombe e necropoli a incinerazione.
Bibl.: M. Roska, Rapport préliminaire sur les fouilles archéologiques de l'année 1925, in Dacia, II, 1925, pp. 400-403; I. Nestor, Der stand der Vorgeschichtsforschung in Rumänien, in Ber. Röm.-Germ. Kommission, XXII, 1933, pp. 89-92; 109-110; D. Popescu, Die früh- und mittlere Bronzezeit in Siebenbürgen, Bucarest 1944, pp. 89-99; id., Cercetàri arheologice în Transilvania, in Materiale, II, 1956, pp. 43-78; 84-86 (sondaggi a Socodor, nel 1948); 103-124 (scavi a VărŞand nel 1949); L. Hájèk, Die Tomplastiken menschlicher Figuren aus der Bronzezeit in Barcă bei Košice, in Slovenska Archeologia, V, 2, 1957, pp. 323-338 (in lingua ceca con riassunto in tedesco).
(K. Horedt - M. Rusu)