OTOS (῏Ωτος)
Con Ephialtes è uno degli Aloadi, coppia di fratelli inseparabili, Giganti o Titani e intrepidi cacciatori; secondo Omero secondi solo ad Orione (Od., xi, 308).
O. in particolare è ricordato in connessione con Artemide che egli avrebbe perseguito con il suo amore e che, sotto forma di cerva, avrebbe causato la morte di tutti e due i fratelli. Nell'ardore della caccia infatti i due Titani per colpire una cerva si sarebbero trafitti a vicenda.
È incerto se sia da riconoscere O. in scene di gigantomachia su vasi dipinti e anche nell'ara di Pergamo come avversario di Artemide. Una figurazione della tragedia finale dei due fratelli è stata riconosciuta da E. Simon in un cratere a campana di età partenonica recentemente entrato in una collezione svizzera, in cui due cacciatori colpiscono una cerva e sono a loro volta fatti bersaglio dell'arco di Artemide.
Bibl.: Höfer, in Roscher, III, 1897-1909, c. 1232; K. Scherling, in Pauly-Wissowa, XVIII, 1939, c. 1879; E. Simon, in Antike Kunst, V, 1962, p. 43 ss.