OTOSCOPIA (dal gr. οὖς "orecchio" e σκοπέω "osservo")
È l'esame obiettivo del condotto uditivo esterno e della membrana timpanica, che si pratica illuminando l'interno del condotto uditivo.
In taluni, a condotto rettilineo, è possibile esplorare l'interno a mezzo dell'illuminazione diretta; nella maggior parte dei casi occorre servirsi di uno specchio frontale o a mano, che rifletta la luce entro il condotto, o di una sorgente luminosa diretta applicata sulla fronte (fotoforo). Occorre inoltre raddrizzare il condotto uditivo tirando il padiglione in alto e indietro, o meglio servendosi di speculi auricolari di cui esistono varî modelli. Vi sono ancora altri mezzi di otoscopia, specie per chi non ha pratica con lo specchio frontale, come per esempio l'otoscopio di Brunton in cui la luce proveniente lateralmente è proiettata a mezzo di specchi nel fondo del condotto in modo da rendere ben visibile. la membrana. Con l'otoscopia si rileva la forma, la direzione, e le eventuali alterazioni del condotto uditivo esterno, la membrana timpanica e le sue eventuali alterazioni; attraverso a essa qualche volta è possibile intravvedere la corta apofisi dell'incudine e talvolta la parete labirintica, o versamenti della cassa.
La mobilità della membrana si potrà apprezzare con il "processo di Valsalva", o meglio con lo speculo di Siegle, costituito da uno speculo nella cui apertura più ampia è incastrato un piccolo tamburo chiuso da una lastra di vetro disposta obliquamente, attraverso la quale si pratica l'otoscopia. Lateralmente porta un piccolo tubo metallico a cui s'attacca un tubetto di gomma comunicante con una pera di gomma: comprimendo questa si provoca una pressione o una rarefazione dell'aria del condotto con spostamento della membrana timpanica.