OTTATO (Optatus) di Milevi, santo
Vescovo di questa città, in Numidia, nella seconda metà del sec. IV, noto per il suo scritto polemico contro il donatista Parmeniano. L'opera di O. è importante perché ci fornisce notizie circa l'origine dello scisma e anche, indirettamente, altri dati storici interessanti; e perché, in parte accogliendo concetti dell'avversario, più spesso combattendoli, cerca di fissare le doti della vera chiesa cattolica, rationabilis et ubique diffusa, e contrassegnata dall'unitas animorum e dal possesso di sacramenti validi, quali non possono avere gli eretici. O. distingue l'eresia dallo scisma e asserisce anche sacramenta per se esse sancta, non per homines. Ma, come del resto anche Parmeniano, egli deve molto a S. Cipriano.
L'opera, che ci è pervenuta in 7 libri, ha avuto due edizioni: la prima, in 6 libri, redatta secondo alcuni fra il 370 e il 395, secondo altri fra il 364 e il 366, secondo altri ancora già nel 363; la seconda, in risposta a nuove accuse dei donatisti, con l'aggiunta del libro VII e con altri rimaneggiamenti, posteriore al 384, rimasta incompiuta, e diffusa probabilmente postuma. Per essa forse O. aveva estratto da una raccolta quella serie di 10 documenti (Gesta apud Zenophilum; Acta purgationis Felicis, e lettere di Costantino e d'altri) contenuta nel codice parigino 1711 (già Colbertino 1951), sec. XI, la cui autenticità, a lungo discussa, è ora fuori di questione. Il titolo preciso dell'opera di O. non si conosce: forse era De catholicae ecclesiae unitate (o simile) ad (o: adversus) Parmenianum schismaticum. L'edizione più recente, di C. Ziwsa, Vienna 1893 (Corpus Scriptor. Eccles. Latin., XXVI), lascia a desiderare.
Nel 1917 e nel 1922 i benedettini G. Morin e A. Wilmart hanno pubblicato un sermone che, redatto originariamente in occasione del Natale, prende motivo dalla strage degl'Innocenti per asserire che la vera Chiesa è sempre perseguitata dal potere politico. Un codice lo attribuisce a O.: ma per ragioni linguistiche e per quella affermazione - che contrasta col pensiero di O. - altri lo ha ritenuto opera di un ignoto donatista. Si potrebbe pensare all'Ottato vescovo donatista di Thamugadi, contemporaneo di S. Agostino.
Bibl.: P. Monceaux, Hist. littér. de l'Afrique chrét., V, Parigi 1920; id., in Comptes Rendus Acad. Inscript., 1913, p. 450 segg.; G. Morin, S. Aur. Augustini tractatus, ecc., Kempten e Monaco 1917; A. Wilmart, Un sermon de St.-Optat, in Revue des sc. relig., II (1922), pp. 271-302; A. Pincherle, Un sermone donatista, in Bilychnis, XXII (1923), pp. 234 segg. e 330 seg.; id., L'ecclesiologia nella controv. donat., in Ricerche religiose, I (1925), p. 35 segg.; id., Noterelle ottazianee, ibid., III (1927), p. 440 segg.; C. H. Turner, Adversaria critica, in Journ. of theol. studies, XXVII (aprile 1926), n. 107; U. Koch, in Ricerche religiose, VII (1931), p. 321 segg.