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OTTAVA

di Mario Pelaez - Enciclopedia Italiana (1935)
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OTTAVA

Mario Pelaez

. Metrica. - È una strofa di otto versi endecasillabi, di cui i primi sei a rime alternate, gli ultimi due a rima baciata.

Molto si è discusso sulla genesi di essa, né ancora la questione si può dire risolta. Secondo l'opinione più comune e forse più persuasiva, l'ottava deriverebbe dallo strambotto o ottava siciliana, che è anch'essa di otto endecasillabi tutti a rime alternate, ma che in Toscana assunse la forma dell'ottava classica. Secondo altri la sua origine sarebbe o dalla stanza di canzone (Casini) o da quella della ballata (Flamini), qual è nel tipo strofico della lauda. Ma è certo che l'ottava appare primamente nella poesia religiosa e giullaresca degli ultimi del sec. XIII e dei primi del sec. XIV, e continua poi ad essere usata nelle sacre rappresentazioni e nei molti cantari cavallereschi o di materia classica del Tre e Quattrocento. Il Boccaccio fu il primo a innalzarla a dignità artistica nel Teseida, nel Filostrato e nel Ninfale fiesolano. Poi seguirono il Poliziano, il Pulci, il Boiardo, coi quali l'ottava divenne il metro esclusivo dei poemi epici o narrativi, e toccò con l'Ariosto la perfezione per l'intima fusione del ritmo col pensiero.

L'ottava nel Seicento decade coi molti imitatori dell'Ariosto e del Tasso, ma ancora brilla talvolta nell'Adone del Marino e nella Secchia rapita del Tassoni. Dopo si può dire ch'essa sia finita come metro narrativo, sebbene non ne manchino esempî in poemetti, novelle, cantiche e brevi composizioni epico-liriche.

Nell'Ottocento scrissero ottave di bella fattura Niccolò Tommaseo nelle sue narrazioni Una serva, La Contessa Matilde, e Giovanni Marradi nella Sinfonia del bosco.

Bibl.: F. Flamini, in Rassegna bibl. d. letter. italiana, IV (1896), pp. 167-172; T. Ortolani, Studio riassuntivo sullo strambotto, Feltre 1898, pp. 33-41; G. Carducci, Opere, I, pp. 275-77.

Vedi anche
strambotto Breve componimento monostrofico (di solito di 6 o 8 versi) in endecasillabi, d’intonazione popolare e di contenuto in prevalenza amoroso (ma anche satirico), sviluppatosi tra il 14° e il 15° sec. in Sicilia e in Toscana. Si presenta sia come struttura a sé stante (strambotto spicciolato) sia in serie ... cantare Particolare tipologia di poema composto in Italia tra 14° e 15° sec. da verseggiatori popolari, per essere recitato nelle piazze. I cantare cominciavano con una invocazione religiosa e un saluto alla «buona gente» che ascoltava. Erano versificazioni o rimaneggiamenti di romanzi, di leggende medievali ... Matteo Maria Boiardo Poeta, conte di Scandiano (Scandiano 1441 - Reggio nell'Emilia 1494). Cortigiano amico di Ercole d'Este, a cuì dedicò i carmi De laudibus Estensium (1462-74) e dieci egloghe latine, capitano ducale a Modena (1480-87) e a Reggio (1487-94), alternò le cure del governo del suo feudo e quelle delle faccende ... endecasillabo Verso composto di 11 sillabe, il più importante e vario della tradizione poetica italiana per le sue molteplici soluzioni metriche (in base al numero degli accenti e delle pause); di largo impiego nel poema in terzine (Dante, che lo definì superbissimum carmen) e in ottave (L. Ariosto, T. Tasso), nella ...
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  • GIOVANNI MARRADI
  • ENDECASILLABI
  • POEMI EPICI
Vocabolario
ottava
ottava s. f. [femm. sostantivato dell’agg. ottavo]. – 1. Periodo di sette giorni che segue a una festività religiosa, di cui è un prolungamento: l’o. di Pasqua, di Natale. 2. Nella metrica, strofa di 8 endecasillabi, di cui i primi 6 a...
ottavo
ottavo agg. num. ord. e s. m. [lat. octavus, der. di octo «otto»]. – 1. agg. a. Che, in una successione, occupa il posto corrispondente al numero otto, cioè viene dopo altri sette (in scrittura numerica 8°, in numeri romani VIII): l’o....
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