OTTAVIANO
– Non si conoscono il luogo e la data di nascita di questo cardinale del XII secolo.
Appartenne a una delle famiglie notabili romane o a una delle stirpi signorili della regione. Figura infatti come cugino del senatore e nobile romano Leone de Monumento e zio di Oddone, figlio del conte di Poli. Dal 1204 entrò nella cerchia familiare di Innocenzo III, grazie al matrimonio contratto tra il figlio di Oddone e la figlia del fratello del pontefice, Riccardo.
Secondo il cronista inglese Ruggero di Howeden sarebbe stato consanguineo del re di Francia Filippo II (Chronica magistri Rogeri Houedene, 1868-71, IV, pp. 146-148), ma vi sono forti dubbi su una tale parentela, non confermata da altre fonti.
Durante il pontificato di Alessandro III fece parte della cerchia del papa in qualità di suddiacono e nel 1178 fu inviato oltralpe per promuovere il III concilio Lateranense. Alla fine del 1182 Lucio III, non senza resistenze nel collegio cardinalizio, lo promosse cardinale diacono dei Ss. Sergio e Bacco.
La sua prima sottoscrizione in tale veste è dell’8 gennaio 1183 (Wiederhold, 1985, I, n. 105, pp. 127 s.). Dalla continuità delle sottoscrizioni tra il 1183 e il 1184 si presume che abbia soggiornato stabilmente in Curia. Come attesta una sua sentenza, inserita in una lettera di Lucio III, per una causa tra il vescovo di Penne e l’abate del monastero dei Ss. Quirico e Giulitta, dovette collaborare alle attività ordinarie della Curia in qualità di auditor, il che fa supporre una formazione giuridica.
Durante il pontificato di Urbano III gli fu affidata per la prima volta una legazione papale. Partito nell’autunno del 1186 per l’Inghilterra, dove avrebbe dovuto incoronare re d’Irlanda il più giovane dei figli di Enrico II, sostò a metà novembre a Le Mans, dove giudicò una causa tra l’abbazia benedettina di St.-Vincent e un certo Ugo di Juillé. Giunto nell’isola, gli fu richiesto da Enrico II di collaborare per far desistere il sovrano francese dal progetto di ottenere la tutela legale di Eleonora, figlia del quartogenito del re inglese ed erede del ducato di Bretagna. Nella primavera del 1187 i due raggiunsero le Fiandre dove incontrarono Filippo II per concordare un’intesa che scongiurasse una guerra. Nell’estate dello stesso anno il cardinale lasciò la Francia settentrionale per dirigersi nell’Haut-Vienne dove presenziò al capitolo generale dell’ordine di Grandmont, segnato dalla sua prima crisi istituzionale dopo l’elezione del priore Guglielmo di Treignac. A questo capitolo era presente anche il suddiacono papale Lotario dei Conti di Segni, futuro Innocenzo III, che si può supporre al seguito del legato (Lemaître, 1998, cap. CXI). Raccolta la rinuncia all’ufficio di priore da parte di Guglielmo, nell’agosto 1187 Ottaviano tornò a Roma.
Le numerose sottoscrizioni a documenti papali testimoniano che vi soggiornò per più di quattro anni e mezzo, partecipando ai conclavi in cui furono eletti Gregorio VIII e Clemente III. Secondo i Gesta regis Henrici II, Gregorio VIII lo nominò suo cancelliere, elemento tuttavia non confermato da altre fonti. La sua carriera ebbe comunque un particolare sviluppo: nel maggio 1189 Clemente III gli affidò la sede episcopale di Ostia e Velletri. Sottoscrisse per la prima volta in questa veste il 12 giugno (Gesta regis Henrici II, 1867, II, p. 14).
Nel gennaio 1192 Clemente lo inviò in Francia insieme al cardinale prete di S. Pudenziana, Giordano da Ceccano, per tentare una mediazione tra il cancelliere inglese e vescovo di Ely, Guglielmo di Longchamp, reggente in assenza di Riccardo Cuor di Leone, e i nobili raccolti intorno all’arcivescovo di Rouen e a Giovanni Senza Terra. Tuttavia al confine con il ducato di Normandia, il siniscalco impedì l’ingresso ai legati, forse sospettando che la legazione nascondesse una macchinazione contro il re di Francia. Ottaviano lanciò l’interdetto contro l’intero Ducato, ma Celestino III suggerì ai due cardinali di evitare lo scontro e Ottaviano dovette ritirare l’interdetto.
Nel viaggio di ritorno fu imprigionato presso Siena da Corrado di Lützelhard, vicino all’imperatore Enrico VI. L’azione si spiega nel quadro dello scontro tra papa e imperatore per la questione dell’episcopato di Liegi.
Rilasciato, nei primi mesi del 1193 si trovava a Roma. Fino alla fine del pontificato celestiniano risiedé in Curia accanto all’anziano papa collaborando nelle questioni più delicate. Tra la primavera del 1195 e la fine del 1196 fu coinvolto insieme ai cardinali Pietro Diani e Cencio nelle negoziazioni con Enrico VI per la separazione delle corone imperiale e siciliana e per la definizione dei possedimenti territoriali della Chiesa in Italia.
Secondo Ruggero di Howeden, deceduto Celestino III nel gennaio 1198, Ottaviano fu tra i porporati che potevano aspirare alla tiara (Chronica magistri Rogeri Houedene, 1868-71, IV, pp. 32-33), anche se la recente storiografia ha ridimensionato la percezione del cronista (Taylor, 1991, pp. 105-107). Nel conclave fu designato il più giovane cardinale Lotario con il nome di Innocenzo III. Ottaviano, che conosceva bene il papa, fu coinvolto negli affari più urgenti grazie alla decennale esperienza curiale e all’anzianità nel collegio cardinalizio, di cui divenne decano nel 1200. Nell’estate del 1198, mentre il papa si recava nel nord del Lazio, il cardinale fu nominato vicario della città di Roma. In autunno fu inviato quale legato presso l’imperatrice Costanza per ricevere il giuramento di fedeltà alla Chiesa. Nell’estate successiva, con i cardinali Guido de Papa e Ugo dei Conti di Segni, fece parte di una commissione che condusse a Veroli le trattative con Marcovaldo di Anweiler per farlo desistere dal suo piano di affermazione politica nel Regno di Sicilia e di unificazione delle corone imperiale e siciliana.
Nell’estate del 1200 fu investito di un incarico legatizio nel regno di Francia con molteplici scopi: tentare una soluzione della questione matrimoniale di Filippo II Augusto; consolidare i legami tra il sovrano francese e il ramo guelfo; promuovere la difficile pace tra francesi e inglesi; predicare la crociata. Nel marzo del 1201 presiedette il concilio di Soissons dove affrontò alcune di queste questioni.
Morì a Roma il 5 aprile 1206.
Fonti e Bibl.: Roberti de Monte chronica, a cura di L.C. Bethemann, in Monumenta Germaniae Historica, Script., VI, Hannover 1843, ad ind.; Gregorii VIII papae epistolae, in Patrologia latina, CCII, Paris 1855, nn. 5, 6, 26; Clementis III papae epistolae, ibid., CCIV, Paris 1855, nn. 1, 3, 4, 7, 16, 18, 20, 23-25, 34, 35, 40, 53, 58, 61, 62, 64, 66-68, 71-74, 90, 92, 96, 99, 106, 113, 116, 118, 122, 123, 141, 142, 148; Coelestinii III papae epistolae, ibid., CCVI, Paris 1855, nn. 2, 10, 14, 19, 20, 22, 32, 38, 109, 111, 112, 119, 120, 123, 125, 126, 131, 132, 134, 152, 162, 169, 174, 202, 206, 211, 228, 230, 242, 245, 264, 271, 287, 292, 293, 298bis, 308, 309, 311; Epistolae cantuarienses, a cura di W. Stubbs, II, London 1865, nn. 190, 315, 443, 458, 535; Gesta regis Henrici II et Richardi I, a cura di W. Stubbs, I-II, London 1867, ad ind.; Chronica magistri Rogeri Houedene, a cura di W. Stubbs, I-IV, London 1868-71, ad ind.; A. Potthast, Regesta pontificum Romanorum, I, Berlin 1874, p. 462; Gesta Innocentii papae III, in Patrologia latina, CCXIV, Paris 1889, coll. 44, 48-55; Lettres d’Étienne de Tournai, a cura di J. Desilve, Valencienne-Paris 1893, nn. 225, 238; Monumenta Germaniae Historica, Leges, II, Constitutiones, Hannover 1896, nn. 364, 376, 377; Lucii III papae epistolae, in Patrologia latina, CCI, Paris 1903, nn. 89, 97, 103, 112, 114, 124, 126, 132, 137, 175; J. Ramackers, Papsturkunden in Frankreich, I-VI, Göttingen 1937-58, V, n. 219, pp. 309 s.; Regestum Innocentii III, a cura di F. Kempf, Roma 1947, ad ind.; W. Janssen, Die päpstlichen Legaten in Frankreich, Köln-Graz 1961, pp. 125-128, 139-142; Die Register Innocenz’ III., I-XII, Graz-Wien-Köln 1964-, I, II, V-VII, ad ind.; H. Tillmann, Ricerche sull’origine dei membri del collegio cardinalizio nel XII secolo, in Rivista di storia della Chiesa in Italia, XXIX (1975), pp. 374-376; P. Zerbi, Papato, impero e “respublica christiana” dal 1187 al 1198, Milano 1980, ad ind.; W. Maleczek, Papst und Kardinalskolleg von 1191 bis 1216. Die Kardinäle unter Coelestin III. und Innocenz III., Wien 1984, pp. 80-83; W. Wiederhold, Papsturkunden in Frankreich, I, Città del Vaticano 1985, n. 105, pp. 127 s.; T. Holzapfel, Papst Innocenz III., Philipp II. August, König von Frankreich und die english-welfische Verbindung 1198-1216, Frankfurt am M. 1991, pp. 56-68; M. Taylor, The election of Innocent III, in The Church and sovereignty c. 590-1918, a cura di D. Wood, Oxford 1991, ad ind.; Die Urkunden der päpstlichen Legaten von Leo IX. bis Coelestin III. (1049-1198), a cura di S. Weiss, Köln 1995, p. 287; Bernard Itier, Chronique, a cura di J.-L. Lemaître, Paris 1998, ad ind.; J. Bequet, Études grandmontaines, Paris 1998, pp. 119-160; Rigord, Gesta Philippi Augusti, Paris 2006, ad ind.; Pope Celestine III (1191-1198). Diplomat and Pastor, a cura di J. Doran - D.-J. Smith, Farnham 2008, ad indicem.