CODOGNO (Cotogno), Ottavio
Nessuna notizia biografica ci è giunta di questo luogotenente, più tardi maestro, delle poste milanesi, se non che nel 1608 dette alle stampe a Milano un trattato sulle poste che si rivelò una vera e propria guida per il viaggiatore, un Baedeker del XVII secolo. Possiamo presumere un'origine certamente lombarda del C., se non proprio milanese, e fissare la sua data di nascita approssimativamente intorno al 1570. Fece senz'altro un regolare corso di studi, in quanto il suo trattato testimonia una cultura vasta e approfondita, non solo in campo puramente amministrativo, ma anche in quello storico e letterario. Divenuto funzionario del ducato, fu luogotenente delle poste, che nel 1599 avevano ricevuto, nel quadro della moderna sistemazione del ducato di Milano, una nuova regolamentazione che affidava ad un corriere maggiore il privilegio del servizio di posta.
Il corriere maggiore dipendeva direttamente dal governatore e doveva rispondere civilmente per quanto commesso dai suoi subalterni; l'esistenza del corriere maggiore non impediva che vi fossero dei corrieri privati, che però dovevano ottenere da lui l'autorizzazione ad esercitare la loro professione. Bisogna pertanto sottolineare l'importanza di tale ufficio in un periodo in cui l'intensificarsi delle comunicazioni, oltre a dare nuovo incremento alla vita e al commercio dei singoli paesi, aveva favorito lo sviluppo di alcune attività e categorie, quali quelle dei postiglioni e dei corrieri, e l'incremento delle arti dei carrozzieri e dei sellai, dei terrazzieri e degli edili, addetti alla costruzione e alla manutenzione delle strade.
Il C. colla sua opera vuol rendersi utile: nella prefazione del trattato dichiara infatti: "L'haver io veduto, che molti errori si commettevano, sì col dirizzar le lettere per il mondo, come anco nel correre delle Poste, onde venivano a patir grandemente alcuni ne' loro negotij... presi occasione... di mandar alle stampe un'Itinerario, il qual non vi potei presentare così corretto, e limato come si conveniva, sendomi sdruscito (per così dire) dalle mani troppo per tempo, non havendovi io potuto far diligenza in rivederlo, e per la fretta, che alcuni miei amici mi facevano, e per il desiderio di subitamente giovar al mondo...". Ecco dunque veder la luce a Milano nel 1608 per i tipi di Girolamo Sbordoni il Nuovo itinerario delle Posteaggiuntovi il modo di scriverea tutte le parti. Utilissimo non solo asegretarij,ma a religiosi e a mercanti, di 299 pagine.
L'opera inizia con un excursus fantasioso sulle poste nel mondo antico; passa poi a trattare dell'inizio del servizio postale vero e proprio che si data all'ultimo quarto del secolo XV con l'espandersi della potenza della famiglia Taxis nel campo delle comunicazioni postali. Il C. passa poi a trattare delle distanze, dell'itinerario delle poste, dei viaggi dei pellegrini, dei principali mercati italiani - ne cita ben quarantasette - ed europei - quattro francesi, nove tedeschi, ecc. - dando suggerimenti e fornendo notizie sulle cose rimarchevoli che possono rendere piacevole e interessante il viaggio con notizie riguardanti non soltanto il continente europeo, ma anche l'Africa e il Giappone. L'opera del C. quindi non è una scheletrica e arida enumerazione di norme e di luoghi, ma una vera e propria guida per il viaggiatore. Inoltre ci fa conoscere il funzionamento delle poste - già nel XVII secolo esiste l'obbligo del segreto postale - i 585 itinerari postali europei con i giorni delle partenze dei corrieri e delle coincidenze. Ben trenta erano le strade che partivano da Milano; due di esse facevano capo a Brescia, una passando da Bergamo, l'altra da Lodi; altre due conducevano a Mantova, una passando da Cremona. Il corriere per Bergamo partiva la domenica mattina, quello per Venezia il mercoledì. Milano aveva inoltre intensissime comunicazioni con i paesi europei e regolari servizi postali con Bruxelles, Costanza, Francoforte, Madrid, Costantinopoli, Praga, ecc.
L'opera ebbe grande fortuna e il C. continuò a rivederla e ad aggiornarla; tre anni dopo l'edizione milanese ne uscì una ristampa a Venezia per i tipi di Lucio Spineda, che la ripresentò nuovamente al pubblico nel 1620; entrambe le edizioni veneziane constavano di 446 pagine. Una altra edizione vide la luce a Milano per i tipi di Giovan Battista Bidelli nel 1623 dal titolo Compendio delle Poste. Dichiaratione dell'origine e carico delli maestri generali delle poste e suoi dependenti. Avvertimenti per le monete da provedersi per li viaggi e la lunghezza delle poste. Le poste per ogni parte;viaggi per devotione e guida de' pelegrini,con un discorso delle settechiese di Milano,molte cose per numero settenario; divotioni et altre cose curiose di detta città con la maniera di scrivere a ogni parte e le fiere ancora. Come si desume dallo stesso titolo questa edizione forniva notizie su Milano ai pellegrini e ai mercanti, che vi si recavano con viaggi combinati, con meta il duomo.
Un'edizione di 446 pagine fu pubblicata a Venezia nel 1628 da I. Imberti; sempre a Venezia nel 1676 ne vide la luce un'altra, forse postuma, per i tipi di Stefano Curti dal titolo Nuovo itinerario... aggiuntovi... un compendio di viaggi,e poste,e le fiere principali,che si fanno in diversi parti del mondo,con alcune cose nottabili dell'alma città di Roma. Evidentemente il C., di cui ignoriamo peraltro la data di morte, si era ragguagliato sulla città eterna, forse in seguito ad un suo pellegrinaggio in occasione dell'anno santo. Secondo l'Argelati l'opera del C. ebbe anche un'edizione spagnola.
Il numero delle edizioni testimonia della fortuna che l'opera del C. ebbe nel corso del secolo XVII, che, non bisogna dimenticare, fu il secolo dei grandi viaggiatori nonché delle relazioni sui viaggi che ebbero grande impulso dal successo ottenuto tra la fine del XVI e gli inizi del XVII dai Ragionamenti... sopra le cose dell'Indie Occidentali e Orientali di Francesco Carletti e le lettere dalla Cina di Matteo Ricci. Nel 1912 uno studioso tedesco, E. Trapp, ha edito a Ratisbona e commentato l'opera del C., Ottavio Cotognos Postkursbuch aus dem Jahre 1623, corredandola di notizie particolareggiate sulle cariche dell'amministrazione postale e di una carta geografica su cui ha segnato gli itinerari postali indicati dal Codogno. La validità dell'opera del C. è dimostratata dal fatto che ancora recentemente, come è il caso del Melillo, essa è stata usata come fonte dagli storici del servizio postale e del diritto amministrativo.
Fonti e Bibl.: F. Argelati, Bibliotheca scriptorum Mediolanensium, II, Mediolani 1741, col. 1870; E. Melillo, La posta nei secoli. Appunti storici, Napoli 1895, pp. 108, 168; Id., Le poste ital., Roma 1904, pp. 113, 141, 164; G. Bonelli, recens. a E. Trapp, in Arch. stor. lomb., s. 4, XVIII (1912), pp. 261-65; A. Visconti, La pubblica amministr. nello Stato milanese durante il predominio straniero, Roma 1913, ad Indicem,sub voce Posta; M. Bendiscioli, Vita sociale e culturale, in Storia di Milano, X, Milano 1957, pp. 365, 382; British Museum, General catal. of printed books, XLIV, col. 809; Catalogue général des livres imprimés de la Bibliothèque nat., XXIX, col. 415.