FRAJA-FRANGIPANE, Ottavio
Nacque a Pozzuoli (Napoli) il 10 sett. 1763 da Giuseppe e da Caterina Composta.
La famiglia paterna, che vantava un'antica quanto vaga discendenza dai Frangipane romani, aveva ottenuto da Carlo V il riconoscimento della sua nobiltà; sarà in seguito compresa fra quelle che, quando il r. rescritto 24 nov. 1858 dichiarò il "seggio" di Pozzuoli "piazza chiusa", vennero riconosciute patrizie.
Le condizioni economiche non erano però buone, e il F. (che nell'infanzia aveva sofferto di attacchi epilettici, poi scomparsi lasciando anzi luogo a "una lieta e vigorosa salute", turbata solo da una lieve balbuzie) nel 1768 entrò nell'abbazia benedettina di Montecassino.
Il 10 sett. 1779 pronunziò i voti monastici: in quel periodo il superiore Giovan Battista Federici lo destinò all'archivio, iniziandolo alla paleografia e alla diplomatica, alle quali il F. si appassionò dimostrando subito attitudini non comuni. Dopo l'ordinazione sacerdotale divenne così "aggiunto" alla biblioteca e all'archivio: prese allora a lavorare al Codex diplomaticus Cassinensis…, già portato molto avanti dal Federici e dal fratello di questo, Placido, dando a quel lavoro un contributo tanto importante che spesso venne attribuito a lui solo, che ne aveva trascritto di suo pugno la maggior parte.
Si tratta di un monumentale manoscritto in tredici volumi, che fornisce il testo di oltre 15.000 carte e pergamene, ognuna inquadrata in note e delucidazioni erudite, nonché alcune appendici e correzioni all'Italia sacra di F. Ughelli, e un glossario di diverse centinaia di voci ignorate dal Glossarium… mediae et infimae Latinitatis di C. Du Cange. Il F. aggiunse poi all'opera altri quattro volumi contenenti pergamene di Isernia, Gaeta, Aquino e Pontecorvo (Codex Aeserniensis, Theanensis, ecc.). Importantissimo anche il suo contributo al Catalogo dei manoscritti (Index), lavoro immenso lasciato incompiuto dai due Federici, in cui di ogni documento il F. analizza il formato, il materiale e i caratteri, determina l'epoca e quando possibile l'autore, controlla se fu mai pubblicato, se intero o parte, e annota le varianti rispetto ad altri codici conosciuti.
Allontanato per qualche tempo dall'archivio e dagli studi, per gli impegni della carica di "censuario" dell'abbazia che gli era stata attribuita e che sostenne con diligenza, vi tornò a tempo pieno e definitivamente nel 1800 quando, alla morte di G.B. Federici, fu nominato prefetto dell'archivio; come tale redasse la cronaca di Montecassino, i ben noti Giornali, dal 18 sett. 1800 alla morte (purtroppo il primo volume, 1800-1815, è andato distrutto per cause belliche nel 1944). Nel 1807, quando gli ordini monastici vennero soppressi, egli, che era già stato testimone del saccheggio del 1799 e aveva riordinato l'archivio e la biblioteca sconvolti e danneggiati, fu uno dei pochi monaci rimasti nell'abbazia in abiti secolari come "custodi" dello "stabilimento".
Intanto la lunga esperienza acquistata nell'interpretazione critica dei testi, arricchita dallo studio delle opere e dei metodi dei padri maurini, lo spinse a un'indagine approfondita fra i codici cassinesi più antichi, che comprendevano gli scritti di s. Agostino. Fu così che il F. pervenne alla più importante scoperta della sua carriera archivistica, quella di dieci sermoni sconosciuti del santo, in codici membranacei con caratteri longobardi del X-XI secolo, che egli pubblicò a Roma nel 1819 con il titolo S.Aurelii Augustini Ipponensis episcopi sermones X ex cod. Cassinen. nunc primo editi.
La scoperta sollevò enorme interesse fra gli specialisti, ma anche negli ambienti ecclesiastici in generale e fra i letterati: esistono nell'archivio di Montecassino, anche se danneggiati nel 1944, due volumi di Corrispondenza del F., contenenti lettere di elogio di insigni teologi, filologi e storici, fra cui una a stampa divulgata da F. Cancellieri (Roma 1820). In seguito G. Morin (S. Augustini sermones post Maurinos reperti, in Miscell. Augustiniana, I, Romae 1930, p. 167) dimostrerà l'autenticità di nove dei dieci codici.
Al F. si deve anche la scoperta della VI Epistola dommatica di Ferrando Fulgenzio di Cartagine, autore del VI secolo, epistola di cui era noto solamente un frammento e che fu pubblicata da A. Mai (Scriptorum veterum nova collectio…, III, 2, Roma 1828, pp. 163-184). Negli anni successivi il F., insistendo nelle sue ricerche, rinvenne alcuni ulteriori frammenti degli scritti agostiniani che due canonici francesi, A.B. Caillau e B. Saint-Yves vollero pubblicare (S. Aurelii Augustini Hipponensis episcopi operum supplementum, I, Paris 1836; nella prefazione al cap. IV si esprime gratitudine al F.), incorrendo però in vive critiche e contestazioni: è tuttora incerto quale sia stato l'effettivo contributo del F. a tale lavoro.
Fu ottimo conoscitore del canto gregoriano, del quale curò l'insegnamento ai novizi, e ha lasciato delle composizioni musicali inedite. Fu per molti anni uno dei penitenzieri apostolici della basilica cassinese. Sempre generoso di aiuti agli studiosi che gliene chiedevano, fornì materiale ai lavori e alle ricerche di molti: si ricordano i cardinali A. Mai e L. Lambruschini; quindi C. Troya, A. Coppi, F. Cancellieri, C.A. De Rosa di Villarosa, P. Litta, G.M. Giovene, P. De Angelis, A. De Jorio, R. Liberatore, G. Ventura, G. Capecelatro, vescovo di Taranto, P. Zurla, U. Lampredi, e anche stranieri, come B.G. Niehbur, G. Orlov, A.L. Millin, B. Bluhme, D.H. Estrup, G.H. Pertz ed A. Schulz.
Nel maggio 1831 il capitolo generale della Congregazione cassinese lo nominò abate titolare. Colto da "febbri gastrico-reumatiche", morì a Montecassino il 10 giugno 1843.
Nel 1848 uscì postumo a Milano Sermoni di s. Aurelio Agostino volgarizzati dai padri cassinesi Galeazzo Florimonte ed O. F.-F…. Fra i suoi manoscritti inediti il più interessante è Notizie storiche dei paesi della diocesi di Montecassino, che viene spesso consultato per le copiose notizie di storia locale che contiene.
Fonti e Bibl.: Montecassino, Archivio dell'Abbazia: Annuncio a stampa della morte del F., contenente una succinta biografia, inviato dall'abate G. Frisari a confratelli e amici, in data 14 giugno 1843. C.M. De Vera, Elogio storico del p. abate don O. F.F. prefetto dell'archivio di Montecassino, Montecassino 1844 (con ritratto); O.L. Kapsner, A Benedictine Bibliography, I, Collegeville, MN, 1962, p. 192; Dict. d'hist. et de géogr. ecclés., XVIII, coll. 996 s. (con ulteriore bibl.); C.M. De Witte, F. O., in Riv. di storia della Chiesa in Italia, XXXIII (1979), 1, p. 294.