FERRARIO (Ferrari), Ottavio Francesco
Nato a Busto Arsizio (Varese) il 2 febbr. 1787 da Felice e da Marianna Marchesi, dopo i primi studi si occupò come aiutante farmacista a Tradate. Nel 1805 si trasferì a Milano in qualità di chierico ostiario del duomo, ospite di uno zio materno, penitenziere nella cattedrale.
Agli inizi del 1809 entrò nell'Ordine ospitaliero di S. Giovanni di Dio, detto dei Fatebenefratelli, e vi pronunciò i voti religiosi nel 1810. Nello stesso anno prese a collaborare col padre Innocenzo Minguzzi, che dirigeva la farmacia dell'ospedale Fatebenefratelli, a Milano. Qui per sei anni il F. attese agli studi farmaceutici; nel 1816 si laureò brillantemente in chimica, farmacia e scienze naturali presso l'università di Pavia, dove perfezionò i suoi studi frequentando per due anni il laboratorio di L. V. Brugnatelli.
Quando, nel 1820, il Minguzzi divenne priore del convento, il F. gli successe nella direzione della farmacia dell'ospedale e nell'insegnamento teorico e pratico della chimica farmaceutica per i confratelli. Tenne questo incarico fino al 1848, quando fu nominato provinciale del suo Ordine per la provincia lombardo-veneta (incarico che peraltro già aveva tenuto dal 1833 al 1836).
Nei primi tempi della sua attività presso la farmacia si occupò soprattutto dell'estrazione degli alcaloidi dalla corteccia di china, che per la sua attività antimalarica era da tempo usata in Italia allo stato grezzo. Proprio in quegli anni erano cominciate le prime fortunate estrazioni di alcaloidi dalle droghe: dopo la morfina e la stricnina, erano state isolate, da p.J. Pelletier e J.-B. Caventou. nel 1820, la chinina e la cinconina. Il F. riprese le indagini sulla corteccia di china e nel 1822 pubblicò sul Giornale di fisica, chimica e storia naturale del Brugnatelli una tabella in cui riportava le rese in chinina e cinconina ottenute da diverse varietà di china. Preparò, primo in Italia, il solfato di chinina in scala semindustriale e descrisse il recupero di ulteriori quantità di alcaloide dalle acque madri da cui esso era stato cristallizzato; descrisse inoltre negli Annali universali di medicina, VI (1822), un prodotto aggiuntivo non cristallizzabile, munito di una discreta attività antimalarica, che chiamò soprasolfato amorfo di chinina e cinconina; questo preparato chinacco, successivamente ottenuto anche da F. W. A. Sertürner e da J. Liebig, ebbe diffusione come antimalarico di basso prezzo e fu chiamato "chinina dei poveri".
Il F. era diventato cosi abile nell'estrazione della corteccia di china che ebbe richieste dei suoi prodotti dall'esterno dell'ospedale: i guadagni ottenuti furono devoluti a lavori edilizi dell'istituto, all'arricchimento dell'attrezzatura di laboratorio e alla costituzione di una ben fornita biblioteca scientifica.
Sempre sul Giornale del Brugnatelli del 1822 il F. descrisse l'estrazione della stricnina dai residui che erano serviti a preparare l'estratto alcolico di noce vomica.
Ma il lavoro più originale del F. fu la scoperta dello iodoformio, da lui effettuata insieme con C. Frisiani, assistente alla cattedra di chimica applicata alle arti di Milano. La scoperta, preannunciata dal Brugnatelli in una sua nota elogiativa posta in calce al lavoro sulla chinina, fu pubblicata nel maggio del 1822 (O. Ferrario-C. Frisiani, Sopra una nuova combinazone di iodio, in Giornale di fisica, chimica e storia naturale, XV[1822], pp. 242 s.). Nella breve ma densa nota vengono descritti due metodi di preparazione del nuovo composto: per trattamento a caldo di iodio con potassa caustica e successiva aggiunta di tintura di iodio; per distillazione di una soluzione idroalcolica di ioduro e iodato di potassio. Del composto così ottenuto, che viene riconosciuto come sostanza organica, si danno numerose caratteristiche: colore, odore, sapore, forma. dei cristalli, livello di solubilità in acqua, acidi, alcali, alcool, etere, comportamento al riscaldamento. reagibilità con acidi e con alcali, attività biologica ("agisce sull'economia animale conformemente allo iodi" dicono gli autori, con evidente allusione alla sua azione disinfettante).
Questa pubblicazione va confrontata con quella contemporanea di G.-S. Serullas (Annales de chimie et de physique, XX [1822], pp. 163-168). Il Serullas ottenne il nuovo composto con un metodo diverso (per trattamento del potassio a caldo con soluzione idroalcolica di iodio); l'anno seguente descrisse dapprima la preparazione da cloruro di iodio e soluzione idroalcolica di potassa caustica e poi la preparazione con un metodo praticamente identico a quello del F., metodo più semplice ed economico degli altri da lui precedentemente descritti (ibid., XXII [1823], pp. 222 s.). Nelle suddette pubblicazioni il Serullas riporta le caratteristiche già descritte dagli autori italiani, alle quali aggiunge il punto di fusione; non accenna però a proprietà farmaceutiche. Nella prima pubblicazione del 1823 ilScrullas riporta anche l'analisi elementare (che fu successivamente corretta da J.-B.-A. Dumas, il quale dette al prodotto il nome di triiodometano o iodoformio per la sua analogia chimica col cloroformio).
Oltre che nel campo della chimica farmaceutica il F. operò in quello delle analisi di acque minerali: fra di esse l'analisi, pubblicata in un opuscolo (Milano 1826) di un'acqua purgativa che sgorga vicino a Settala, in provincia di Milano, e quella delle acque termali di San Pellegrino (pubblicata nel Politecnico, I [1839], pp. 201-217). Raccolse poi le sue esperienze in questo settore nella Guida allo studio delle acque minerali o medicinali, Milano 1858.
Fra il 1837 e il 1846 il F. pubblicò a Milano i dieci volumi del suo Corso di chimica generale, grossa opera teorico-pratica in cui sono raccolte e aggiornate le conosipenze chimiche dell'epoca. Già collaboratore del Conciliatore nel 1819, nel gennaio 1839 ilF. fu tra i fondatori del Politecnico di C. Cattaneo; fu anzi lui insieme con G. B. Menini a chiedere la licenza di pubblicazione e a difigere formalmente il periodico (il Cattanco ne assunse ufficialmente la direzione soltanto nel 1843).In realtà inviò suoi scritti (ampiamente rimaneggiati dal Cattaneo e talora cestinati, come avvenne per l'articolo Nozioni generali della tecnologia, pubblicato recentemente dal Lacaita, pp. 107-112) solo fino al marzo 1839;dopo tale data non si interessò più neppure della conduzione della rivista.
Il F. si interessò anche alle scienze biologiche, e in particolare alle prime teorie evoluzionistiche, che tentò di conciliare con la genesi biblica; in questo quadro è da porre la bella e particolareggiata monografia Della vita e degli scritti di Giorgio Cuvier (Milano 1858).
È inoltre autore della traduzione di due opere di scienziati francesi: La botanica insegnata in 22lezioni, di J. L. Demerson (Milano 1826), e il Compendio di chimica, botanica, materia medica, farmacia..., di E. Desmarest (ibid. 1827 e 1829). Manoscritte sono restate altre traduzioni di opere naturalistiche: di G. Cuvier, di A. von Humboldt, di E. Geoffroy Saint-Hilaire. Sono rimaste manoscritte (Milano, Archivio Casa di cura dei Fatebenefratelli) anche diverse opere originali: un Trattato dei veleni (4voll.), un Trattato di chimica applicata alla farmacia e alla medicina (3voll.), una Introduzione alla biografia e cenni storici sulla vita e sulle opere dei più celebri naturalisti, una Storia naturale, chimica e commerciale dell'indaco.
Il F. fu membro di numerose accademie, tra cui l'Istituto lombardo di scienze, lettere ed arti, la Regia Accademia di scienze di Torino, l'Accademia fisio-medico-statistica di Milano, l'Accademia Virgiliana di Mantova; ebbe anche la croce di cavaliere dell'Ordine di Francesco Giuseppe.
Morì a Milano il 1º dic. 1867.
Bibl.: G. Taddei, Memoria sull'joduro di carbonio, in Giornale di fisica, chimica e storia naturale, XVI (1823);G. Polli, Commemor. del padreO. F., in Rend. R. Istituto lombardo di scienze e lettere, s. 2, II, (1869), I, pp.225-230; C. Cattaneo, Epistolario, a cura di R. Caddeo, I, ad Ind.;R. Mazzucco, PadreO. F. preparatore del chinino e scopritore dello iodoformio, in IlChimico ital., VIII (1941), pp. 215 ss.; Id., Priorità italiana nella scoperta dello iodoformio, in La Chimica..., XVII (1941), p. 81; A. Laghi, P. O. F. farmacista, in Fatebenefratelli, XXVI (1961), pp. 946-949;XXVII (1962), pp. 33-37; G.Russotto, P. O. F., in S. Giovanni di Dio e il suo Ordine ospedaliero, II, Roma 1969, pp. 170-174; C. E. Lacaita, Alle origini del "Politecnico" di C. Cattaneo (con un inedito del chimico padreO. F.), in Riv. milanese di economia, IX (1990), 35, pp. 103-12.